16/09/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: la Misericordia di Dio, più forte del buio dell’11 settembre

Benedetto XVI sfida le opinioni sul "conflitto delle civiltà" riaffermando che la "vera religione" è amore a tutti, amici e nemici. Appello ad attuare una più efficace salvaguardia del creato dopo il Protocollo di Montreal. Ricordate 3 nuove beatificazioni in Polonia e in Francia. Uno speciale saluto ai membri di Aiuto alla Chiesa che soffre.

Castel Gandolfo (AsiaNews) – “L’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio” anche “dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001, che oscurarono l’alba del terzo millennio”:è quanto ha sottolineato Benedetto XVI prima della preghiera dell’Angelus, recitata insieme alle migliaia di pellegrini stipati nel cortile del palazzo apostolico di Castel Gandolfo. A pochi giorni dal 6° anniversario dell’attacco terroristico delle Torri Gemelle a New York, che hanno spinto molti a parlare di “conflitto di civiltà” e di “guerre di religione”, il pontefice afferma che “la vera religione consiste… nell’entrare in sintonia con questo Cuore ‘ricco di misericordia’, che ci chiede di amare tutti, anche i lontani e i nemici, imitando il Padre celeste che rispetta la libertà di ciascuno ed attira tutti a sé con la forza invincibile della sua fedeltà”.

L’annotazione del papa prende spunto dal vangelo della liturgia di oggi, il cap.15° di Luca, con le tre parabole della pecorella smarrita, della dramma perduta e dei due figli: “In questa pagina evangelica sembra quasi di sentire la voce di Gesù, che ci rivela il volto del Padre suo e Padre nostro. In fondo, per questo Egli è venuto nel mondo: per parlarci del Padre; per farlo conoscere a noi, figli smarriti, e risuscitare nei nostri cuori la gioia di appartenergli, la speranza di essere perdonati e restituiti alla nostra piena dignità, il desiderio di abitare per sempre nella sua casa, che è anche la nostra casa”.

Sull’urgenza di testimoniare la misericordia nella nostra società, Benedetto XVI ricorda l’enciclica “Dives in Misericordia” di Giovanni Paolo II,  “che è stato un grande apostolo della divina Misericordia. Al Padre misericordioso dedicò la sua seconda Enciclica, e lungo tutto il suo pontificato si fece missionario dell’amore di Dio a tutte le genti”.

“Questa è la strada – ha concluso il pontefice - che Gesù mostra a quanti vogliono essere suoi discepoli: "Non giudicate… non condannate... perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato… Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro" (Lc 6,36-38).

Dopo la preghiera dell’Angelus, il papa ha rivolto ancora un appello di sapore “ecologico”, ricordando i 20 anni dalla dall’adozione del "Protocollo di Montreal" sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono “provocando gravi danni all’essere umano e all’ecosistema”. “Negli ultimi due decenni  ha detto Benedetto XVI -  grazie ad una esemplare collaborazione nella comunità internazionale tra politica, scienza ed economia, si sono ottenuti importanti risultati, con positive ripercussioni sulle generazioni presenti e future. Auspico che, da parte di tutti, si intensifichi la cooperazione, al fine di promuovere il bene comune, lo sviluppo e la salvaguardia del creato, rinsaldando l’alleanza tra l’uomo e l’ambiente, che dev’essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino”.

Benedetto XVI ha anche rivolto un saluto ai fedeli polacchi radunati  al santuario di Licheń, dove il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha proclamato beato il p. Stanislao Papczyński, fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani. “Rivolgo – ha detto il papa - un cordiale saluto ai fedeli radunati per tale felice circostanza e ai numerosi devoti del nuovo Beato, che in lui venerano un sacerdote esemplare nella predicazione, nella formazione dei laici, padre dei poveri e apostolo della preghiera di suffragio per i defunti”.

Il pontefice ha anche ricordato la beatificazione di suor Maria Celina della Presentazione della Beata Vergine Maria, monaca professa del Second’Ordine di San Francesco, beatificata oggi a Bordeaux dal card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Ricordando la nuova beata, egli ha detto: “La sua vita segnata dalla croce ha voluto essere un segno di amore a Cristo, come lei stessa diceva: ‘Ho sete di essere una rosa di carità’”. Il card. Saraiva Martins ha anche beatificato ieri a Le Mans il p. Basilio Antonio Maria Moreau, fondatore della Congregazione della Santa Croce.

Fra i gruppi, il papa ha salutato anche i responsabili di Kirche in Not (Aiuto alla Chiesa che soffre), radunati a Roma per un convegno sul 60 anniversario della organizzazione impegnata a sostegno dell’evangelizzazione nel mondo e delle Chiese perseguitate.

 

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