10/01/2023, 14.19
VATICANO
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Papa: inaccettabile far dipendere la vita di una persona da un algoritmo

Francesco ai promotori della "Rome Call for AI Ethics", un’iniziativa della Pontifica Accademia per la Vita che vede insieme cristiani, ebrei e musulmani per tutelare la dignità umana nelle nuove tecnologie digitali. E nel messaggio per la Giornata del malato chiede ai governi: accesso alle cure per tutti, oltre i limiti strutturali mostrati dal Covid-19. 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Anche l’intelligenza artificiale ha bisogno di un’etica. Ad esempio: non è accettabile far dipendere la vita e il destino di un richiedente asilo dai calcoli meccanici di un algoritmo. Lo ha detto oggi papa Francesco ricevendo in udienza nella Sala Clementina in Vaticano i promotori della Rome Call for AI Ethichs, un’iniziativa interreligiosa lanciata dalla Pontificia Accademia per la Vita che mira a proporre “un‘alleanza sapienziale e spirituale, per tutelare nello spirito della Fratelli tutti la dignità umana in questa epoca di pervasività tecnologica”.

Insieme all’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente dell’organismo vaticano, all’udienza erano presenti alcuni tra i primi firmatari dell’appello: il rabbino Rasson Weisz, lo sheikh Abdallah bin Bayyah, ma anche personalità dell’industria tecnologica come il presidente di Microsoft Brad Smith, il vice-presidente di IBM Dario Gil e il capo economista della Fao Maximo Torero Cullen.

“Siamo tutti consapevoli di quanto l’intelligenza artificiale sia sempre più presente in ogni aspetto della vita quotidiana, sia personale che sociale - ha detto loro papa Francesco -. Incide sul nostro modo di comprendere il mondo e noi stessi” e i suoi strumenti “sono sempre più decisivi nell’attività e perfino nelle decisioni umane”. 

“Sono lieto di sapere - ha proseguito il pontefice - che volete coinvolgere anche le altre grandi religioni mondiali e gli uomini e le donne di buona volontà affinché l’algoretica, ossia la riflessione etica sull’uso degli algoritmi, sia sempre più presente, oltre che nel dibattito pubblico, anche nello sviluppo delle soluzioni tecniche. Ogni persona, infatti, deve poter godere di uno sviluppo umano e solidale, senza che nessuno sia escluso”.

Di qui l’invito a vigilare “affinché non attecchisca l’uso discriminatorio di questi strumenti a spese dei più fragili e a spese degli esclusi. Ricordiamoci sempre che il modo con cui trattiamo l’ultimo e il meno considerato tra i nostri fratelli e sorelle dice il valore che riconosciamo all’essere umano. Si può fare l’esempio delle domande dei richiedenti asilo: non è accettabile che la decisione sulla vita e il destino di un essere umano vanga affidata ad un algoritmo”.

Al tema della cura di chi è più fragile guarda anche il messaggio del papa per la Giornata mondiale del malato, diffuso sempre oggi dalla Sala stampa vaticana. “Abbi cura di lui.
La compassione come esercizio sinodale di guarigione” il tema scelto per l’appuntamento che la Chiesa celebra l’11 febbraio nella festa della Madonna di Lourdes e che è giunto quest’anno alla sua XXXI edizione. Facendo riferimento al Sinodo in corso nel messaggio Francesco scrive che “quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri ‘si arrangino’”.

Nel testo invita però anche ad allargare questo sguardo anche alle sue implicazioni sociali: ““Gli anni della pandemia - commenta il pontefice - hanno aumentato il nostro senso di gratitudine per chi opera ogni giorno per la salute e la ricerca. Ma da una così grande tragedia collettiva non basta uscire onorando degli eroi. Il Covid-19 ha messo a dura prova questa grande rete di competenze e di solidarietà e ha mostrato i limiti strutturali dei sistemi di welfare esistenti. Occorre pertanto – conclude - che alla gratitudine corrisponda il ricercare attivamente, in ogni Paese, le strategie e le risorse perché ad ogni essere umano sia garantito l’accesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute”.

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