07/12/2022, 10.49
VATICANO
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Papa: la violenza domestica uccide la libertà e soffoca la vita

Nell'udienza generale Francesco ha messo in guardia dalla possessività nelle relazioni. Rivolgendosi ai pellegrini polacchi ha accostato l'Operazione Reinhardt - una delle pagine nere della Shoah - agli eccidi di oggi in Ucraina. "All'Immacolata chiediamo di essere conforto per quanti sono provati dalla brutalità della guerra".

Città del Vaticano (AsiaNews) – “La possessività è nemica del bene e uccide l’affetto: i tanti casi di violenza in ambito domestico, di cui abbiamo purtroppo notizie frequenti, nascono quasi sempre dalla pretesa di possedere l’affetto dell’altro, dalla ricerca di una sicurezza assoluta che uccide la libertà e soffoca la vita, rendendola un inferno”. Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi ai fedeli nell’aula Paolo VI in Vaticano durante il consueto appuntamento dell’udienza generale del mercoledì.

Proseguendo il ciclo di catechesi dedicato al discernimento il papa si è soffermato oggi sul tema della conferma della buona scelta. “Il tempo - ha spiegato - è un criterio fondamentale per riconoscere la voce di Dio in mezzo a tante altre voci. Uno dei segni distintivi dello spirito buono è il fatto che esso comunica una pace che dura”.

Il pontefice si è soffermato in particolare su alcuni aspetti che aiutano a leggere il tempo successivo alla decisione come possibile conferma della sua bontà. Innanzi tutto il fatto che una decisione venga considerata come “un possibile segno di risposta all’amore e alla generosità che il Signore ha nei miei confronti. Non nasce da paura, da un ricatto affettivo o da una costrizione, ma dalla gratitudine per il bene ricevuto, che muove il cuore a vivere con liberalità la relazione con il Signore”. Poi “la consapevolezza di sentirsi al proprio posto nella vita e parte di un disegno più grande, a cui si desidera offrire il proprio contributo”.

Un altro segno importante è il fatto di “rimanere liberi nei confronti di quanto deciso, disposti a rimetterlo in discussione, anche a rinunciarvi di fronte a possibili smentite, cercando di trovare in esse un possibile insegnamento del Signore. Questo non perché Lui voglia privarci di ciò che ci è caro, ma per viverlo con libertà, senza attaccamento”. Solo Dio sa che cosa è veramente buono per noi”.

“Possiamo amare solo nella libertà – ha proseguito il papa -, per questo il Signore ci ha creato liberi, liberi anche di dirgli di no. Offrire a Lui ciò che abbiamo di più caro è nel nostro interesse, ci consente di viverlo nella maniera migliore possibile e nella verità, come un dono che ci ha fatto, come un segno della sua bontà gratuita, sapendo che la nostra vita, così come la storia intera, è nelle sue mani benevole”. È questo il senso più autentico di ciò che la Bibbia chiama il timore di Dio, quel “rispetto che scaccia ogni altro timore, perché orientato a Colui che è Signore di tutte le cose”. “Riconoscere questo – ha concluso Francesco - è fondamentale per una buona decisione, e rassicura su ciò che non possiamo controllare o prevedere: la salute, il futuro, le persone care, i nostri progetti”.

Rivolgendosi poi ai pellegrini polacchi Francesco ha citato l’iniziativa del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche dell’Università Cattolica di Lublino che lunedì ha commemorato l'anniversario dell’“Operazione Reinhardt”, barbarie nazista nell’ambito della Shoah che tra il luglio e l’ottobre del 1942 in Polonia provocò lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica. “Il ricordo di questo orribile evento – ha commentato il papa - susciti in tutti propositi e azioni di pace. E la storia si ripete. Vediamo quello che succede oggi in Ucraina”.

Papa Francesco ha infine invitato a vivere anche la solennità dell’Immacolata Concezione che ricorre domani invocando della pace: “Con lo sguardo rivolto alla Vergine Maria – ha detto - siate sempre audaci nel promuovere i valori dello spirito. A Lei, madre dolcissima, chiediamo di essere conforto per quanti sono provati dalla brutalità della guerra, specialmente per la martoriata Ucraina. Preghiamo per questo popolo martire, che sta soffrendo tanto”.

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