27/02/2012, 00.00
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Oscar 2012, anche l’Asia sbanca a Hollywood

L’iraniano A Separation è il “miglior film straniero”, il pakistano Saving Face il “miglior cortometraggio documentario”. Due primati per entrambi: la pellicola iraniana è la prima a vincere una statuetta in quella categoria; il corto è in assoluto il primo film pakistano a essere candidato agli Oscar.

Hollywood (AsiaNews) - Anche quest'anno l'Academy è riuscita a emozionare, e lo ha fatto proprio attraverso gli unici due film asiatici in concorso: l'iraniano A Separation, "miglior film straniero", e il pakistano Saving Face, "miglior corto documentario". Il primo racconta la storia di una coppia che ottiene il visto per espatriare, ma decide di divorziare quando il marito rifiuta di seguire moglie e figlia fuori dall'Iran, per accudire il padre malato. Il secondo è un viaggio in Pakistan tra le vittime sfigurate dall'acido, e la loro lotta per avere giustizia. Per il resto, gli Oscar 2012 non saranno ricordati per originalità e colpi di scena. Il francese The Artist ha conquistato le annunciate cinque statuette, tra cui quella di "miglior film", "miglior attore protagonista" e "miglior regista". La veterana Meryl Streep ha conquistato il suo terzo oscar come "migliore attrice protagonista" per il suo ritratto di Margareth Thatcher in The Iron Lady.

Già Orso d'oro a Berlino e Orso d'argento agli attori, A Separation è una pellicola drammatica e intensa, che dipinge un affresco non banale della società iraniana contemporanea. Nel quale spetta alle donne (madri e figlie; forti e tragiche) cercare di trovare soluzioni a vicende molto quotidiane - il dramma di un divorzio; la difficoltà di crescere una figlia adolescente; l'assistere un padre malato -, in un mondo che certo non rende loro le cose facili. Stringendo in mano la statuetta, il regista Asghar Farhadi (scoperto dal pubblico internazionale nel 2009 con About Elly) ha dedicato "con orgoglio" il film "alle persone del mio Paese", dicendosi certo che "i molti iraniani che stanno guardando, sono felici non solo perché un film iraniano ha vinto un premio importante, ma perché abbiamo celebrato una cultura splendida, da troppo tempo nascosta sotto la polvere della politica".

Il premio assegnato al pakistano Saving Face è altrettanto importante. Girato da Daniel Junge e prodotto da Sharmeen Obaid-Chinoy, il documentario segue il ritorno in Pakistan del chirurgo plastico Mohammad Jawad (inglese di origine pakistana), per aiutare le vittime di attacchi portati con l'acido e praticare interventi di plastica ricostruttiva nei sopravvissuti. Tra queste, Saving Face racconta la storia di una donna, in lotta da anni per vedere i suoi aggressori finalmente arrestati.

Entrambi i film rappresentano due "prime volte", per i Paesi. A Separation è infatti il primo film iraniano a vincere una statuetta nella categoria "miglior film straniero". Nel 1997, Children of Heaven - il primo film iraniano in assoluto a essere candidato agli Oscar - venne battuto dal nostrano La vita è bella, di Roberto Benigni. Saving Face è la prima produzione cinematografica pakistana a essere nominata agli Academy Awards.

 

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