Nello Stato di Johor stop a nuovi impianti idrici nei data center fino al 2027
Nella regione meridionale della Malaysia 18 mesi di fermo all’ampliamento dei sistemi di raffreddamento ad acqua per i centri di elaborazione dati. Tra le cause la siccità e la distribuzione delle risorse idriche, che non convogliano a sud dove si concetrano gli investimenti. Con 48 data center nel 2030 Johor diventerebbe un hub regionale.
Roma (AsiaNews/Agenzie) - Il Sud-est asiatico già da tempo si profila come un hub globale per i data center, le grandi infrastrutture richieste dai sistemi informatici, come server, archivi dati e apparecchiature di rete. Con una crescita della domanda che nel 2024 era stimata al 20% all’anno per almeno un lustro, con impatti (positivi) sulle economie della regione. Ma anche sulle risorse idriche, spesso limitate. In questo quadro lo stato di Johor, in Malaysia, ha chiesto alle società di sospendere per almeno 18 mesi l’ampliamento dei sistemi di raffreddamento ad acqua dei data center, altamente energivori. Le istituzioni sono alle prese con la siccità, e hanno sottolineato la necessità di ridurre l’utilizzo dell’acqua “fino alla metà del 2027”.
La Malaysia è diventata hub per i data center insieme a Singapore, Thailandia, Indonesia e Vietnam. Paesi che hanno attirato investitori per i bassi costi, la disponibilità di energia, e la relativa tranquillità geopolitica. Il freno nello Johor allo sfruttamento delle risorse idriche rappresenta un colpo basso al crescente sviluppo delle strutture, ma sicuramente non una battuta di arresto. Le autorità affermano che il rinvio temporaneo si applica solo alle strutture che utilizzano acqua per il raffreddamento dei server che funzionano 24 ore su 24. Tutto ciò, in un clima di crescente malcontento tra i residenti e gli ambientalisti, perché i vantaggi occupazionali ed economici degli investimenti tecnologici si scontrano con il fabbisogno idrico di base.
Lo Stato meridionale dello Johor, confinante con Singapore, spiega South China Morning Post, ospita ad oggi 15 data center; 11 sono in costruzione e 22 in fase di approvazione. Gli impianti - essenziali per tutti i bisogni informatici, dall’IA ai servizi di e-commerce - richiedono per il raffreddamento circa 675 milioni di metri cubi di acqua al giorno, secondo le stime del governo. Tuttavia, i funzionari affermano che il problema principale non sarebbe l’approvvigionamento idrico, giudicato sufficiente per la richiesta, ma la distribuzione. Ovvero, l’acqua non sarebbe trasportata in maniera omogenea. Ma siccità e inquinamento influiscono eccome, con i residenti che negli ultimi mesi hanno lamentato un peggioramento delle interruzioni dell’approvvigionamento.
Il South China Morning Post ricorda che all’inizio di novembre un incidente durante un'estrazione di sabbia ha costretto alla chiusura quattro impianti, interrompendo la disponibilità di acqua per oltre la metà dei 1,7 milioni di residenti nello Johor, anche fino a 12 ore. La concentrazione delle risorse sarebbe limitata alle zone centrale e orientali, mentre la richiesta maggiore proviene dal sud, nei pressi di Singapore, dove maggiori sono gli investimenti esteri. Il governo locale ha avviato quindi dei progetti volti a traportare l’acqua verso sud, da completare, appunto, entro la metà del 2027.
Lee Ting Han, consigliere esecutivo dello Johor per gli investimenti e il commercio, a Kuala Lumpur si è rivolto agli investitori. Non c’è modo di ricorrere al raffreddamento ad acqua prima del 2027, ha ribadito. I data center potranno comunque funzionare se si prendono in considerazione soluzioni alternative, come il raffreddamento ad aria, o altre tecnologie. Tra i maggiori investimenti a Johor vi sono la partnership tra YTL Utilities e Nvidia da 4,3 miliardi di dollari, per infrastrutture dedicate all’IA, e un progetto di Google da 2 miliardi per la costruzione del suo primo data center in Malaysia. Entro il 2030 dovrebbero essere 48 i data center nello Johor, che diventerebbecosì il più grande hub della regione.
17/01/2017 12:54
18/11/2022 11:59





