21/07/2005, 00.00
COREA DEL SUD
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Seoul, un centro di torture diventa memoriale per i diritti umani

di Theresa Kim Hwa-young
 

Seoul (AsiaNews) – Entro il giugno 2006 una sede della polizia, usato in passato come centro di torture, sarà trasformato in un memoriale dei diritti umani violati.

La Polizia nazionale ha annunciato che in occasione dei 60 anni della fondazione del corpo, la sede della Pubblica Sicurezza a Yongsan-gu, vicino alla stazione di Namyong a Seoul, sarà trasformata in un memoriale per i diritti umani. Il direttore generale della Polizia, Hong Young-ki, ha dichiarato: "Intendiamo riflettere sul passato, il male e gli errori commessi, segnando la nostra rinascita al servizio dei diritti umani e dei cittadini. Nel palazzo saranno allestite una mostra sui diritti umani nella storia del nostro Paese, un'area per lezioni sui diritti umani e un centro di consulenza sugli abusi". L'Ufficio per la Sicurezza Nazionale e quello per la Protezione dei Diritti Umani verranno trasferiti ad altre sedi.

Costruito nel 1976 per gli interrogatori delle spie nord-coreane, l'edificio è stato il simbolo delle violenze contro i diritti umani, durante la recente dittatura militare (1961-1987). Molti attivisti per la democrazia vi sono stati torturati e uccisi con l'accusa di spionaggio a favore della Corea del Nord. Fra questi, vi è anche Park Jong-chul, cattolico, studente dell'Università di Seoul, morto nel 1987 a causa di torture con acqua ed elettroshock. La polizia di allora disse che Park era morto in modo accidentale, battendo contro una scrivania durante l'interrogatorio. La morte di Park ha segnato l'inizio di una rivolta democratica (giugno '87) che ha messo fine alla dittatura militare guidata dall'allora presidente Chun Doo-hwan.

Fra le altre vittime della tortura vi è Ham Chu-myong, accusato falsamente di aver lavorato come spia per la Corea del Nord e l'attuale ministro della Salute e del Welfare, Kim Geun-tae.

Molti gruppi civici, fra cui  l'associazione Solidarietà dei Cittadini per i Diritti umani e lo stesso padre di Park Jong-chul, avevano programmato una campagna per costringere la polizia ad aprire il luogo al pubblico per spingere la popolazione a riflettere sui misfatti passati della polizia. Tutti questi gruppi, saputo della decisione di trasformarlo in memoriale, hanno cancellato la campagna. Alcuni attivisti per i diritti umani hanno ringraziato di persona il commissario generale di polizia, Huh Joon-young.

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