08/09/2025, 15.13
VATICANO
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Oltre 1600 nomi per i nuovi martiri del XXI secolo

Presentata in Vaticano la celebrazione ecumenica di domenica 14 con Leone XIV sui testimoni della fede degli ultimi 25 anni. Unica nel Giubileo, nasce dal lavoro della Commissione voluta da Bergoglio nel 2023. Nell'elenco 357 figure di martiri di Asia e Oceania recensiti dal 2000 a oggi. Mons. Fabene: "Segno di speranza". Presenti almeno 24 delegati di Chiese e Comunioni cristiane.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Domenica 14 settembre 2025 - festività dell’Esaltazione della Santa Croce - si terrà nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Roma, una celebrazione ecumenica di Commemorazione dei martiri e testimoni della fede del XXI secolo, presieduta da papa Leone XIV, con rappresentanti di diverse Chiese e Comunioni cristiane. Stamattina, nella Sala Stampa della Santa Sede si è tenuta una conferenza stampa per presentarne i significati. L’evento si pone in continuità con gli incontri per il Giubileo del 2000 con San Giovanni Paolo II: allora una commissione raccolse testimonianze di martirio lungo il Novecento. Lavoro continuato nel 2023 dalla Commissione nuovi martiri testimoni della fede, voluta da Bergoglio, guardando agli ultimi 25 anni.

Il recente gruppo venne istituito da papa Francesco presso il Dicastero per le cause dei Santi “affinché venisse elaborato anche per il nostro tempo un catalogo di tutti i cristiani, che hanno versato il loro sangue per amore di Cristo e per dare testimonianza al suo Vangelo”, ha detto mons. Fabio Fabene, presidente della Commissione, intervenendo all’evento. L’intento è stato quello di aggiornare la lista di Wojtyla in vista del Giubileo del 2025. La Commissione è formata da 11 membri: sacerdoti, religiosi, religiose e laici scelti tra diversi continenti. Per la ricerca si sono avvalsi del “contributo delle chiese particolari, degli istituti religiosi e di monte altre realtà ecclesiali”, ha aggiunto mons. Fabene. Prestando attenzione ai martiri, "segno di speranza" di “tutte le confessioni cristiane”. Nello spirito dell’“ecumenismo del sangue”, come diceva Giovanni Paolo II, che si attua nei “cristiani che hanno donato la vita”.

“Il cuore di questo lavoro è la memoria”. Così il prof. Andrea Riccardi, vicepresidente della Commissione dei Nuovi Martiri, ha definito il lavoro svolto negli scorsi due anni. Riccardi, storico, ricevuta la parola da Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha esposto i dati emersi dalla ricerca sul martirio nell’ultimo quarto di secolo. Anzitutto, rispetto alla precedente, si nota una “differenza profonda nella geografia dei testimoni della fede”. Nelle Americhe sono stati individuati 304 martiri. “Molti colpiti da organizzazioni mafiose, narcotraffico, contesti di deforestazione e di sfruttamento delle risorse naturali”, ha aggiunto. In Europa sono 43: un “numero basso”, ha sottolineato. Ma, è importante rilevare che 110 persone europee cristiane, “quasi sempre religiosi missionari, fidei donum, volontari, sono caduti in missione fuori dall’Europa”. Il Medio Oriente, compreso il Maghreb, conta 277 testimoni. “Questo ci fa pensare alla storia degli ultimi decenni, di persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, in Iraq”. Il gruppo comprende molti “non cattolici”, per la “condizione di intreccio comunionale” con i cristiani orientali.

Riferendosi all’Asia e all'Oceania, il prof. Andrea Riccardi ha riferito un numero di 357 “caduti”. “Colpiscono […] il maggior numero di morti tra i cristiani in preghiera, in particolare negli attentati alle tre diverse chiese di Colombo, Sri Lanka, il 21 aprile del 2019”. Gli attentati di Pasqua che causarono oltre 250 vittime. “Va segnalato che la diocesi di Colombo ha inviato molto materiale: è stata molto attiva nel fare memoria di questo dramma che l’ha sconvolta”, ha detto. È comunque l’Africa il continente con il maggior numero di cristiani uccisi: la Commissione ha recensito 643 martiri. In larga parte uccisi per “attacchi jihadisti, ma anche attacchi su base etnico-politica, che colpiscono anche i missionari presenti”, ha spiegato. Le maggior cause di morte sono terrorismo, attentati jihadisti, azioni di organizzazioni criminali e mafiose. 

Il numero totale di martiri uccisi nel mondo dal 2000 al 2025 è 1624. Una cifra che, però, rappresenta la “punta dell’iceberg” del fenomeno. Riccardi ha specificato le difficoltà che la Commissione nuovi martiri testimoni della fede - il cui lavoro continuerà oltre il 2025 - riscontra nella ricerca. Soprattutto per l’impossibilità di raccogliere statistiche attendibili nelle “aree remote” dell’Africa, e non solo. Nonostante gli ostacoli, è comunque tristemente chiaro che “i cristiani continuano a morire”, ha aggiunto. È da evidenziare che tra essi vi sono “molti martiri non riconosciuti”, le cui vicende sono comunque “toccanti” e “emblematiche di […] aree crocifisse nel nostro mondo contemporaneo”, ha spiegato. “Una è del giovane sacerdote caldeo, p. Ragheed Ganni, ucciso a Mosul (Iraq, ndr) nel 2007 con tre diaconi”, ha ricordato. “Disse a un convegno eucaristico di Bari: ‘Mi sento pieno di paura, ma quando ho in mano l’Eucarestia […] sento in me la sua forza. Questo ci fa resistere e sperare’”.

Infine, mons. Marco Gnavi, segretario della Commissione dei Nuovi Martiri, ha spiegato che la formula della celebrazione sarà la liturgia della Parola. Presieduta da Prevost e incentrata sul Vangelo delle Beatitudini. Al momento, 24 delegati ufficiali delle Chiese e Comunioni cristiane hanno confermato la propria presenza. Compreso il Metropolita Antonij di Volokolamsk, capo delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Oltre alle rappresentanze religiose, alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura la prossima domenica ci saranno religiosi e religiose, laici e pastori. Per partecipare a quello che mons. Fabio Fabene ha definito, durante il suo intervento nella conferenza odierna, l’“unica celebrazione ecumenica a Roma in tutto l’anno giubilare”.

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