18/05/2006, 00.00
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Nell'islam il "Codice" fa scordare "il rispetto di ogni simbolo religioso"

A dispetto degli accorati appelli al "rispetto di ogni simbolo religioso" lanciati durante le proteste contro le vignette su Maometto, il mondo islamico ritiene "inutile censurare il film" che nega la natura divina di Cristo. Per Pechino, "il film sarà un successo strepitoso".

Roma (AsiaNews) – Il lancio de "Il Codice da Vinci", la pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Dan Brown che nega la natura divina di Cristo ed avanza la teoria di una sua discendenza ancora in vita, continua a provocare reazioni di diverso tipo in tutto il mondo.

Se il mondo cattolico si divide fra richieste di censura e bando ed inviti ad una "visione ragionata", quello islamico e quello comunista dimenticano il rispetto dei valori religiosi dipingendolo come un "sicuro successo" e ritenendo "inutile la protesta dei cristiani".

La diocesi cattolica di Hong Kong, secondo la sua portavoce Loura Foo, "non chiede il bando della pellicola, né invita i fedeli a non andare al cinema. Ogni parroco è poi libero di fare e dire ciò che vuole all'interno della sua parrocchia". La stessa diocesi, tuttavia, terrà dei seminari il 20 ed il 21 maggio per "rispondere a ciò che le persone che hanno visto il film potrebbero aver frainteso".

Stessa linea per i metodisti e gli anglicani del Territorio, che non chiedono alcuna censura ma invitano "chiunque sia interessato all'argomento" a "giornate di discussione ed incontro con i pastori".

Contro il "Codice" sembra scendere in campo anche la chiesa cattolica ufficiale cinese, che da Pechino annuncia di voler chiedere ai fedeli di boicottare la pellicola perchè "immorale e offensiva". La notizia, lanciata dall'agenzia Xinhua, non specifica quale esponente della chiesa cinese abbia lanciato il boicottaggio, ma riporta solo l'accusa secondo cui il film "viola l'etica religiosa e morale ed arreca offesa ai sentimenti del clero e dei fedeli".

Il lungo articolo d'agenzia, ripreso dal quotidiano governativo People's Daily, annuncia nel contempo che "proprio ieri la pellicola è stata proiettata in prima assoluta all'Oriental Plaza Mall, nel centro di Pechino, con fastosi festeggiamenti" e sottolinea come "grazie ad un cast stellare e ad una superba regia" e soprattutto grazie "a 40 milioni di copie del libro vendute e alle proteste dei circoli religiosi in tutto il mondo", essa sarà "un successo strepitoso".

Il mondo arabo, a poche settimane dalle proteste mondiali contro le vignette che denigravano il profeta Maometto, sembra invece essersi dimenticato gli accorati appelli al "rispetto di ogni simbolo religioso" lanciati in diverse occasioni dai suoi maggiori esponenti. Secondo un sondaggio condotto dall'emittente al-Jazeera, infatti, l'81 % degli intervistati "non ritiene necessario bandire il film": il 14 % è di parere opposto mentre il restante 5 % "non si esprime".

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