Pyongyang e Phnom Penh vogliono "un solido legame commerciale"
L’obiettivo è rafforzare la cooperazione nel settore agricolo. Da anni il Nord soffre di croniche crisi alimentari, causate dalle disastrose politiche economiche del regime di Kim Jong-il. Legami fra Pyongyang e Phnom Penh dai tempi di re Sihanouk e Kim Il-sung. Opinioni contrastanti fra analisti ed esperti.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Stabilire un “solido legame commerciale”, con una particolare attenzione al “settore agricolo”. È l’obiettivo della delegazione di alti funzionari nord-coreani, in visita ufficiale in questi giorni a Phnom Penh. Il gruppo, guidato dal vice-ministro del Commercio Ri Myong San, ha incontrato il ministro cambogiano degli Esteri Hor Namhong, discutendo di “nuove possibilità di cooperazione” per lo sviluppo dei due Paesi. L’attenzione al settore agricolo – la Cambogia è uno dei principali produttori di riso – sembra collegata alle croniche mancanze di cibo che colpiscono i cittadini della Corea del Nord, causate delle disastrose politiche socio-economiche promosse dal regime di Kim Jong-il.
Riproponendo un primo accordo fra i due Paesi sottoscritto nel 1993, le parti mirano a sviluppare rapporti economici, come scrive il Phnom Penh Post, che “dormono da troppo tempo”. Funzionari cambogiani sottolineano che “al momento gli scambi economici e commerciali fra Cambogia e Nord Corea sono pari a zero”. Tuttavia le due nazioni hanno alle spalle una lunga storia di amicizia e collaborazione, tanto che l’ex re Norodom Sihanouk – una figura amata e controversa, che ha segnato la seconda metà del ‘900 cambogiano – manteneva rapporti personali stretti con il “presidente Eterno” Kim Il-sung, padre del “Caro leader” oggi al potere.
Analisti e osservatori internazionali esprimono reazioni contrastanti su un possibile rafforzamento dei legami fra Phnom Penh e Pyongyang. Ros Chantrabot, professore della Royal Academy of Cambodia, sottolinea da un lato che va promossa l’esportazione di prodotti agricoli, ma ricorda anche che sono “molto rare” le visite di alti funzionari della Corea del Nord nei Paesi Asean (l’Associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico).
Altri osservatori rilevano però che il regime nord-coreano ha urgente bisogno di cibo e prodotti agricoli e questo rappresenta “un’opportunità” per la Cambogia. Sul piatto della bilancia Phnom Penh offre riso, frumento e patate. Da anni il governo ha avviato politiche volte a potenziare l’export di beni alimentari, tanto che il premier Hun Sen ha posto come obiettivo l’immissione sul mercato estero di un milione di tonnellate di riso entro il 2015.
Riproponendo un primo accordo fra i due Paesi sottoscritto nel 1993, le parti mirano a sviluppare rapporti economici, come scrive il Phnom Penh Post, che “dormono da troppo tempo”. Funzionari cambogiani sottolineano che “al momento gli scambi economici e commerciali fra Cambogia e Nord Corea sono pari a zero”. Tuttavia le due nazioni hanno alle spalle una lunga storia di amicizia e collaborazione, tanto che l’ex re Norodom Sihanouk – una figura amata e controversa, che ha segnato la seconda metà del ‘900 cambogiano – manteneva rapporti personali stretti con il “presidente Eterno” Kim Il-sung, padre del “Caro leader” oggi al potere.
Analisti e osservatori internazionali esprimono reazioni contrastanti su un possibile rafforzamento dei legami fra Phnom Penh e Pyongyang. Ros Chantrabot, professore della Royal Academy of Cambodia, sottolinea da un lato che va promossa l’esportazione di prodotti agricoli, ma ricorda anche che sono “molto rare” le visite di alti funzionari della Corea del Nord nei Paesi Asean (l’Associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico).
Altri osservatori rilevano però che il regime nord-coreano ha urgente bisogno di cibo e prodotti agricoli e questo rappresenta “un’opportunità” per la Cambogia. Sul piatto della bilancia Phnom Penh offre riso, frumento e patate. Da anni il governo ha avviato politiche volte a potenziare l’export di beni alimentari, tanto che il premier Hun Sen ha posto come obiettivo l’immissione sul mercato estero di un milione di tonnellate di riso entro il 2015.
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