25/07/2008, 00.00
FILIPPINE
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Musulmani di Mindanao contro coloro che hanno minacciato il vescovo di Basilan

Una dichiarazione del Silsilah e di altri gruppi musulmani definisce “impostori” gli autoproclamatisi mujahidin che minacciano mons. Jumoad, chiedendogli di convertirsi o pagare la tassa islamica.
Manila (AsiaNews) - Sono “impostori” che violano il vero islam, coloro che hanno minacciato il vescovo ed i cattolici di Basilan, nelle Filippine. E’ forte la reazione del Silsilah, movimento per il dialogo islamo-cristiano con base a Mindanao, e di altri gruppi musulmani al messaggio nel quale si sostiene che, vivendo in territorio musulmano, mons. Martin Jumoad deve convertirsi o pagare la jizya, l’imposta dei tempi dell'Impero ottomano che garantiva il permesso ai non musulmani di praticare la loro fede e ne assicurava la protezione.
 
La lettera, che il vescovo ha ricevuta aperta venerdì scorso ed una copia della quale è stata fatta avere alla stampa filippina, è firmata da tali Paruji Indama e Nur Hassan J. Kallitut, che si autodefiniscono mujahidin. In essa si concedono al vescovo 15 giorni per dare una risposta, “altrimenti sarà considerato un nemico”. La minaccia, ha specificato il vescovo, non è la prima ed essa mostra una pericolosa tendenza della situazione della zona – che fa parte della regione di Mindanao, ove è musulmano il 70% degli abitanti - ad andare “fuori controllo”.
 
“E’ veramente deplorevole – si legge oggi nella dichiarazione di Silsilah  (del quale è presidente p. Sebastiano D'Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere) e dei gruppi musulmani –che alcune persone, che vogliono dare una cattiva impressione dell’Islam, semplicemente scelgono alcune parole del Corano e le distorcono, le pongono in un contesto sbagliato per provare che l’Islam sostiene la violenza ed il male”. “Quanto a lungo – prosegue la dichiarazione – continueremo a sopportare la pena che tra noi sia commessa tale deformazione? E’ giunto il tempo per la maggioranza dei musulmani che stanno in silenzio di alzare la voce e vigilare per far fronte a questi impostori e non permettere loro di dissacrare più il sacro nome dell’Islam”.
 
Dopo aver ricordato che Maometto ha negato l’uso della violenza per imporre la religione ed ha invitato a rispettare i credenti, il documento invita musulmani e fedeli di altre fedi “ad essere uniti per confrontarci con le forze del male che ancora una volta minacciano la nostra pacifica coesistenza”.
 
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