10/06/2013, 00.00
COREA
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Seoul e Pyongyang tornano al tavolo del dialogo

di Joseph Yun Li-sun
Il prossimo 12 giugno ripartono, dopo quasi 6 anni, i colloqui a livello ministeriale fra le due Coree. Sul tavolo la riapertura del complesso industriale di Kaesong e la possibile ripresa dei ricongiungimenti familiari. Nella delegazione del Nord non ci saranno militari.

Seoul (AsiaNews) - Dopo mesi di tensione militare e politica, le due Coree si sono accordate questa notte per tornare al tavolo del dialogo pacifico. Seoul e Pyongyang hanno deciso di tenere una riunione a livello ministeriale il prossimo 12 giugno nella capitale del Sud. È la prima volta dal 2007 che i due Paesi dialogano attraverso membri del governo.

Le parti hanno deciso di rinviare a un secondo momento le discussioni ancora in corso su "alcuni dettagli tecnici" dopo le tre sessioni (mattutina, pomeridiana e serale) nella Freedom House, sul lato sudcoreano della zona di sicurezza del villaggio di Panmunjom, cui se ne è aggiunta alla fine un'altra in tarda serata che ha sbloccato la situazione.

Secondo le anticipazioni dell'agenzia di stampa Yonhap a capo della delegazione sudcoreana dovrebbe esserci il ministro dell'Unificazione, Ryoo Kihl-jae; la sua controparte dovrebbe essere Kim Yang-gon, la guida del Dipartimento del Fronte Unito del Partito dei Lavoratori. Il Chosun Ilbo, giornale conservatore del Sud, sottolinea: "Se fosse confermata, la delegazione del Nord non comprende alcun militare. Una scelta che potrebbe mostrare la fine del dominio dei generali sul potere di Pyongyang".

Il portavoce del ministero dell'Unificazione, Kim Hyung-seok, ha dichiarato che "i colloqui sono stati condotti in un clima in cui le parti hanno voluto entrambe tenere un confronto di tipo cooperativo e non troppo negativo, come del resto si addice a un contatto di livello operativo".

I rapporti intercoreani hanno vissuto momenti di altissima tensione lo scorso marzo, quando le esercitazioni militari congiunte tra Washington e Seoul (annunciate con un anno di anticipo) sono state definite da Pyongyang "una provocazione e una prova generale di attacco contro di noi". Inoltre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato all'unanimità - quindi anche con il voto della Cina - una serie di risoluzioni economiche per punire il terzo test nucleare condotto dal regime il 12 febbraio.

Pyongyang, piegata da una crisi economica che si aggrava ogni anno di più, ha proposto la scorsa la settimana di normalizzare le operazioni alla zona industriale congiunta di Kaesong - i cui lavori erano stati interrotti proprio dal regime in maniera unilaterale - e di lanciare una serie di iniziative commerciali e umanitarie, fra cui le visite turistiche al monte Kumgang e i ricongiungimenti delle famiglie separate dalla Guerra di Corea del 1950-53.

Nel momento peggiore della crisi, i vescovi della Corea del Sud hanno sottolineato l'importanza del ritorno al dialogo pacifico e hanno chiarito - attraverso il presidente della Conferenza episcopale - che quello di Pyongyang era "un ricatto dettato dalla disperazione".

 

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