02/08/2022, 11.45
BANGLADESH
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Moulvibazar, Giubileo d’oro oblati di Maria: al servizio di tribali e migranti

di Sumon Corraya

Con una solenne celebrazione eucaristica si sono aperti i festeggiamenti per i 50 anni dei missionari oblati di Maria Immacolata nel Paese. Alla funzione hanno partecipato due vescovi, sacerdoti e circa 500 fedeli. Oggi contano 31 preti, presenti in tre diocesi e sette parrocchie. Il contributo all’insegnamento. 

Moulvibazar (AsiaNews) - Da 50 anni testimoniano il Vangelo in una nazione a larga maggioranza musulmana, con una particolare attenzione per le popolazioni tribali e i migranti, oltre al sostegno allo studio per giovani aspiranti sacerdoti nel seminario nazionale. È l’opera dei missionari oblati di Maria Immacolata (Omi) in Bangladesh, che hanno avviato le celebrazioni per il Giubileo d’oro con una solenne celebrazione eucaristica tenuta il 29 luglio nella parrocchia di Lokhipur, a Moulvibazar, nel nord-est del Paese. Alla messa hanno partecipato circa 500 fedeli, numerosi sacerdoti e due vescovi a conferma del significato dell’evento. 

La missione Omi ha mosso i primi passi in Bangladesh il 29 luglio 1973 in seguito a un “accordo” fra l’ex arcivescovo di Dhaka, mons. Theotonius Amal Ganguly, il provinciale dell’epoca p. Lucian Schmitt e p. Dalston Forbes, responsabile per l’Asia. Come spiega ad AsiaNews p. Ajit Victor Costa, attuale superiore Omi nel Paese, uno dei compiti iniziali è stato l’insegnamento nel seminario maggiore di Bonani e la formazione del clero locale, unito alla pastorale nelle parrocchie fra i fedeli di lingua inglese. 

Se, in passato, numerosi erano i sacerdoti stranieri oggi la gran parte è del luogo. I preti attivi in Bangladesh sono 31, due dei quali di origine indiana mentre altri sei prestano la propria missione all’estero. L’ordine può vantare oggi anche il primo vescovo: si tratta di mons. Bejoy N. D’Cruze, attuale arcivescovo della capitale e presidente della Conferenza episcopale del Bangladesh. In passato la sfida principale per i primi missionari Omi era di riuscire ad adattarsi alle condizioni del Paese, mentre oggi il problema maggiore è “quello di reperire i fondi per proseguire l’opera pastorale”, spiega p. Costa. 

A 50 anni dalla prima missione i sacerdoti operano in sette parrocchie sparse in tre diverse diocesi, gestiscono due istituti superiori, circa 40 scuole elementari e due seminari. “La maggior parte delle parrocchie - ricorda p. Costa - si trova in zone remote, dove vivono le popolazioni tribali” e in cui sono ancora maggiori i bisogni. “Attraverso la preghiera e l’insegnamento - aggiunge - trasformiamo le loro vite. Siamo testimoni e annunciatori viventi del Vangelo” contribuendo “nella formazione del clero locale” e lottando per garantire “dignità” alle persone attraverso un giusto salario per il lavoro svolto e rispetto dei diritti. Il Giubileo d’oro, conclude, è anche una occasione per “ripensare alla missione e alle attività” al servizio della Chiesa locale. 

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