21/02/2007, 00.00
CINA - UE
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Pechino fa perdere alle ditte europee 21 miliardi di euro all'anno

Secondo uno studio Ue, è il valore delle opportunità che le imprese europee non possono sfruttare, ostacolate a causa del perdurante protezionismo commerciale che la Cina attua, in violazione delle regole dell’Omc. Probabile la richiesta di interventi dell’Omc per costringere Pechino a rispettare le regole.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Ogni anno le imprese dell’Unione europea perdono oltre 21 miliardi di euro per il mancato rispetto da parte della Cina delle regole del commercio mondiale. Lo dice uno studio della Commissione europea.

Lo studio riconosce che Pechino offre ampie opportunità di investimento alle ditte estere, specie nei settori dei servizi e della tecnologia. Ma in molti campi ancora non rispetta gli impegni che ha assunto aderendo all’Organizzazione mondiale del commercio: ad esempio, non tutela abbastanza la proprietà intellettuale e non sempre pretende che le regole dell’Omc siano seguite da parte delle autorità locali (le quali spesso concedono ampi vantaggi alle ditte locali). Questo crea una disparità di fatto tra le imprese europee (che rispettano le regole) e quelle cinesi.

Lo studio indica il settore dei servizi – nel quale le ditte europee hanno un grande vantaggio su quelle cinesi - come esempio di questi grandi ostacoli al commercio e per gli investimenti. Infatti, la Cina necessita di tecnologie per un’energia pulita e di servizi, con un mercato che si stima sarà di 98 miliardi di euro per il 2010. Sempre più le ditte europee creano fabbriche in Cina per produrre merci non più destinate all’esportazione, ma all’immenso mercato interno, in rapida crescita. Ma – dice lo studio - Pechino applica condizioni “poco chiare e discriminatorie” nei confronti di queste imprese, a vantaggio di quelle cinesi. Altri settori in cui Pechino favorisce le ditte nazionali sono quelli finanziario, costruttivo, delle telecomunicazioni e dei macchinari.

Peter Mandelson, commissario Ue al Commercio, commenta che “le barriere non-tariffarie della Cina costano agli operatori dell’Ue non meno di 21,4 miliardi di euro all’anno in perdita di opportunità commerciali”.

Se la Cina non si adeguerà alle regole dell’Omc, è possibile che l’Ue ricorra alla Commissione dell’Omc a Ginevra. Già alla fine del 2006 l’Ue, insieme agli Stati Uniti, ha presentato un reclamo all’Omc contro il diverso trattamento riservato da Pechino alle ditte estere e a quelle cinesi nella produzione di parti di autovetture. Ma finora Pechino non risulta troppo preoccupata di queste denunce. All’inizio di febbraio gli Stati Uniti hanno presentato un altro reclamo contro Pechino (il quarto in pochi mesi), ritenuta colpevole di sostenere le proprie imprese con sussidi “indiretti”, così alterando le regole della competizione commerciale.

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