11/12/2021, 09.15
TERRA SANTA
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Omicron svuota ancora Betlemme: 'Si trovi via per pellegrinaggi nella pandemia'

Per il patriarca latino di Gerusalemme la situazione per questo Natale è compromessa, ma bisogna “riprendere” nel 2022. Con le autorità politiche di Israele serve trovare un “nuovo modo”, che garantisca forme di “convivenza” fra pratica della fede e lotta al Covid-19. Il pellegrinaggio di AsiaNews a marzo del prossimo anno. 

Gerusalemme (AsiaNews) - Per questo Natale la situazione appare compromessa, perché “non ci sono i tempi per riaprire” e le prospettive delle scorse settimane “sono saltate”. È una riflessione amara in tema di pellegrinaggi, quella affidata ad AsiaNews dal patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che non vede possibili aperture per le feste imminenti. Tuttavia, egli non perde la speranza perché “è importante pensare a una ripartenza dopo le feste“, mettendosi oggi “l’animo in pace” per trovare “un nuovo modo con le autorità politiche” di dar vita a “forme di convivenza” con la pandemia e riaprire al turismo religioso “nel 2022”.

Il primate latino guarda con prospettive diverse al futuro perché il pellegrino non si può fermare, gli incontri, le visite vanno riprogrammate pure al tempo della pandemia, seppure con il carico di incertezze e di misure di sicurezza da adottare. Lo stesso papa Francesco, incontrando migranti e disperati, adulti e bambini, nel suo ultimo viaggio apostolico a Cipro e Grecia ha mostrato come sia essenziale “abbracciare senza timori”.

Ai primi di dicembre il governo di Israele ha annunciato un blocco per i viaggiatori stranieri, in seguito alla scoperta di una nuova variante (Omicron) emersa in Sud Africa ma ormai presente in molte nazioni del mondo. Una misura che è stata poi prorogata al 22 dicembre, ponendo una pietra tombale sulle residue speranze di ripresa entro fine anno del turismo internazionale, soprattutto di quello religioso con l’arrivo di pellegrini per le celebrazioni di Natale come auspicato dello stesso custode di Terra Santa. Ad AsiaNews fra Francesco Patton aveva invocato il superamento della “logica” dell’emergenza per “convivere” con il coronavirus che al momento sembra più un “pretesto" per bloccare il mondo. In risposta al suo appello, AsiaNews e il Centro Pime hanno lanciato un pellegrinaggio per marzo 2022 anche se il Covid-19 continua a circolare e spinge i governi alle chiusure.  

Lo scorso anno, nel pieno della pandemia e agli albori della campagna vaccinale, la cerimonia di accensione dell’albero di Natale a Betlemme e nelle altre città, come Nazareth, si era svolta in gran parte senza fedeli. La partecipazione è stata in gran parte virtuale, attraverso dirette sui social o nei canali televisivi, quando in epoca pre-pandemica attiravano migliaia di persone, locali e stranieri. Dopo una fase di speranza, Israele ha bloccato di nuovo gli ingressi per prevenire il contagio.

Fra i più colpiti vi sono i commercianti e gli albergatori di Betlemme, che guardavano con rinnovata speranza ai primi gruppi di pellegrini nelle scorse settimane. Hanna Nissan, venditore di souvenir, afferma a Jordan News che la nuova variante ha affossato le speranze. “Fino a una settimana fa - dice - ci aspettavamo un ritorno del turismo. Si cominciavano a vedere i segnali di spostamenti più liberi. Ma con la chiusura degli aeroporti, i visitatori non torneranno fino al prossimo anno”. Gli fa eco Elias Al-Arja, che dopo i primi dati incoraggianti sulle prenotazioni alberghiere e l’assunzione di personale ha dovuto mandare tutti a casa, perché “se non c’è lavoro non posso pagare gli stipendi”.

Certo, i numeri del 2019 sono lontani con i quattro milioni di arrivi in Israele, la metà dei quali pellegrini e un indotto anche per i territori palestinesi da milioni di dollari. Con i governi ancora improntati alla massima prudenza, in Terra Santa l’unica alternativa possibile è la preghiera per un miracolo di Natale. Tuttavia, se non si vuole bloccare per un tempo indefinito l’accesso ai luoghi in cui è nato il cristianesimo è necessario “trovare nuove vie”, come auspicato dal patriarca Pizzaballa. 

Una ipotesi consiste nella creazione di corridoi “Covid-free” fra nazioni, come avviene in taluni casi per gli affari o il turismo, applicando le stesse regole ai pellegrini. Alla Chiesa di Gerusalemme e alla Custodia il compito di mediare con Israele, superando il mero criterio dell’emergenza.  

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