19/02/2010, 00.00
INDONESIA
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Rivolta degli indonesiani contro la proposta di censurare internet

di Mathias Hariyadi
Il portavoce del Ministero delle comunicazioni annuncia una legge per regolare l’uso della rete. Fra i cittadini divampa la protesta contro la norma governativa. Nella diatriba interviene il presidente Yudhoyono, che difende “la libertà di parola e di espressione”. Marcia indietro del Ministro, che si proclama “innocente” e afferma di “non sapere nulla”.
Jakarta (AsiaNews) – In Indonesia non si placa la polemica divampata attorno a una proposta di legge, che intende introdurre limiti alla libertà di espressione su internet. Il presidente Yudhoyono ricorda che la libertà di parola è un valore supremo. Il ministro delle comunicazioni e dell’informazione fa marcia indietro e spiega di non sapere nulla della norma, annunciata nei giorni scorsi dal suo stesso portavoce. Gli internauti, intanto, hanno diffuso a una sola voce lo slogan “Dite no al decreto ministeriale sui contenuti in internet”, che circola ormai da giorni in rete.
 
A inizio settimana Gatot Dewa Broto, portavoce del Ministero per le comunicazioni e l’informazione, ha annunciato la nascita di un team di controllo, deputato a verificare eventuali contenuti “proibiti” in rete. Fra questi i siti pornografici, le barzellette ingiuriose, le foto sexy e i crimini commessi attraverso la rete.
 
La norma, tuttavia, rischia di trasformarsi in un’enorme maglia per oscurare pareri critici o applicare censure preventive. In particolare il comma 8 prevede l’obbligo per i provider di “verificare tutti i contenuti” che circolano nel mare di internet. I critici osservano che una tale disposizione ucciderebbe l’intera industria informatica del Paese.
 
Sulla diatriba è intervenuto il presidente Susilo Bambang Yudhoyono, per dare un segnale concreto alla rabbia che monta fra gli indonesiani. Egli ha bacchettato il ministro, ricordandogli che il Paese tiene in massimo conto “la libertà di parola ed espressione”. Egli ha aggiunto che ogni membro dell’esecutivo “non dovrebbe rilasciare commenti o dichiarazioni su questioni sensibili, che potrebbero scatenare il malcontento nella società”.
 
Tifatul Sembiring, titolare del Dicastero dell’informazione e telecomunicazioni ed ex-presidente del movimento islamico Justice and Prosperous Party (Pks), afferma di non sapere nulla delle affermazioni rilasciate nei giorni scorsi dal suo portavoce. Di rientro da un viaggio in Svezia, il ministro precisa che “il disegno di legge non è di mio pugno. Non l’ho letto e non ne so nulla”. Egli aggiunge che una bozza esiste già dal 2006, ma non si è a conoscenza dei dettagli.
 
Nonostante rivendichi la propria “innocenza”, le parole di Tifatul Sembiring vengono bollate come “indegne” dalla maggioranza degli indonesiani. I cittadini si chiedono come possa un ministro “non sapere nulla di quello che fanno i subordinati”, sapendo che non è possibile rilasciare dichiarazioni o annunci “senza l’approvazione del superiore”.
 
Il ministro ha chiarito che il disegno di legge verrà presto abolito, ma il proclama non basta a calmare gli animi del Paese: gli indonesiani invocano le sue dimissioni, mettendone in dubbio le capacità di governo e l’affidabilità.
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