25/08/2023, 15.14
INDIAN MANDALA
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Morti nel cantiere dei treni ad alta velocità: l’altra faccia dell’India nel giorno della Luna

Proprio mentre il Paese celebrava il successo della missione Chandraayan-3 23 operai del West-Bengal hanno perso la vita nel crollo di un viadotto di una linea in costruzione nello Stato del Mizoram. Nei cantieri edili indiani una media di 38 incidenti mortali al giorno. Vittime il più delle volte migranti internI.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Erano tutti rivolti al cielo gli occhi dell’India mercoledì 23 agosto, il giorno dell’atterraggio sulla luna della sonda Chandraayan-3. Ma in quelle stesse ore in cui celebrava con giustificato orgoglio i successi della propria industria tecnologica, divenendo il quarto Paese al mondo a raggiungere il satellite terrestre, a riportare crudamente l’India a un suo volto molto meno esaltante è stata una nuova gravissima tragedia sul lavoro: il crollo della soletta di un viadotto in costruzione per una delle tante nuove linee ferroviarie ad alta velocità in costruzione. È successo nello Stato nord-orientale del Mizoram, ai confini col Myanmar: dei 40 operai che lavoravano nel cantiere di Sairang – a una ventina di chilometri dal capoluogo Aizawl – in 26 sono precipitati nella scarpata. Solo tre si sono salvati: ventidue corpi sono stati recuperati, mentre uno è ancora disperso.

Le vittime venivano tutte dalla stessa zona, il distretto di Malda nello Stato del West Bengal; uno di quelli da cui migliaia di migranti interni partono ininterrottamente da villaggi poverissimi in cerca di opportunità di lavoro. È anche questo un volto dell’India di oggi che – come nei cantieri delle infrastrutture – va aintrecciarsi con le “storie di successo” dell’India di oggi.
Ma gli incidenti sul lavoro sono un prezzo molto alto e drammaticamente quotidiano. Appena pochi giorni fa, ad esempio, all’inizio di agosto altri 20 operai erano morti schiacciati nel crollo di una gru sopra una superstrada in costruzione poco lontano da Mumbai.

L'industria delle costruzioni impiega 51 milioni di lavoratori in India, un settore oggi secondo solo all’agricoltura nel mercato del lavoro locale. Contribuisce al 9% del prodotto interno lordo indiano ma a un prezzo molto alto: le stime parlano di una media di circa 38 incidenti mortali al giorno nel grande Paese.

Secondo uno studio dai ricercatori del National Institute of Technology di Surat e dell’Indian Institute of Technology di Delhi le morti nei cantieri edili sarebbero circa un quarto di tutti gli incidenti mortali sul lavoro in India. Ma si teme che siano dati comunque inferiori rispetto a quelli reali, dal momento che tanti incidenti mortali - o lesioni gravi che causano la morte in una fase successiva - non vengono segnalati affatto.

Pur dovendo molti lavoratori edili affrontare condizioni di lavoro e di vita insicure e malsane - come alloggi, cibo e servizi igienici inadeguati, pratiche di lavoro non sicure e un'inadeguata copertura sanitaria e assicurativa - sono attratti dal lavoro perché l'impiego è più affidabile e meglio retribuito di quello come bracciante agricolo. Come nel tragico caso del ponte in costruzione crollato nello Stato del Mizoram sono soprattutto i lavoratori delle aree rurali a cercare lavoro in questi cantieri per via della mancanza di opportunità nei loro villaggi o per la povertà cronica.


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