26/01/2011, 00.00
VATICANO
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Papa: Giovanna d’Arco esempio di santità per i laici impegnati in politica

Illustrando all’udienza generale la figura della Pulzella d’Orleans, Benedetto XVI ne sottolinea la “luminosa testimonianza” che “invita a una misura alta della vita cristiana: fare della preghiera il filo conduttore delle nostre giornate, seguire la volontà di Dio quale che essa sia, vivere la carità senza favoritismi e senza limiti”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Dedicarsi alla vita pubblica come servizio. E’ l’insegnamento offerto da santa Giovanna d’Arco, “un bell'esempio di santità per i laici impegnati nella vita politica, soprattutto nelle situazioni piu' difficili”, “una di quelle donne forti che alla fine del Medio Evo portarono la luce del Vangelo nella storia”, la figura della quale è stata illustrata da Benedetto XVI agli ottomila fedeli presenti all’udienza generale.
 
Giovanna è stata una donna che ha amato Gesù e la Chiesa “fino alla fine” e che, “con la sua luminosa testimonianza ci invita a una misura alta della vita cristiana: fare della preghiera  il filo conduttorre delle nostre giornate, seguire la volontà di Dio quale che essa sia, vivere la carità senza favoritismi e senza limiti”.
 
Nata il 6 gennaio 1412 in una agiata famiglia contadina, Giovanna è “particolarmente vicina” a Caterina da Siena, “due giovani donne del popolo, laiche e consacrate nella verginità; due mistiche impegnate, non nel chiostro, ma in mezzo alle realtà più drammatiche della Chiesa e del mondo del loro tempo”.
 
Giovanna nasce nel periodo della grande crisi del grande scisma d’Occidente. “Quando muore ci sono un papa e un antipapa, quando nasce un papa e due antipapi” e ci sono le “guerre fratricide tra i popoli d’Europa, la più intensa è la guerra dei 100 anni”. La giovane “riceve una buona educazione cristiana”, ma non sapeva né leggere né scrivere, sue fonti sono le testimonianze ai due processi, il primo, di condanna, contiene lunghe trascrizioni degli interrogatori durante glu ultimi due mesi di vita, il secondo, voluto da papa Callisto III, che dichiarò nulla la condanna, contiene le deposizioni di circa 120 testimoni oculari di tutti i periodi della sua vita.
 
“Dalle sue parole sappiamo che la vita religiosa di Giovanna matura attraverso una esperienza mistica fin dall’età di 13 anni”, quando ode la voce dell'arcangelo Michele, che la chiamava. “La sua immediata risposta, sono il suo sì e il voto di castità”. Ha una intensa vita di preghiera e “la compassione e l'impegno della giovane contadina francese di fronte alla sofferenza del suo popolo sono resi più intensi dal suo rapporto mistico con Dio”
 
“Il legame tra esperienza mistica e missione politica è una caratteristica peculiare di Giovanna”. Dopo anni di “vita nascosta segue il biennio intenso della sua vita pubblica. Un periodo di azione e di passione”. Inizia la sua opera di liberazione a soli 17 anni. E’ una donna “molto forte e decisa capace di convincere uomini insicuri e scoraggiati”. L'impegno “per la liberazione del suo popolo è inteso come opera di giustizia umana che compie nella carità”.
 
All'inizio del 1429, Giovanna inizia la sua opera di liberazione. “Le numerose testimonianze ci mostrano questa giovane donna di soli 17 anni come una persona molto forte e decisa”. Incontra il delfino di Francia, il futuro Re Carlo VII, che la sottopone a un esame da parte di alcuni teologi. “Il loro giudizio è positivo: in lei non vedono niente di male, solo una buona cristiana”.   Il 22 marzo 1429, Giovanna detta un'importante lettera al re d'Inghilterra e ai suoi uomini che assediano la città di Orléans. “E’ una proposta di vera pace nella giustizia tra i due popoli cristiani, alla luce dei nomi di Gesù e di Maria, ma è respinta”. Giovanna allora si impegna nella lotta per la liberazione della città, che avviene l'8 maggio. L'altro momento culminante della sua azione politica è l’incoronazione del re Carlo VII a Reims, il 17 luglio 1429. “Per un anno intero, Giovanna vive con i soldati, compiendo in mezzo a loro una vera missione di evangelizzazione. Numerose sono le loro testimonianze riguardo alla sua bontà, al suo coraggio e alla sua straordinaria purezza. E' chiamata da tutti ed ella stessa si definisce la pulzella, cioè la vergine”.  
 
”La passione” di Giovanna inizia il 23 maggio 1430. Fatta prigioniera, il 23 dicembre viene condotta a Rouen, dove si svolge “il lungo e drammatico processo di condanna, che inizia nel febbraio 1431 e finisce il 30 maggio con il rogo. E' un grande e solenne processo, presieduto da due giudici ecclesiastici”, ma in realtà “interamente guidato da un folto gruppo di teologi della celebre università di Parigi, che partecipano al processo come assessori. Sono ecclesiastici francesi, che avendo fatto la scelta politica opposta a quella di Giovanna, hanno a priori un giudizio negativo sulla sua persona e sulla sua missione. Questo processo è una pagina sconvolgente della storia della santità e anche una pagina illuminante sul mistero della Chiesa, che, secondo le parole del Concilio Vaticano II, è allo stesso tempo santa e sempre bisognosa di purificazione. E’ l'incontro drammatico tra questa Santa e i suoi giudici, che sono ecclesiastici. Da costoro Giovanna viene accusata e giudicata, fino ad essere condannata come eretica e mandata alla morte terribile del rogo”.
 
Sono “teologi ai quali mancano la carità e l'umiltà di vedere in questa giovane l’azione di Dio” e che fanno venire in mente le parole di Gesù, che “i misteri di Dio sono rivelati a chi ha il cuore dei piccoli, mentre rimangono nascosti ai dotti e sapienti”. Così, i giudici di Giovanna “sono radicalmente incapaci di comprenderla, di vedere la bellezza della sua anima: non sapevano di condannare una Santa”.   L'appello di Giovanna al giudizio del Papa, il 24 maggio, è respinto dal tribunale. La mattina del 30 maggio, riceve per l'ultima volta la Comunione, e viene condotta al supplizio. “Chiede a uno dei sacerdoti di tenere davanti al rogo una croce. Così muore guardando Gesù crocifisso e pronunciando più volte e ad alta voce il nome di Gesù”.
 
Circa 25 anni più tardi, il processo di nullità mette in luce la sua innocenza e “la perfetta fedeltà alla Chiesa”. Giovanna d’Arco sarà poi canonizzata da Benedetto XV, nel 1920.   Il nome di Gesù, invocato dalla santa fin negli ultimi istanti della sua vita terrena, “era come il continuo respiro della sua anima, come il battito del suo cuore, il centro di tutta la sua vita”. Giovanna “aveva compreso che l’amore abbraccia tutta la realtà di Dio e dell'uomo, del cielo e della terra, della Chiesa e del mondo”.
 
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