20/10/2022, 10.59
IRAQ
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Mosul, trovate incisioni assire di 2700 anni vicino a porta distrutta dall’Isis

Eccezionale ritrovameno di un gruppo di archeologi Usa e iracheni vicino ad al-Masqa, demolita dai jihadisti. Ritrovate otto incisioni rocciose con scene di guerra dell’epoca di re Sennacherib che ha guidato il popolo fra 750 e il 681 a.C. Il patrimonio culturale vero “oro nero” dell’Iraq, più del petrolio.

Mosul (AsiaNews) - Un team di archeologi iracheni e statunitensi ha compiuto un’eccezionale scoperta, riportando alla luce otto pregevoli incisioni rocciose di oltre 2700 anni contenenti scene di guerra risalenti all’epoca dei re assiri. La missione è operativa nel governatorato di Ninive e ha avviato un progetto di scavo e restauro nei pressi della celebre porta di al-Masqa, demolita dallo Stato islamico (SI, ex Isis) fra il 2014 e il 2017, durante il periodo in cui il gruppo jihadista controllava la metropoli del nord dell’Iraq. 

Secondo quanto ha riferito il direttore generale del Dipartimento di investigazione e scavi Ali Shalgham, le antichità rivenute “rientrano nella seconda stagione di scavi e contengono scene di guerra”. Analizzando le incisioni cuneiformi, aggiunge, “si è scoperto che appartengono all’epoca di re Sennacherib”, che ha guidato il suo popolo fra il 750 e il 681 a.C. 

La scoperta consiste in otto lastre di marmo (alabastro), che recano incisioni con protagonisti soldati assiri uno dei quali è intento a scoccare una freccia, oltre a piante di palme, uva, melograni e fichi che si trovavano all’interno del palazzo del re Sennacherib. In seguito al rinvenimento, gli esperti dell’università della Pennsylvania si occuperanno della manutenzione delle sculture per scongiurarne il deterioramento legato al clima, che sta mettendo a rischio il patrimonio del Paese. 

L’esperto spiega che i lavori servono a preparare il terreno per il mantenimento delle fondamenta e dei muri della porta di al-Masqa, una delle più antiche e situata sul versante occidentale di Mosul. In un secondo momento vi sarà l’intervento più impegnativo, con il ripristino della porta che verrà restituita alle condizioni originarie prima della demolizione per mano degli uomini del sedicente “califfato” nel 2016. Un progetto di ampio respiro che si avvale dei finanziamenti stanziati dalla Coalizione internazionale per la protezione del patrimonio nelle aree di conflitto (Alef).

Il ripristino del patrimonio culturale è fra le priorità sottolineate dalla Chiesa caldea e dal patriarca, card. Louis Raphael Sako, per “preservare l’eredità e smantellare” l’ideologia fondamentalista che ha portato alla distruzione di monumenti e tesori a Nimrod, Hatra e Mosul. Sin dai tempi in cui era arcivescovo di Kirkuk, il porporato ha denunciato i pericoli corsi da quello che definisce un “bene universale” da salvaguardare come l’archeologia, che da sola vale “più del petrolio”. Un compito che spetta a tutti gli iracheni, non solo ai cristiani, e che ha richiamato anche nel 2016, durante la “Conferenza internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale nelle aree teatro in conflitto” ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti (Eau). 

In quest’ottica si inseriscono i lavori di restauro della celebre chiesa dell’orologio (la chiesa di Al-Saa, Nostra Signora dell’Ora), sempre a Mosul, che procedono grazie a un progetto congiunto che vede coinvolti gli stessi Emirati e l’Unesco e comprende anche la moschea di al-Nouri. Il luogo di culto appartenente ai padri domenicani risaliva alla fine del 19° secolo ed era famoso proprio per il suo campanile con un orologio, dono della moglie di Napoleone III Eugenia di Francia. Prima di farla saltare in aria con l'esplosivo, i miliziani dell’Isis hanno saccheggiato l’edificio razziando beni di valore storico e culturale al suo interno. 

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