19/08/2011, 00.00
VATICANO - GMG
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Papa: Giovani, non passate oltre davanti alla sofferenza umana

Benedetto XVI partecipa alla Via Crucis, uno dei gesti più sentiti della Gmg. Esposti alcuni preziosi gruppi scultorei tipici della devozione spagnola della Settimana santa. Ricordate le sofferenze dei giovani della Terra santa, dei perseguitati, dei senza lavoro, dei poveri. Una preghiera a María Santísima de Regla, la Madonna Addolorata venerata a Siviglia.
Madrid (AsiaNews) – Benedetto XVI ha rivolto ai giovani della Gmg l’appello a non “passare oltre davanti alla sofferenza umana” e, seguendo le orme di Cristo, divenire “segni della sua consolazione e salvezza”. Il papa si è rivolto ai giovani al termine della Via Crucis celebrata attorno a Plaza de Cibeles.

Lungo un breve percorso si sono snodate le14 Stazioni, ognuna segnata con un complesso scultoreo tipico della devozione spagnola della Settimana santa, i “pasos”. I vari gruppi lignei, di preziosa fattura, provengono da diverse parti della Spagna, accompagnate dalle confraternite delle città spagnole di provenienza, che il pontefice ha salutato alla fine della celebrazione. “Sono immagini – ha detto il papa - nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione. Quando lo sguardo della fede è limpido e autentico, la bellezza si pone al suo servizio ed è capace di raffigurare i misteri della nostra salvezza fino a commuoverci profondamente e trasformare il nostro cuore”.

La Via Crucis ha voluto anche ricordare le molte sofferenze dei cristiani e dei giovani: la Terra Santa, i perseguitati del'India, del Pakistan, dell'Africa, dell'Iraq, i senza lavoro, gli emarginati, i drogati, i terremotati di Haiti e del Giappone... Le meditazioni sono state preparate dalle suore della Croce di Siviglia, che lavorano fra i più poveri e i bisognosi. La Via Crucis, ormai una tradizione della Gmg, è fra i gesti più sentiti dai giovani, un gesto controcorrente che strappa da questi giorni l’immagine banale di “Woodstock cattolica”.

Benedetto XVI, a nome di tutti i giovani si domanda: “Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo?”. E subito la risposta: “La passione di Cristo ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini”.

“Cari giovani – aggiunge - che l’amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire. Le diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza”.


“La croce – continua - non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita. Il Padre volle amare gli uomini nell’abbraccio del suo Figlio crocifisso per amore. La croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa riconosciamo l’icona dell’amore supremo, dove impariamo ad amare ciò che Dio ama e come Egli lo fa: questa è la Buona Novella che ridona la speranza al mondo”.

“Volgiamo ora – ha concluso - i nostri occhi alla Vergine Maria, che nel Calvario ci fu consegnata come Madre, e supplichiamola di sostenerci con la sua amorevole protezione nel cammino della vita, in particolare quando attraversiamo la notte del dolore, affinché ci sforziamo di mantenerci come Lei saldi ai piedi della croce”.

E proprio come conclusione, Benedetto XVI ha rivolto una preghiera rivolto al gruppo scultoreo dedicato a Maria Addolorata, quello di María Santísima de Regla di Siviglia.
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