02/04/2004, 00.00
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Partiti e problematiche nello scontro elettorale

COLOMBO (AsiaNews/Agenzie) – Lo Sri Lanka è un'isola dell'Oceano Indiano, 50 km a sud dell'estremità dell'India. I due gruppi etnici più presenti sono i cingalesi, il 76 per cento della popolazione e per la maggior parte buddisti, e i Tamil, 18 per cento a maggioranza indù.

Sono 24 i partiti in lizza nelle elezioni generali, per un record di 6.024 candidati. Gli aventi diritto al voto sono 16 milioni e 800 mila. 

Il Parlamento dello Sri Lanka, a Camera unica, è composto da 225 seggi, 196 dei quali vengono assegnati in base al sistema proporzionale e 29 scelti dai partiti, e ripartiti proporzionalmente ai voti raccolti da ciascuno a livello nazionale.

Presidente dello Stato è Chandrika Kumaratunga, il cui termine scade nel 2005. La coalizione di sinistra, formata dal suo partito, il Freedom Alliance (FA) e i marxisti del Janatha Vimukthi Peramuna (JVP), ha perso la maggioranza parlamentare nel 2001 a favore del partito del Primo Ministro Ranil Wickremesinghe, il partito di destra, fautore del libero mercato, United National Alliance.

Al centro del dibattito politico ci sono i colloqui di pace con i ribelli del Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE) condotti dal Primo Ministro. Spingere ulteriormente i negoziati fino ad acconsentire la richiesta di autonomia dei Tamil dopo vent'anni di guerra, e quindi la creazione di una Costituzione federalista, come vuole Wickremesinghe o nessuna concessione d'indipendenza ai Tamil, ma solo accordo tra forze politiche diverse, magari con alcune concessioni, come vuole invece la Kumaratunga?

Anche se il futuro governo deciderà di riprendere subito le trattative con i Tamil, c'è un altro problema all'orizzonte: la recente spaccatura dell'Ltte in due parti: quella che controlla il nord, guidata da Velupillai Prabhakaran, che fino ad ora ha rappresentato i Tamil ai negoziati, e quella che controlla la zone est dello Sri Lanka, guidata dal colonnello ribelle Vinayyagamoorthi Muralitharan, noto come "Karuna" (gentilezza) e per una sua maggiore intransigenza verso il governo.

Alla fine, di fronte ad un Parlamento "bloccato", come assicurano molti sondaggi della vigilia, l'ago della bilancia politica potrebbe essere il partito dei monaci buddisti, lo Jathika Hela Urumaya (JHU) che dovrebbe conquistare da cinque a nove seggi nel nuovo Parlamento. 

 

 

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