16/05/2025, 09.23
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Modi annuncia il censimento delle caste: nel mirino le elezioni in Bihar

di Maria Casadei

Dopo aver per anni snobbato le richieste dell’opposizione, l’esecutivo indiano cambia linea e decide di includere la divisione in caste nel prossimo censimento. Dietro la mossa politica, ci sono le pressioni elettorali e il peso crescente delle caste svantaggiate. Nessuna data ufficiale, ma secondo i media locali il censimento dovrebbe tenersi nel 2026.

Mercoledì 30 aprile il governo indiano ha annunciato che, in concomitanza con il prossimo censimento della popolazione, verrà condotto anche un censimento delle caste. La decisione ha colto di sorpresa l’opposizione, che da anni ne chiede l’attuazione.

La rilevazione castale rappresenta da tempo uno dei punti centrali delle campagne dei partiti d’opposizione e dei movimenti per la giustizia sociale. Rahul Gandhi, leader del principale partito d’opposizione, il Congress, ha ribadito l’importanza di questo censimento sia durante il Bharat Jodo Yatra, sia – più recentemente – nel Bharat Jodo Nyay Yatra del 2024, inserendolo in un progetto più ampio di giustizia sociale ed economica volto a trasformare il Paese.

Finora il partito al potere, il Bharatiya Janata Party (BJP), si era sempre opposto, definendo il censimento castale “divisivo”, “anti-nazionale” e persino “naxalita”, in riferimento ai movimenti separatisti degli anni Sessanta. Quando nel 2023 il governo del Bihar, guidato da Nitish Kumar, aveva condotto un proprio censimento delle caste, il primo ministro Narendra Modi lo aveva accusato di voler “dividere il Paese” e creare fratture nella società. Già nel 2021 il BJP aveva definito la scelta di non procedere con il censimento come una “decisione politica consapevole”.

Va ricordato che una rilevazione sulle caste era già stata condotta nel 2011, separatamente dal censimento nazionale dello stesso anno, ma i risultati non furono mai resi pubblici perché ritenuti imprecisi e non affidabili. L’eventuale pubblicazione di quei dati avrebbe potuto avere un impatto significativo sugli equilibri politici e sociali del Paese e in particolare sull'elargizione di sussidi statali alle categorie svantaggiate.

Ora, mentre l’attenzione pubblica è concentrata sull’attacco terroristico in Kashmir e sul recente scambio di missili con il Pakistan, e a pochi mesi dalle elezioni statali in Bihar, il governo sembra aver cambiato posizione. Secondo molti analisti, la decisione è una risposta diretta alla crescente pressione politica nei confronti del BJP. L’annuncio di Modi di includere le caste nel prossimo censimento nazionale segna anche una svolta significativa nella linea finora seguita dall’asse BJP-RSS (Rashtriya Swayamsevak Sangh, organizzazione paramilitare di estrema destra che ha anche ispirato la base ideologica del partito).

Sebbene l’RSS abbia sempre sostenuto che un censimento castale minerebbe l’unità dell’induismo – una posizione condivisa a suo tempo anche da Jawaharlal Nehru, primo premier dell’India – la mossa politica attuale conferma il ruolo centrale delle caste nella governance e nella mobilitazione politica del Paese.

A differenza delle elezioni del 2014 e 2019, nelle recenti elezioni per la Lok Sabha del 2024 il voto delle fasce sociali più svantaggiate – chiamate Scheduled Castes (SC), Other Backward Castes (OBC) e Scheduled Tribes (ST) – ha avuto un impatto significativo, contribuendo a negare al BJP la maggioranza in molti Stati. Per alcuni osservatori, l’adesione al censimento potrebbe aiutare il partito a rafforzare il proprio consenso tra le caste arretrate in vista delle elezioni statali in Bihar, previste tra ottobre e novembre 2025.

Tuttavia, i dati raccolti potrebbero aprire la strada a una revisione del sistema delle quote, storicamente sbilanciato a favore delle caste superiori. Questo rischia di provocare la resistenza delle caste dominanti e di alcune componenti delle OBC maggioritarie, entrambe colonne portanti dell’attuale coalizione sociale del BJP.

Il censimento in India si tiene ogni dieci anni e l’ultimo risale al 2011. Quello previsto per il 2022 è stato annullato a causa della pandemia e rinviato a data da destinarsi. Al momento non è stata fissata una nuova data ufficiale, ma secondo i media locali il prossimo censimento dovrebbe svolgersi nel 2026.

Sarà un’impresa immensa per il governo, che dovrà raccogliere i dati relativi ai 1,4 miliardi di persone, con implicazioni enormi a livello logistico, economico e politico.

Diversi disegni di legge attendono la raccolta dei dati aggiornati per poter essere attuati, tra cui il Women’s Reservation Bill (2023), che prevede di riservare il 33% dei seggi della Lok Sabha (la Camera bassa del Parlamento indiano) e delle assemblee legislative statali alle donne. Ma mentre resta da chiarire come il governo gestirà le ricadute politiche e sociali di questa decisione, cresce anche la speranza che il censimento possa contribuire a una maggiore democratizzazione del potere e a una rappresentanza più fedele alle reali dinamiche demografiche del Paese.

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