Seoul, il Global Sarang School per una educazione multietnica
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Solo 15 studenti per classe, nessuna retta da versare e lezioni multilingue, per venire incontro alle esigenze di tutti i bambini iscritti. Quanti hanno avuto modo di osservarla da vicino l'hanno definita "innovativa e multietnica" e il 2 marzo scorso ha festeggiato il primo anno di attività. Si tratta dell'istituto privato Global Sarang School, nato a Seoul per iniziativa di una comunità cristiana sud-coreana da tempo impegnata nell'opera a sostegno di lavoratori migranti, operai e poveri che vivono nelle aree urbane. Nella lingua locale "sarang" significa amore, e proprio il desiderio di amore e incontro col prossimo sono i principi ispiratori di una scuola che ospita studenti con un genitore coreano e l'altro immigrato, soprattutto da Ghana, Cina, India, Vietnam e Filippine.
Insieme all'insegnamento in lingua coreana, vi sono lezioni pomeridiane in inglese, cinese e nelle altre lingue madri degli studenti che frequentano la Global Sarang. L'80% degli alunni proviene da famiglie miste, il restante 20% ha entrambi i genitori coreani. Dall'apertura, in due settimane oltre 70 bambini si sono iscritti all'istituto, che è formato da otto insegnanti, aula computer con lezioni si internet in coreano, inglese e lingua nativa, oltre a una libreria con più di 20mila libri. "Il nostro desiderio - racconta il preside Kim Young-seok - è che la scuola insegni ai coreani a capire meglio il valore e l'importanza del multiculturalismo e della società pluralista".
Fra gli entusiasti sostenitori della scuola vi è anche Kim Hae-sung, un cristiano protestante, fondatore e presidente dell'associazione Sarang e impegnato nell'assistenza agli immigrati. Egli spiega che il 60% dei bambini provenienti da famiglie miste frequenta le elementari; ma i dati calano in modo inesorabile quando si sale di livello: 40% fra gli alunni delle medie e solo il 30% nelle scuole superiori. In molti casi i genitori, spiega l'attivista con alle spalle un'esperienza decennale nel settore, sono poveri e non hanno un impiego fisso, oppure il permesso di soggiorno, e per questo non possono far studiare i figli. Noi non chiediamo se il genitore è clandestino o regolare, conclude Kim, perché il punto essenziale è che a questi bambini "non sia negato il diritto allo studio".
Le statistiche fornite dal governo mostrano che in Corea del Sud vivono oltre 1,2 milioni di lavoratori stranieri e immigranti, su un totale di 48 milioni di abitanti. Sono circa 300mila i figli di immigrati che frequentano le scuole elementari, medie e superiori del Paese. Nella sola Seoul, nel 2010, gli alunni dei tre gradi erano circa 5.300 con una crescita del 31% registrata lo scorso anno, che ha portato il totale a 6.837 studenti.