25/02/2010, 00.00
COREA DEL SUD
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Seoul, la Corte costituzionale favorevole alla pena di morte

Per la seconda volta nella storia la Consulta sud-coreana giudica “conformi alla legge” le esecuzioni. Esse sono un deterrente al crimine e servono a proteggere i cittadini e gli interessi pubblici. Dal 1948 sono state giustiziate 920 persone. Al momento vi sono 58 detenuti nel braccio della morte.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Corte costituzionale sud-coreana ha votato oggi per la seconda volta a favore della pena di morte, confermando una decisione presa 14 anni prima. La sentenza 5-4 della Consulta, spiega l’agenzia sud-coreana Yonhap News,  segue un verdetto analogo emesso nel 1996 e fra le motivazioni addotte vi è la necessità di un cambiamento ancora più deciso della società, prima di eliminare la pena capitale dall’ordinamento giuridico del Paese.
 
I giudici hanno stabilito che le esecuzioni sono “una punizione conforme alla legge che serve come deterrente al crimine, per preservare il bene pubblico”. La punizione, scrivono i magistrati, serve anche a “proteggere i cittadini comuni e i più importanti interessi pubblici”. Tuttavia, la Corte ha pure aggiunto che essa va applicata solo in “casi eccezionali” e vanno adottate ulteriori misure precauzionali per prevenire qualsiasi abuso.  
 
Nel 1998 l’allora presidente Kim Dae-jung aveva stabilito una moratoria semi-ufficiale alla pena di morte, memore della condanna da lui stesso subita nel 1980 e mai applicata dal regime militare al potere. Dal 1948, anno della sua introduzione, in Corea del Sud sono stati giustiziate 920 persone. Al momento vi sono 58 detenuti nel braccio della morte.
 
La sentenza della Consulta rispecchia il pensiero dell’opinione pubblica sud-coreana, in maggioranza favorevole alla pena di morte. Secondo un sondaggio compiuto nel 2006 dalla Commissione nazionale per i diritti umani (Nhrc) il 69,5% degli abitanti sostiene la pena capitale.
 
La Cina conserva il triste primato del maggior numero di esecuzioni capitali eseguite nel 2008. Il governo di Pechino ha ucciso 1718 persone, ben oltre la metà delle 2390 pene capitali eseguite in tutto il mondo. Il 93% delle esecuzioni interessa cinque Paesi. Oltre alla Cina nell’elenco figurano l’Iran (346), l’Arabia Saudita (102), gli Usa (37) e il Pakistan (36). Il continente che ha fatto ricorso più di ogni altro alla pena capitale è l’Asia con 1838 condanne.
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