11/02/2022, 12.28
VATICANO
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Papa, Giubileo 2025: ‘Pellegrini di speranza’ contro la solitudine della pandemia

L’organizzazione affidata al Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione. Nella lettera a mons. Fisichella il ringraziamento a “uomini e donne di scienza” che hanno trovato un “primo rimedio” per il ritorno alla “vita quotidiana”. La necessità di “condividere con tutti” i medicinali necessari. La guarigione dalla pandemia passa dal “senso di fraternità universale”. 

Città del Vaticano (AsiaNews) - In un periodo storico segnato da morte in solitudine, chiusure e limitazioni causate dalla pandemia di Covid-19 è necessario “tenere accesa la fiaccola della speranza” e “fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”. È quanto scrive papa Francesco, in una lettera indirizzata al presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, indicendo l’Anno giubilare 2025 all’insegna del motto “Pellegrini di speranza”. L’auspicio del pontefice è che “il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”. 

Nella lettera a mons. Fisichella il papa ripercorre l’ultimo biennio caratterizzato da incertezza e provvisorietà dell’esistenza, fattori che hanno “modificato il nostro modo di vivere”. Una sofferenza condivisa “come cristiani” con tutti i fratelli e le sorelle per una vita stravolta. “Le nostre chiese - prosegue il pontefice - sono rimaste chiuse, così come le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi e i luoghi dedicati al tempo libero”. Anche in una fase di profondo smarrimento non è mancata la speranza giunta dagli “uomini e donne di scienza” che “con grande tempestività” hanno trovato un “primo rimedio che progressivamente permette di ritornare alla vita quotidiana”.

Grazie al vaccino e alle cure finora emerse, auspica il pontefice, “abbiamo piena fiducia che l’epidemia possa essere superata e il mondo ritrovare i suoi ritmi di relazioni personali e di vita sociale”. Tuttavia, avverte, l’obiettivo sarà “più facilmente raggiungibile nella misura in cui si agirà con fattiva solidarietà, in modo che non vengano trascurate le popolazioni più indigenti, ma si possa condividere con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari”. Il percorso di guarigione dalla pandemia passa anche dal recupero del “senso di fraternità universale” che deve spingere non chiudere gli occhi “davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani. Penso - aggiunge il papa - specialmente ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo”. 

Ricordando in un passaggio le Chiese “latine e orientali” chiamate in questo tempo a “intensificare il cammino sinodale”, il pontefice invita alla via “comune” da percorrere per essere “segno e strumento di unità nell’armonia delle diversità”. “Sarà importante - prosegue - aiutare a riscoprire le esigenze della chiamata universale alla partecipazione responsabile, nella valorizzazione dei carismi e dei ministeri che lo Spirito Santo non cessa mai di elargire per la costruzione dell’unica Chiesa”. In quest’ottica restano centrali le quattro Costituzioni del Concilio Vaticano II e il magistero della Chiesa per proseguire nell’annuncio del Vangelo. 

Il Giubileo ha sempre rappresentato un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale sin da Bonifacio VIII nel 1300, con il primo Anno Santo. Nel documento, firmato oggi a San Giovanni in Laterano, memoria della Beata Vergine di Lourdes, Francesco ricorda che il Giubileo è occasione per il perdono dai peccati, l’indulgenza “espressione piena della misericordia di Dio” e il pellegrinaggio di milioni di fedeli nei luoghi santi. Come avvenuto per il Grande Giubileo del 2000 di San Giovanni Paolo II, che ha “introdotto la Chiesa nel terzo millennio della sua storia” con la speranza che “tutti i cristiani, superate le storiche divisioni, potessero celebrare insieme i 2mila anni della nascita di Gesù Cristo”. E ancora il Giubileo straordinario della Misericordia che ha permesso di riscoprire “la forza e la tenerezza” dell’amore di Dio “per esserne a nostra volta testimoni”. 

Al dicastero retto da mons. Fisichella è affidata l’organizzazione dell’Anno Santo, che deve coniugare una dimensione spirituale al vivere sociale “per costruire una unità coerente”. Da ultimo, vi è un richiamo ai temi ecologici e all’ambiente cari al Santo Padre: “Sentendoci tutti pellegrini sulla terra in cui il Signore ci ha posto perché la coltiviamo e la custodiamo (cfr Gen 2,15), non trascuriamo, lungo il cammino, di contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune”. Affidando la Chiesa a Maria, il papa rivolge un invito finale alla preghiera che resta “la via maestra verso la santità”. 

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