30/07/2012, 00.00
PAKISTAN
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Più seggi e doppio turno: l’impegno politico delle minoranze pakistane

di Imran Morris
In un seminario a Islamabad si è discusso di quote riservate ai non musulmani e al sistema di voto. Cristiani, indù e altre confessioni chiedono “più poltrone” e doppio turno. Paul Bhatti: contro le quote riservate, serve valutare “l’attaccamento alla nazione” e il “servizio alla madrepatria”; serve un sistema “efficace”.

Lahore (AsiaNews) - Le minoranza religiose pakistane chiedono maggiore rappresentatività all'interno delle istituzioni e un peso politico più forte per garantire anche i diritti dei non musulmani, spesso vittime di emarginazioni e abusi, fino a violenze e persecuzioni. In un seminario tenuto il 25 luglio scorso a Islamabad, promosso dal ministero federale per l'Armonia nazionale e intitolato "Sistema elettorale con riferimento ai non musulmani in Pakistan", cristiani, indù e altre confessioni religiose hanno chiesto - all'unanimità - al governo centrale un numero maggiore di seggi in seno alle assemblee e il sistema di doppio voto in occasione delle principali tornate elettorali. Due prerogative definite "necessarie" dai leader presenti all'incontro, per garantire una rappresentanza "effettiva" alla Camera, al Senato federale e nei Parlamenti provinciali. 

Col sistema elettorale vigente in Pakistan, i non musulmani possono votare per la scelta dei candidati ma non hanno potere di decisione in merito ai seggi riservati alle minoranze. In linea teorica tutti i cittadini godono di pari diritti e chiunque può competere per la conquista di un posto nelle assemblee. Tuttavia, all'atto pratico è quasi impossibile per cristiani, indù, sikh o altro partecipare e vincere in una società dominata in modo pressoché totale dalla maggioranza musulmana.

Per questo, i legislatori hanno previsto con l'attuale Costituzione di riservare quattro seggi alla Camera (l'Assemblea nazionale), altri quattro al Senato e un numero minimo nei vari Parlamenti provinciali. I leader delle minoranze denunciano però che non sono state fatte modifiche alla quota, nemmeno quando si è passati da 207 a 342 delegati all'Assemblea nazionale.

I leader cristiani hanno sempre sostenuto che l'obiettivo delle minoranze è quello di restare a pieno titolo nell'alveo della politica nazionale, conquistando seggi e posizioni senza il bisogno di quote ad hoc o posti riservati per legge, che finiscono però con il ghettizzare ancor di più i non musulmani. Tuttavia, il principio di "pari diritti e opportunità" è rimasto disatteso e fino a che non si raggiungerà una situazione di reale parità è necessario mantenere la quota di seggi riservati e aumentarne il numero.

Intervenendo al seminario di Islamabad, il consigliere speciale del Primo Ministro per l'Armonia nazionale Paul Bhatti, un cattolico, ha sottolineato di aver voluto invitare "leader religiosi, politici e sociali" non musulmani in Pakistan, per "riunirci e costruire assieme un sistema elettorale adeguato" che possa proteggere "i diritti" delle minoranze. Egli è contrario alle quote riservate e auspica che la scelta di un rappresentante politico sia fatta "sull'attaccamento alla nazione e al servizio dedicato alla madrepatria". Tuttavia, al momento non vi sono ancora le condizioni per il rispetto effettivo dei diritti di tutti i cittadini e per questo va studiato un sistema elettorale "efficace".

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