11/03/2021, 11.43
CINA-HONG KONG
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Pechino, l’Anp approva la riforma elettorale per Hong Kong

Altro duro colpo all’opposizione democratica. Un solo astenuto e 2.895 favorevoli. Il Comitato pro-Pechino, che elegge il capo dell’esecutivo, nominerà una parte del Parlamento cittadino. Carrie Lam: Non saremo più ostaggio della politica. Londra: La Cina non rispetta gli impegni presi nel 1997.

Pechino (AsiaNews) – L’Assemblea nazionale del popolo (Anp) ha approvato oggi quasi all’unanimità una risoluzione che apre la strada a una profonda revisione del sistema di voto a Hong Kong. Per la leadership cinese, le elezioni nella città semi-autonoma devono essere “democratiche”, ma con “caratteristiche” locali. Dopo il varo delle legge sulla sicurezza nazionale in giugno, secondo i critici la riforma elettorale è un nuovo espediente per cancellare l’opposizione democratica nell’ex colonia britannica.

Il voto favorevole di 2.895 delegati (nessuno contrario e un solo astenuto) è arrivato nella giornata conclusiva della sessione legislativa annuale. Insieme alla Conferenza politica consultiva del popolo cinese (Cpcpc), che si è già espressa a favore della riforma, la Anp è chiamata a formalizzare decisioni già prese dal presidente Xi Jinping e dalla leadership del Partito comunista cinese.

I dettagli della revisione saranno finalizzati dalla Commissione permanente dell’Anp; ciò comporterà modifiche alla Basic Law, la mini-Costituzione adottata per Hong Kong nel 1997 dopo il suo ritorno sotto la sovranità cinese.

La riforma prevede il riconoscimento di nuovi poteri al Comitato elettorale (già controllato da Pechino) che sceglie il capo dell’esecutivo di Hong Kong. Con l’aggiunta di 300 delegati appartenenti all’Anp e alla Cpcpc, l’organismo passerà da 1.200 a 1.500 membri. Il Legco (il Parlamento cittadino) sarà ampliato da 70 a 90 parlamentari. Il Comitato ne eleggerà una parte; la restante sarà scelta in modo diretto e in via indiretta tra i rappresentanti del settore industriale, di quello sindacale e delle professioni.

Le autorità istituiranno anche una commissione incaricata di vagliare le candidature al Comitato elettorale e al Legco: l’obiettivo è di bloccare i candidati che non sono ritenuti “patriottici”, un modo velato per indicare quelli che militano nel fronte democratico.

Non è ancora chiaro se i consiglieri distrettuali (per la maggior parte pro-democrazia) faranno parte del Comitato elettorale allargato. Alcuni media sostengono che i 117 seggi a loro assegnati saranno aboliti; altri come l’agenzia statale Xinhua scrivono che saranno mantenuti esponenti delle “organizzazioni distrettuali”, senza specificare se si tratti dei consigli o meno.

Citato dal South China Morning Post, il presidente della Commissione permanente dell’Anp Li Zhanshu ha dichiarato che la legge sulla sicurezza nazionale e la riforma elettorale sono “due pugni legali” per salvaguardare l’ordine costituzionale a Hong Kong dopo lo scoppio dei moti anti-governativi nel 2019. Carrie Lam, capo dell’esecutivo cittadino, ha ringraziato l’Anp per la riforma. Secondo Lam, con i cambiamenti che saranno introdotti il Legco non sarà più ostaggio della “politica”.

Dura invece la risposta della Gran Bretagna. Il ministro britannico degli Esteri Dominic Raab ha detto stamane che le modifiche elettorali sono l’ennesimo passo di Pechino per ridurre lo spazio democratico di Hong Kong. Secondo Raab si tratta di una violazione degli impegni assunti nel 1997 dalla Cina, che minerà ancor di più la fiducia della comunità internazionale nei confronti della leadership cinese.

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