01/12/2021, 10.52
VATICANO
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Papa: una Provvidenza col tempo illumina di significato anche il dolore che ci ha colpiti

Da domani a Cipro e in Grecia, “una visita alle sorgenti della fede apostolica” e a “una umanità ferita nella carne di tanti migranti”. “Amare infatti non è pretendere che l’altro o la vita corrisponda alla nostra immaginazione”. “Significa piuttosto scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita così come ci si offre. Ecco perché Giuseppe ci dà una lezione importante, sceglie Maria a occhi aperti”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Un pensiero per il viaggio che da domani lo vedrà a Cipro e in Grecia, “una visita alle sorgenti della fede apostolica” e a “una umanità ferita nella carne di tanti migranti” ha concluso l’udienza generale di papa Francesco, in qualche modo dedicata, continuando il nuovo ciclo di catechesi su san Giuseppe, ai fidanzati.

Alle ottomila persone presenti nell’aula Palo VI, infatti, il Papa ha parlato della decisione di Giuseppe di non ripudiare Maria, sebbene fosse incinta. Una vicenda, che ha fatto dire a Francesco che “proprio davanti ad alcune circostanze della vita, che ci appaiono inizialmente drammatiche, si nasconde una Provvidenza che con il tempo prende forma e illumina di significato anche il dolore che ci ha colpiti”.

Quanto a Giuseppe, “il fatto che «prima che andassero a vivere insieme, Maria si trovò incinta», - ha detto - esponeva la Vergine all’accusa di adulterio. E questa colpa, secondo la Legge antica, doveva essere punita con la lapidazione (cfr Dt 22,20-21)”.  “Il Vangelo dice che Giuseppe era ‘giusto’ proprio perché sottomesso alla legge come ogni pio israelita. Ma dentro di lui l’amore per Maria e la fiducia che ha in lei gli suggeriscono un modo che salvi l’osservanza della legge e l’onore della sposa: decide di darle l’atto di ripudio in segreto, senza clamore, senza sottoporla all’umiliazione pubblica. Sceglie la via della riservatezza, senza processo e rivalsa”. Un comportamento, ha commentato Francesco, diverso da quel “chiacchiericcio” che spesso accompagna una notizia.

Ma “aggiunge subito l’evangelista Matteo: «Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: ‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati’» (1,20- 21). Interviene nel discernimento di Giuseppe la voce di Dio che, attraverso un sogno, gli svela un significato più grande della sua stessa giustizia. Quanto è importante per ciascuno di noi coltivare una vita giusta e allo stesso tempo sentirci sempre bisognosi dell’aiuto di Dio! Per poter allargare i nostri orizzonti e considerare le circostanze della vita da un punto di vista diverso, più ampio”.

“Vorrei però che ci fermassimo a riflettere su un dettaglio di questa storia narrata dal Vangelo e che molto spesso trascuriamo. Maria e Giuseppe sono due fidanzati che probabilmente hanno coltivato dei sogni e delle aspettative rispetto alla loro vita e al loro futuro. Dio sembra inserirsi come un imprevisto nella loro vicenda e, seppure con una iniziale fatica, entrambi spalancano il cuore alla realtà che si pone loro innanzi”. “Molto spesso – ha aggiunto - la nostra vita non è come ce la immaginiamo”. “Soprattutto nei rapporti di amore, di affetto, facciamo fatica a passare dalla logica dell’innamoramento a quella dell’amore maturo”. “La prima fase è sempre segnata da un certo incanto, che ci fa vivere immersi in un immaginario che spesso non corrisponde alla realtà dei fatti”.  “Ma proprio quando l’innamoramento con le sue aspettative sembra finire, lì può cominciare l’amore vero”. “Amare infatti non è pretendere che l’altro o la vita corrisponda alla nostra immaginazione”, il monito di Francesco: “Significa piuttosto scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita così come ci si offre. Ecco perché Giuseppe ci dà una lezione importante, sceglie Maria a occhi aperti”.

“I fidanzati cristiani sono chiamati a testimoniare un amore così, che abbia il coraggio di passare dalle logiche dell’innamoramento a quelle dell’amore maturo. Questa è una scelta esigente, che invece di imprigionare la vita, può fortificare l’amore perché sia durevole di fronte alle prove del tempo. La castità, la fedeltà, il rispetto, l’ascolto non sono virtù che vengono chieste in un fidanzamento per suscitare sensi di colpa, ma per indicare quella direzione che, sola, può donare ai nostri sogni la possibilità di realizzarsi e di durare”. E “anche questa volta concludiamo con una preghiera. San Giuseppe, tu che hai amato Maria con libertà, e hai scelto di rinunciare al tuo immaginario per fare spazio alla realtà, aiuta ognuno di noi a lasciarci sorprendere da Dio e ad accogliere la vita non come un imprevisto da cui difendersi, ma come un mistero che nasconde il segreto della vera gioia. Ottieni a tutti i fidanzati cristiani la gioia e la radicalità, conservando però sempre la consapevolezza che solo la misericordia e il perdono rendono possibile l’amore”.

Dopo il discorso, Francesco ricordando che ricorre oggi la Giornata mondiale contro l’Aids ha detto che “è un’importante occasione per ricordare tante persone affette da questo virus, per molte delle quali non è disponibile l’accesso alle cure essenziali”, con l’auspicio di “un rinnovato impegno solidale per trattamenti sanitari equi ed efficaci”.

Altro appello, poi, per gli anziani. “Non trascurarli, e se potete averli in famiglia non mandateli fuori”, ha chiesto nei saluti ai fedeli di lingua italiana. “Gli anziani sono le nostre radici, non trascurateli”, ha proseguito.

E infine gli auguri per il tempo di Avvento, che “ci invita a prepararci al Natale, accogliendo senza timore Gesù Cristo che viene in mezzo a noi”. “Se gli spalanchiamo la porta della vita, tutto acquista una luce nuova e la famiglia, il lavoro, il dolore, la salute, l’amicizia, diventano altrettante occasioni per scoprire la sua consolante presenza, presenza di Emmanuele che vuol dire Dio con noi e per testimoniare questa sua presenza agli altri”, ha assicurato il Papa: “Prepariamoci così, allargando il cuore per il Natale”.

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