22/07/2022, 14.20
RUSSIA-ISRAELE
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Mosca chiede a tribunale lo 'scioglimento' dell'Agenzia ebraica

Nuovo duro colpo per la comunità ebraica russa dopo il caso del rabbino capo costretto a fuggire per non aver sostenuto l'invasione dell'Ucraina. Riaperta negli anni Novanta è l'istituzione che aiuta gli ebrei a emigrare in Israele. In 10mila da febbraio a oggi hanno scelto di lasciare il Paese. Il governo Lapid invia una delegazione ammonendo: "Non lasceremo gli ebrei russi in ostaggio".

Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Il ministero della Giustizia russo ha presentato un’istanza alla corte distrettuale di Mosca in cui si chiede lo “scioglimento” degli uffici dell’Agenzia ebraica nel Paese. La notizia è stata data dall’agenzia russa Ria Novosti, citando fonti del tribunale, secondo cui l’organizzazione ebraica sarebbe accusata di non meglio precisate “violazioni della legge”. Un’udienza per discutere l’istanza è stata fissata per il 28 luglio.

La vicenda segna un ulteriore innalzamento della tensione tra il governo russo e la comunità ebraica locale dopo che tre mesi fa il rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt era stato costretto a lasciare la Russia a causa delle pressioni affinché sostenesse l’aggressione contro l’Ucraina.

Fondata nel 1929 come braccio operativo dell’Organizzazione sionista mondiale (Wzo), l’Agenzia ebraica è la maggiore istituzione ebraica globale. Per statuto il suo compito è “garantire che ogni persona ebrea avverta un legame indissolubile reciproco e con Israele, indipendentemente da dove vive nel mondo”. È conosciuta soprattutto come l'organizzazione principale che promuove l'aliyah, cioè l'immigrazione degli ebrei in Israele. Per questo la vicenda coinvolge indirettamente anche il governo israeliano. Il primo ministro Yair Lapid ha annunciato che una delegazione israeliana si recherà a Mosca la prossima settimana “per fare in modo che l’Agenzia ebraica possa continuare la sua attività in Russia”.

Alcuni ministri del governo israeliano si sono spinti ancora più in là parlando espressamente di un’intimidazione della Russia per le posizioni assunte da Israele sul conflitto in Ucraina, che dopo un’iniziale tentativo di equidistanza si sono spostate sempre più marcatamente a sostegno di Kiev. A rendere ancora più delicata la situazione è il fatto che Mosca controlla lo spazio aereo siriano, spesso e volentieri sorvolato dai caccia con la Stella di Davide nei raid aerei contro obiettivi filo-iraniani. “Gli ebrei russi non saranno tenuti in ostaggio dalla guerra in Ucraina - ha dichiarato il ministro della Diaspora Nachman Shai -. Il tentativo di punire l'Agenzia Ebraica per la posizione di Israele sulla guerra è deplorevole e offensivo”.

Riaperti trent’anni fa gli uffici dell’Agenzia ebraica a Mosca sono stati un punto di riferimento essenziale per l’immigrazione in Israele di oltre un milione di ebrei dall’ex Unione Sovietica negli anni Novanta. Ma anche negli ultimi anni il flusso non si è mai esaurito ed è tornato a crescere negli ultimi mesi, alimentato dalle paure della comunità ebraica locale per un ritorno dell’antisemitismo legato al conflitto in Ucraina: da febbraio a oggi sono stati più di 10mila gli ebrei russi che hanno scelto di immigrare in Israele. Il timore è che la stretta sull’Agenzia ebraica miri a rendere più difficile questo processo.

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