02/03/2019, 07.40
RUSSIA
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S. Pietroburgo, cadono le teste dei nemici di Kirill

di Vladimir Rozanskij

Dimissioni per Varsonofij, metropolita della “città imperiale”, che era a capo dell’amministrazione del patriarcato di Mosca. Il metropolita di Rjazan, Mark, sostituito alla presidenza del dipartimento delle finanze del patriarcato. Kirill si sta circondando di vescovi molto giovani, in una struttura piramidale, molto simile a quella di Putin nella gestione politica.

Mosca (AsiaNews) - Il 26 febbraio scorso, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha accolto le dimissioni del metropolita di San Pietroburgo Varsonofij (Sudakov) dalla carica di capo dell’amministrazione del patriarcato di Mosca. Si tratta della terza carica della gerarchia, dopo quella del patriarca e quella del capo del Dipartimento per le relazioni esterne (tenuta dal metropolita Ilarion Alfeev), per alcuni superiore anche a quest’ultima. Varsonofij ha ricoperto questo incarico nell’ultimo decennio, in pratica per tutto il periodo di Kirill (Gundjaev) come patriarca. Il 74enne metropolita è stato sostituito dal 38enne metropolita di Tver Savva (Mikheev, v. foto 2, a sinistra).

Insieme ad altre nomine, tale cambiamento evidenzia la volontà del patriarca di ringiovanire i quadri dirigenziali dell’amministrazione patriarcale. Si tratta di un metodo seguito da Kirill in più occasioni, elevando all’improvviso chierici giovani o giovanissimi ad altissimi incarichi. Del resto, lui stesso diventò vescovo a soli 29 anni nel 1976, in piena epoca sovietica, e iniziò subito una carriera vertiginosa.

In questi anni la gestione di Kirill ha voluto modificare radicalmente il volto della Chiesa patriarcale. Dividendo le grandi metropolie e diocesi in strutture di minori dimensioni, il patriarca ha via via costruito una compagine di vescovi molto giovani e molto legati alla sua personalità, costruendo sotto di lui una piramide molto simile alla “verticale del potere” formata dal presidente Putin nella gestione della politica russa.

Lo stesso Varsonofij fu elevato all’inizio del patriarcato di Kirill per sostituire il metropolita Kliment (Kapalin), il suo principale avversario nell’elezione del 2009, un vescovo molto conservatore e rigido nella gestione amministrativa, inviato alla sede provinciale di Kaluga. In questi anni Kliment non ha risparmiato critiche a Kirill, ma la sua influenza è stata molto limitata. Il metropolita di San Pietroburgo ha gestito gli affari generali del patriarcato risolvendo per il patriarca tutti i problemi più spinosi, ma ora evidentemente al patriarca serve un controllo ancora più diretto sull’amministrazione.

Dai vertici del patriarcato sono stati allontanati tutti i personaggi dotati di un certo carisma e di pubblica notorietà, su tutti l’attuale metropolita di Pskov Tikhon (Ševkunov), fino a qualche mese fa vicario di Kirill, e fautore di una “pace concordata” con gli ucraini per evitare lo scisma che si è poi verificato lo scorso dicembre. Anche Varsonofij, seppure non in pubblico, pare fosse scontento della gestione della crisi ucraina. Ora si parla anche di sue dimissioni anche dalla sede metropolitana di San Pietroburgo.

Alla sede della “capitale imperiale” aspirano lo stesso Ilarion e altri candidati come il vescovo di Vyborg Ignatij (Punin), molto vicino al politico pietroburghese Vitalij Milonov, uomo in vista del partito di Putin e uno dei suoi possibili successori. Le nomine e le dimissioni s’inseriscono così in un quadro molto determinato dai possibili giochi di successione della Chiesa ortodossa e della politica russa.

Altra nomina clamorosa è stata il cambio della presidenza al dipartimento delle finanze del patriarcato: è stato dimesso il 55enne metropolita di Rjazan Mark (Golovkov), altro esponente della “vecchia guardia”, sostituito dal 42enne metropolita di Vologda Ignatij (Deputatov), a sua volta un fedelissimo del patriarca. A vicario del patriarca, ruolo rimasto scoperto dopo il trasferimento di Tikhon, è stato elevato il 41enne archimandrita Savva (Tutunov), chiamato nei circoli moscoviti “l’inquisitore”, che presto verrà consacrato vescovo. Il patriarca Kirill ha deciso quindi di “serrare le fila” in un momento delicato della vita della Chiesa ortodossa, per affrontare ogni sfida con tutte le forze a disposizione.

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