09/03/2018, 13.25
CAMBOGIA
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Scontri per disputa sulla terra, polizia apre il fuoco: otto vittime e decine di feriti

Le autorità negano le morti e parlano di due soli feriti. Oltre 400 abitanti di Thnou ieri mattina hanno bloccato la strada statale 76A per tre ore. I lavoratori della Memot Rubber Plantation e le forze di sicurezza avevano bruciato le capanne e razziato le fattorie di 300 contadini. Circa 150 tra soldati e agenti di polizia sono stati schierati per allontanare i manifestanti dalla strada.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Nella provincia nordorientale di Kratié, scontri tra abitanti di un villaggio che protestavano per una disputa sulla terra e agenti di sicurezza sono sfociati ieri in una sparatoria. Attivisti per i diritti umani dichiarano che sei persone hanno perso la vita e decine sono i feriti. I residenti locali confermano e denunciano almeno altri due morti. Le autorità forniscono un resoconto del tutto diverso, affermando che nessuno dei dimostranti è rimasto ucciso.

Fonti di Rfa riportano che oltre 400 abitanti di Thnou, nel distretto di Snuol, ieri mattina hanno bloccato la strada statale 76A per tre ore (foto), dopo che i lavoratori della Memot Rubber Plantation e le forze di sicurezza avevano bruciato le capanne e razziato le fattorie di 300 contadini. Essi sono coinvolti in una disputa sulla proprietà della terra con la società agricola.

Le demolizioni sono avvenuta un giorno dopo che le autorità provinciali di Kratié si sono incontrate con gli abitanti del villaggio, nel vano tentativo di risolvere la disputa con la Memot, che ha preso la terra in concessione nello stesso periodo in cui i residenti vi si sono stabiliti. Circa 150 tra soldati e agenti di polizia sono stati schierati per allontanare i manifestanti dalla strada.

Filmati degli scontri, pubblicati sui social media, mostrano gli abitanti del villaggio armati di machete e bastoni che discutono con le autorità. Nelle riprese dei concitati attimi si possono ascoltare almeno 30 colpi di arma da fuoco, mentre i dimostranti si allontanano di corsa dalla zona. Uno dei video mostra un uomo colpito nella parte interna della coscia che viene soccorso dagli abitanti del villaggio.

Citando testimoni oculari e gli attivisti della Cambodian Human Rights and Development Association (Adhoc), la più antica organizzazione cambogiana per i diritti umani, Rfa e Phnom Penh Post riferiscono di otto morti accertati e 40 feriti. Le autorità smentiscono tuttavia le due testate, accusandole di diffondere “fake news”. Il governatore provinciale Sar Chamrong dichiara che nessuno dei manifestanti è rimasto ucciso e che solo due persone, un uomo ed una donna, hanno riportato lievi ferite. Un altro abitante del villaggio è stato arrestato per aver causato gli scontri, durante i quali alcuni contadini avrebbero brandito “pistole fatte in casa”. Il resoconto del portavoce della polizia nazionale Kirth Chantharith, conferma i due feriti ma riferisce che sono 10 gli arresti eseguiti dopo i disordini.

Il rapporto afferma che gli abitanti del villaggio erano armati di coltelli e asce, senza menzionare le “pistole fatte in casa” e che le autorità hanno sparato in aria per impedire ogni “violenza”. “Dopo aver sparato, la gente si è dispersa, ma non sappiamo come i proiettili siano rimbalzati per poi colpire le due persone”, racconta il portavoce, aggiungendo che la polizia nazionale si dispiace per le ferite riportate.Pong Vin, capo comune di Pi Thnou, sostiene di aver tentato di negoziare con gli abitanti del villaggio lo sgombero della strada, ma riporta che i manifestanti avevano dichiarato che se ne sarebbero andati solo se le autorità avessero risolto la disputa.

Il coordinatore di Adhoc Be Vanny, che aveva riportato le morti dei manifestanti, afferma di aver solo trasmesso le informazioni che aveva ricevuto, aggiungendo che ora è “ricercato” dalla polizia. Soueng Sen Karuna, coordinatore per i diritti della terra di Adhoc, afferma di essere stato contattato da un funzionario della Corte provinciale di Kratié che ha chiesto al gruppo di ritrattare le dichiarazioni, ma il portavoce del tribunale Tiv Vuth nega il tutto.

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