24/05/2021, 13.00
RUSSIA-SUDEST ASIATICO
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Metropolita di Singapore: La missione ortodossa in Asia sud-orientale

di Vladimir Rozanskij

Per il metropolita Sergij, la Chiesa ortodossa russa è pronta per la missione in Asia. La struttura unisce 4 diocesi e 70 parrocchie situate in 13 Paesi della regione. L’incontro con le culture e l’impegno in Papua Nuova Guinea. Centri caritativi in Filippine e Vietnam. A Davao (Filippine) vi è un centro di formazione per i sacerdoti ortodossi locali. Nell’isola di Phuket (Thailandia) si tengono corsi di pastorale.

Mosca (AsiaNews) - Il metropolita Sergij (Čašin) è capo della Chiesa ortodossa russa di Singapore e dell’Asia sud-orientale- In una lunga intervista apparsa il 20 maggio sul sito del patriarcato di Mosca, egli ha detto che la sua Chiesa è pronta per la missione in Asia.

La metropolia è stata creata nel dicembre 2018, per occuparsi direttamente degli ortodossi “orfani” delle cure del patriarcato di Costantinopoli, dato che Mosca ha interrotto le relazioni di comunione ecclesiale. La struttura unisce 4 diocesi situate in 13 Paesi della regione, in cui il cristianesimo ortodosso costituisce ovviamente una piccola minoranza.

Il metropolita racconta della Pasqua in questo tempo di pandemia, con il rispetto delle varie limitazioni sanitarie, anche perché diversi Paesi dell’Asia sono ancora in pieno lockdown: in Cambogia è vietato spostarsi tra le regioni interne; in Thailandia non è stato possibile riunirsi nei tradizionali banchetti alla fine della liturgia pasquale; in molte parrocchie è stato necessario fare le prenotazioni per potersi recare in chiesa. A differenza della madre Russia, in questi Paesi la Pasqua è trascorsa in un clima estivo e molto umido. In ogni caso, le chiese sono rimaste aperte pur con tutte le limitazioni.

La metropolia di Sergij copre un territorio in cui abita circa un miliardo di persone, con le proprie antiche tradizioni religiose. “Noi abbiamo molto rispetto per le tradizioni multiculturali secolari dei popoli del nostro Esarcato… il nostro servizio qui è organizzato anzitutto per la cura pastorale degli ortodossi provenienti dai territori canonici della Chiesa russa, che sono qui per lavoro e non avevano la possibilità di recarsi in chiesa”, ha spiegato il presule. Egli ha comunque ricordato il passato delle missioni russe in Asia, soprattutto sulle coste del Pacifico. Queste sono successive all’annessione dei territori siberiani e dell’Estremo Oriente all’impero russo a partire dal XVII secolo, e alle relazioni diplomatiche e commerciali con la Cina, la Corea e il Giappone (dove la Chiesa ortodossa è autonoma dal 1897).

La diffusione dell’Ortodossia russa in Asia non si è fermata neppure negli anni sovietici: negli anni ’30, a Manila è stata aperta una chiesa, e poco dopo anche a Giava, in Indonesia, finché il “patriarca di Stalin” Aleksij I (Simanskij) non decise di aprire nel 1946 l’Esarcato dell’Asia orientale, che fu poi chiuso da Khruščev nel 1954, durante la nuova persecuzione della Chiesa da lui organizzata. La metropolia asiatica sud-orientale conta oggi 70 parrocchie, alcune restaurate e molte nuove, come spiega Sergij.

Una delle missioni più recenti nella zona è quella delle isole della Papua-Nuova Guinea, che non molto tempo fa è stata ufficialmente proclamata “Paese cristiano”, inserendo nella costituzione un preambolo in cui si dice che esso è “fondato sull’eredità culturale e sul cristianesimo”. In quelle zone passarono famosi esploratori russi, come Nikolaj Miklukho-Maklaj nell’800. Dall’agosto 2020 la Papua-Nuova Guinea è stata inserita nella diocesi di Singapore, insieme a Timor Est, con l’apertura di nuove parrocchie ortodosse, e a ottobre lo stesso Sergij ha celebrato il primo battesimo di un ortodosso papua.

Il metropolita loda i fedeli locali “per la rigida osservanza dei digiuni”, molto importanti nella liturgia ortodossa, anche se riconosce che ad essi risulta più semplice tale pratica “per la grande abbondanza di cibi vegetali” rispetto alla Russia, ricordando comunque che “il digiuno è anzitutto un impegno spirituale, nella lotta con le proprie passioni e i peccati, e la dedizione alle virtù”. Anche in questo egli riconosce le buone disposizioni dei fedeli sud-asiatici.

Sergij à rimasto “stupito per il sincero interesse di questi popoli per Cristo, per la purezza della loro fede… la maggior parte delle chiese sono capanne di bambù o stanze in appartamenti privati, e ho visto tante persone che non avevano mai sentito il canto di un coro ortodosso, ed erano felici di accoglierci. Mi sembrava un’esperienza vicina al cristianesimo originario. Noi siamo assuefatti alle pratiche del cristianesimo, mentre qui le persone che incontrano Cristo sanno cambiare radicalmente la loro vita”.

I programmi di sviluppo dell’Esarcato russo in Asia prevedono grande attenzione al servizio sociale a favore dei bisognosi. Una nuova struttura caritativa è stata da poco aperta nella diocesi di Filippine e Vietnam, soprattutto per l’infanzia e le famiglie più povere. Nelle Filippine, a Davao, è stato aperto anche un centro di formazione per i sacerdoti ortodossi locali, e corsi di pastorale si tengono nell’isola di Phuket in Thailandia.

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