30/05/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: serve l’umiltà di stare con la Chiesa, accettandone le debolezze

“Solo di Dio è veramente tutto santo e noi abbiamo bisogno del suo perdono”, dice Benedetto XVI, illustrando la figura di Tertulliano. Al termine dell’udienza un breve incontro con i genitori della piccola Maddie, Madeleine Mc Cann, la bambina inglese di quattro anni rapita il 3 maggio scorso in Portogallo.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Bisogna avere “semplicità” e “l’umiltà di stare con la Chiesa e accettare le sue debolezze e le proprie, perché solo di Dio è veramente tutto santo e noi abbiamo bisogno del suo perdono”. Il Papa l’ha detto, oggi, parlando dei limiti di una grande figura della storia della Chiesa, Tertulliano, alle oltre 40mila persone presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale. Tra loro i genitori della piccola Maddie, Madeleine Mc Cann, la bambina inglese di quattro anni rapita il 3 maggio scorso in Portogallo, che il Papa ha salutato brevemente. I genitori, Gerry e Kate, sperano in tal modo di sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sulla vicenda. 

Riprendendo “il filo delle grandi personalità della Chiesa antica, maestri della fede anche oggi”, Benedetto XVI ha dunque illustrato la personalità di Tertulliano, l’apologeta africano vissuto tra la fine del II e l’inizio del III, che “inaugura la letteratura cristiana in lingua latina”, comunica positivamente l’essenza del cristianesimo e ne illustra i fondamenti razionali.

Di Tertulliano, ha ricordato, sono famosi gli scritti  di carattere apologetico, nei quali vuole “confutare le gravissime accuse dei pagani” e “comunicare l’esatto Vangelo”, in dialogo con la cultura del suo tempo, ma soprattutto “denunciare il comportamento ingiusto delle autorità politiche verso la Chiesa, spiegare i costumi dei cristiani, illustrare la nuove religione” e manifesta il trionfo dello spirito, che alla violenza dei persecutori oppone il fatto che “il sangue dei cristiani è una semina efficace, la sofferenza è alla fine vittoriosa”. In modo speciale, infatti, Tertulliano esorta i cristiani alla speranza in quei tempi di persecuzione, esaltando la speranza non solo come virtù a se stante, ma come una “modalità che investe ogni aspetto dell’esistenza cristiana”.

Di lui, il Papa ha ancora ricordato che definì l’anima umana “naturaliter christiana” e che sostenne che “il cristiano non può odiare nemmeno i propri nemici” e che questo è il risvolto morale della scelta di fede che “propone la non violenza come regola di vita”.

Dal punto di vista umano, ha proseguito il Papa, si può parlare di un dramma di Tertulliano: col passare degli anni diventò sempre più esigente nei confronti dei cristiani: pretendeva soprattutto durante le persecuzioni un comportamento eroico. Fini col trovarsi isolato: “una ricerca troppo individuale della verità e l'intemperanza del carattere lo portarono fuori dalla Chiesa, per aderire alla setta del montanismo”. Anche oggi “restano aperte molte discussioni sul suo atteggiamento”.

“A me – ha commentato il Papa - fa pensare questa grande personalità che era così rigida nelle sue convinzioni, che richiedeva a ogni cristiano un comportamento sempre eroico anche nelle persecuzioni. Ma si vede che alla fine manca di semplicità, di umiltà per inserirsi nella Chiesa, accettando le sue debolezze”.

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