20/03/2023, 11.51
PAKISTAN - ITALIA
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Punjab, nuovo centro di salute materna nel nome di Shabhaz Bhatti

Iniziativa di solidarietà promossa dall'associazione che continua l'impegno del ministro cristiano ucciso nel 2011. Realizzata con il sostegno della diocesi italiana di Treviso nel villaggio di Khushpur. Il fratello Paul Bhatti: "Il 2022 con le conseguenze del Covid, l'alluvione e la crisi politica nel Paese sta rendendo in Pakistan i poveri sempre più poveri” 

Treviso (AsiaNews) – Un nuovo Centro di salute materno-infantile è stato aperto nel villaggio di Khushpur, nel distretto di Faisalabad in Pakistan, nel nome di Shahbaz Bhatti, l’ex ministro delle minoranze cristiano ucciso il 2 marzo 2011. Il progetto è stato avviato per fornire una struttura sanitaria in una zona lontana dagli ospedali, quindi priva di assistenza efficace. Il Centro è pensato per accogliere e accompagnare le donne in gravidanza, senza distinzioni etniche o religiose.

Il progetto è stato realizzato dall’associazione italiana Missione Shahbaz Bhatti, la quale ha tra i soci fondatori la diocesi di Treviso, che ha finanziato il Centro con importanti donazioni raccolte in particolare in occasione dell'ordinazione del vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, originario della diocesi.

Shabhaz Bhatti in Pakistan fu il primo cattolico a ricoprire la carica di ministro, impegnandosi per la giustizia sociale e contro la legge sulla blasfemia, usata spesso anche contro i cristiani in un Paese a maggioranza musulmano. Bhatti si spese molto anche per il caso di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte proprio per blasfemia, liberata solo nel 2018, dopo nove anni di carcere.

La Missione Shabhaz Bhatti è una realtà che vede impegnato in prima persona Paul Bhatti, il fratello del ministro ucciso, che dopo aver portato avanti con lui molte battaglie in Pakistan oggi è medico a Treviso. L’associazione si occupa oggi di progetti di dialogo interreligioso e di istruzione, della promozione di uno sviluppo rurale e artigianale che rechi aiuto alle famiglie più povere, fornendo così una voce alle classi più vulnerabili che spesso vedono violati i loro diritti fondamentali. Oggi ha sette uffici legali in varie zone del Pakistan: Islamabad, Lahore, Peshawar, Faisalabad, Multan, Quetta e Karachi.

“A Khushpur con i fondi trevigiani sono stati acquistati alcuni strumenti di base come la macchina per l’anestesia, il generatore di corrente, e si è contribuito all’acquisto di un’ambulanza - ha spiegato il dott. Bhatti -. Sono stati assunti una ginecologa, quattro infermieri, due assistenti di sala operatoria e altro personale tecnico. Abbiamo una collaborazione con l’università di Faisalabad, che impartisce piccoli corsi di formazione per ostetriche e che, nel caso di urgenza, accoglie le nostre pazienti. L’obiettivo è il sostegno finanziario al Centro per tre anni, per farlo poi diventare autonomo con le entrate che arriveranno dal pagamento di alcuni esami e visite specialistiche”.

Il Centro si impegna per essere aperto a tutti, soprattutto nell’attuale grave situazione in cui versa il Pakistan: “L’anno 2022 - racconta Paul Bhatti - ha lasciato gravi effetti post Covid su tutta la popolazione pakistana, in particolare sulle persone povere, come sono quelle appartenenti alle minoranze religiose, che hanno subito danni irreparabili. A questo va aggiunta l’alluvione senza precedenti ha colpito ad agosto il Pakistan, provocando molte vittime e lasciando migliaia di persone senza casa e lavoro. A ciò si aggiunge una grave instabilità politica nel Paese, che riduce progressivamente le risorse economiche, rendendo i poveri sempre più poveri”.

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