28/03/2024, 12.07
VATICANO
Invia ad un amico

Papa ai preti nel Giovedì Santo: Dio non ci chiede giudizi, ma lacrime per chi è lontano

Francesco ha dedicato al pianto di Pietro l’omelia della Messa crismale, pronunciata personalmente nella basilica vaticana. "Nella vita spirituale chi non piange regredisce, invecchia dentro, mentre chi si commuove davanti a Dio matura". Questo pomeriggio con le detenute del carcere di Rebibbia la Messa in Coena Domini con la lavanda dei piedi

Città del Vaticano (AsiaNews) – “A noi, suoi pastori, il Signore non chiede giudizi sprezzanti su chi non crede, ma amore e lacrime per chi è lontano”. È l’invito che papa Francesco ha rivolto questa mattina a tutti i sacerdoti nell’omelia della Messa crismale, nella mattina del Giovedì Santo. In quella che è la giornata sacerdotale per eccellenza - nel ricordo dell’istituzione dell’Eucaristia - il pontefice è tornato a pronunciare personalmente una lunga omelia davanti ai preti della diocesi di Roma, riuniti per il rito durante il quale in ogni Chiesa locale di tutto il mondo avviene la consegna degli oli sacri utilizzati per l’amministrazione dei sacramenti. È stato il primo appuntamento della giornata che vedrà poi questo pomeriggio il pontefice recarsi nella sezione femminile del carcere romano di Rebibbia, per celebrare insieme alle detenute e agli operatori penitenziari la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi.

A gettare un ponte tra i due momenti è stato lo sguardo alla misericordia di Dio, più grande di ogni debolezza, che Francesco ha posto al centro anche nell’omelia della Messa crismale, riflettendo sulle lacrime di Pietro nella notte del tradimento di Gesù. “Lacrime che, sgorgate da un cuore ferito - ha commentato - lo liberarono da convinzioni e giustificazioni fasulle. Quel pianto amaro gli cambiò la vita”.

È l’orizzonte che ha indicato anche ai preti invitandoli a riscoprire “un aspetto della vita spirituale piuttosto tralasciato, ma essenziale. Lo ripropongo oggi con una parola forse desueta - ha detto - ma che credo ci faccia bene riscoprire: la compunzione”. Una parola che indica “una puntura sul cuore” che trasforma la vita. “Non un senso di colpa che butta a terra – ha spiegato Francesco - non una scrupolosità che paralizza, ma è una puntura benefica che brucia dentro e guarisce, perché il cuore, quando vede il proprio male e si riconosce peccatore, si apre, accoglie l’azione dello Spirito Santo, acqua viva che lo smuove facendo scorrere le lacrime sul volto. Chi getta la maschera e si lascia guardare da Dio nel cuore riceve il dono di queste lacrime, le acque più sante dopo quelle del Battesimo”.

“Non significa piangerci addosso, come spesso siamo tentati di fare – ha aggiunto il pontefice - come quando, per uno strano e insano piacere dell’animo, amiamo rimestare nei torti ricevuti per auto-commiserarci, pensando di non aver ricevuto ciò che meritavamo e immaginando che il futuro non potrà che riservarci continue sorprese negative”. Al contrario piangere su noi stessi è “pentirsi seriamente di aver rattristato Dio col peccato; è riconoscere di essere sempre in debito e mai in credito; è scendere nei meandri dell’ipocrisia clericale, nella quale scivoliamo tanto…. Per poi, rialzare lo sguardo al Crocifisso e lasciarmi commuovere dal suo amore che sempre perdona e risolleva”.

Ai sacerdoti Francesco ha rivolto l’invito a chiedersi se, col passare degli anni, queste lacrime aumentino oppure diminuiscano. “Sotto questo aspetto – ha spiegato - è bene che avvenga il contrario rispetto alla vita biologica, dove, quando si cresce, si piange meno di quando si è bambini. Nella vita spirituale, invece, dove conta diventare bambini (cfr Mt 18,3), chi non piange regredisce, invecchia dentro, mentre chi raggiunge una preghiera più semplice e intima, fatta di adorazione e commozione davanti a Dio, quello matura. Si lega sempre meno a sé stesso e più a Cristo, e diventa povero in spirito. E così chi si compunge nel cuore si sente sempre più fratello di tutti i peccatori del mondo, senza parvenza di superiorità o asprezza di giudizio, ma sempre con desiderio di amare e riparare”.

Solo così le situazioni difficili che il sacerdote incontra, come la mancanza di fede o le sofferenze, “non suscitano la risolutezza nella polemica, ma la perseveranza nella misericordia. Quanto abbiamo bisogno di essere liberi da durezze e recriminazioni, da egoismi e ambizioni, da rigidità e insoddisfazioni, per affidarci e affidare a Dio, trovando in Lui una pace che salva da ogni tempesta. Adoriamo, intercediamo e piangiamo per gli altri: permetteremo al Signore di compiere meraviglie”.

Oggi – ha aggiunto ancora Francesco – “corriamo il rischio di essere molto attivi e al tempo stesso di sentirci impotenti, col risultato di perdere l’entusiasmo ed essere tentati di ‘tirare i remi in barca’, di chiuderci nella lamentela e far prevalere la grandezza dei problemi sulla grandezza di Dio. Ma se invece l’amarezza e la compunzione si rivolgono, anziché al mondo, al proprio cuore, il Signore non manca di visitarci e rialzarci”.

Di qui l’invito a chiedere nella preghiera la grazia della compunzione, perché “il pentimento è dono di Dio, è frutto dell’azione dello Spirito Santo”. Per coltivarlo il papa ha consegnato ai preti anche due consigli: innanzi tutto non appiattirsi sul presente, ma allargare lo sguardo coltivando la memoria del passato (“ricordando la fedeltà di Dio”) e lo sguardo sul futuro (“la meta eterna a cui siamo chiamati”). E poi tornare a una preghiera che non sia dovuta e funzionale, ma gratuita, calma e prolungata, nell’adorazione. “Riscopriremo la sapienza della Santa Madre Chiesa – ha concluso il papa - che ci introduce alla preghiera sempre con l’invocazione del povero che grida: O Dio, vieni a salvarmi”.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Poso, violenze anticristiane: estremisti incendiano una chiesa protestante
23/10/2012
Avvistata in un porto somalo la petroliera saudita dirottata
18/11/2008
Papa: la “lavanda dei piedi” ricorda che “Dio ci ama fino alla fine”
13/04/2017 18:54
Papa: nel carcere di Regina Coeli lava i piedi a 12 detenuti
29/03/2018 16:53
​Card. Re: preghiamo Dio, perché metta fine alla pandemia
01/04/2021 18:46


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”