05/05/2023, 11.04
CINA
Invia ad un amico

Più migranti cinesi al confine Usa-Messico. Ma sono reclutati anche per le 'stazioni di polizia'

di John Ai

Registrati in oltre 6.500 da ottobre 2022, vengono dalle province del Fujian e dello Zhejiang in cerca di migliori opportunità ecomiche e scappano dalla repressione del regime. Arrivano in Ecuador senza visto e da lì continuano la traversata. Alcuni, però, una volta ottenuto il visto, vengono reclutati dal Partito per azioni contro gli altri dissidenti.

Pechino (AsiaNews) - Dopo i lockdown di Shanghai, sempre più persone hanno scelto di andarsene dalla Cina: in molti casi si tratta di attivisti e dissidenti perseguitati dal regime, ma spesso a migrare sono persone in cerca di migliori opportunità economiche. Ma nel flusso c'è anche chi finisce per creare "stazioni di polizia" all’estero sorvegliando e opprimendo altri richiedenti asilo. 

Di fronte a un mercato del lavoro desolante, sul TikTok cinese, chiamato Douyin, sono diventati di tendenza i contenuti che spiegano come migrare (anche in maniera illegale) verso gli Stati Uniti. Secondo i dati della US Customs and Border Protection, oltre 6.500 cittadini cinesi hanno raggiunto il confine tra Stati Uniti e Messico da ottobre 2022, con un aumento di 15 volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. 

Il viaggio verso gli Stati Uniti inizia dall'Ecuador, dove i cittadini cinesi sono esenti da visto. I migranti navigano nella foresta pluviale e attraversano i Paesi dell'America centrale per raggiungere il confine tra Stati Uniti e Messico. Fino a non molto tempo fa erano pochi i cittadini cinesi che sceglievano questa via più pericolosa per entrare clandestinamente negli Stati Uniti, perché oltra al duro ambiente delle foreste tropicali e alle malattie, i migranti sono anche minacciati dalla mafia e dalle bande criminali, rischiando rapine, estorsioni e abusi sessuali. 

Alcuni migranti condividono la loro esperienza di ingresso negli Stati Uniti su Tiktok e Twitter, chiedendo persino una "parcella per la consulenza" quando gli viene chiesto di dare qualche consiglio sul viaggio. Una volta messo piede sul suolo statunitense, si arrendono alle pattuglie di frontiera e chiedono immediatamente asilo per evitare l’espulsione. 

La Cina è uno dei principali Paesi di provenienza dell'immigrazione in Nord America e in Europa. I migranti provengono per tradizione e ragioni economiche soprattutto dalle zone costiere del Fujian e dello Zhejiang, ma oggi sempre più cittadini cinesi chiedono asilo all’estero a causa del controllo sulla società messo in atto da Xi Jinping e della repressione dei movimenti sociali e delle le pratiche religiose. Nei tre anni della pandemia da covid-19, nonostante le restrizioni ai viaggi, il numero di richiedenti asilo cinesi nel mondo è salito, molto di più rispetto al numero totale di richieste registrate nel decennio di governo dell'ex presidente Hu Jintao. 

Jie Lijian (界立建), un attivista che vive a Los Angeles e distribuisce coperte ai nuovi arrivati cinesi durante il fine settimana, ha raccontato ad AsiaNews che questo è un modo di dare il benvenuto agli immigrati che arrivano negli Stati Uniti sperando che essi "si attengano alla legge statunitense e rispettino i valori di libertà e democrazia".

A Los Angeles c'è una grande comunità cinese perché è la prima tappa che fanno i migranti illegali in cerca di lavoro. Jie ha sperimentato l'impatto dell'aumento dei migranti cinesi: "L'anno scorso era molto facile trovare un impiego, ma ora i salari stanno diminuendo e molti sono senza lavoro". 

Jie ha accolto diversi richiedenti asilo fuggiti dalla Cina, tra cui attivisti, firmatari di petizioni e cristiani perseguitati, anche se ha ammesso che il più delle volte si tratta di migranti economici perché le autorità cinesi non rilasciano passaporti ai dissidenti proprio per vietare loro di viaggiare all'estero. "Secondo le mie osservazioni, circa il 70% si intrufola negli Stati Uniti attraverso la foresta pluviale per motivi economici. Hanno i loro problemi, come il fallimento negli affari, la bancarotta, il gioco d'azzardo e l'usura. A volte fingono di sostenere i movimenti sociali e si limitano a scattare qualche foto durante le proteste come ‘prova’. Dopo l'approvazione dell'asilo, alcuni tornano a sostenere il Partito comunista cinese e perseguitano altri dissidenti", ha detto Jie, citando l’esempio di un gruppo di migranti della provincia del Fujian che dopo aver ottenuto la residenza permanente, ora hanno creato "stazioni di polizia" negli Stati Uniti di fatto estendendo la persecuzione oltreoceano. Questi nuclei prendono di mira i dissidenti monitorando e molestando le vittime per costringerle a tornare in Cina. Operano sotto la copertura delle organizzazioni di espatriati del Fujian e dello Zhejiang, ma sono in realtà controllate dalla polizia cinese. 

Ad aprile la polizia statunitense ha arrestato due persone legate a questo tipo di repressione transnazionale a New York e per questa ragione il dipartimento di Giustizia della città ha annunciato l'imputazione di 34 agenti cinesi. "Stazioni di polizia" cinesi sono state individuate anche nei principali Paesi europei: secondo un rapporto di Safeguard Defenders, l’Italia ne ospiterebbe 11, il numero più alto.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa in Messico: Convertirsi, mai più morte e sfruttamento per chi tenta di emigrare
18/02/2016 08:48
Papa in Messico: Chiesa e società cerchino il bene comune e non i privilegi
13/02/2016 19:35
Influenza suina: Messico e Cina rimpatriano d’urgenza i rispettivi cittadini
05/05/2009
Bangkok: pattugliamenti con la polizia cinese per favorire il ritorno dei turisti
13/11/2023 15:02
Anche la Germania indaga sulle stazioni di polizia illegali di Pechino
29/10/2022 10:35


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”