27/06/2013, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: troppi gli agenti di polizia che torturano civili innocenti

di Melani Manel Perera
È la denuncia di Right to Life, ong del Paese, che in un incontro ha portato le testimonianze di alcune vittime. Per estorcere confessioni, membri delle forze dell’ordine pestano e abusano semplici sospettati. L’uso del peperoncino su occhi e genitali è tra le pratiche più diffuse.

Colombo (AsiaNews) - Non più difensori della legge, ma sadici torturatori di persone innocenti: è così che diverse associazioni per i diritti umani descrivono una parte della polizia dello Sri Lanka, accusata di usare metodi "poco ortodossi" per interrogare semplici sospettati. Per denunciare gli abusi commessi dalle forze dell'ordine, Right to Life, ong del Paese, ha organizzato ieri un incontro, in cui alcune vittime hanno raccontato la propria esperienza. Ad ascoltarli personalità del clero locale, membri dell'opposizione e rappresentanti della società civile.

Le torture sarebbero una pratica regolare in molte stazioni di polizia, sin dai tempi della guerra civile (conclusa nel 2009, ndr). Di recente però molte vittime innocenti hanno avuto il coraggio di denunciare gli abusi subiti. L'ultimo in ordine di tempo è stato Aruna Nilupul Indika, 39 anni, un decoratore di interni originario di Mahagedara (distretto di Kalutara). L'uomo è stato arrestato il 27 maggio scorso in seguito all'accusa di aver rubato in una casa da lui restaurata di recente.

Una volta in commissariato la polizia ha buttato a terra Nilupul, lo ha costretto a tenere gli occhi aperti e vi ha versato del succo di peperoncino. L'uomo ha cercato di divincolarsi, ma gli agenti lo hanno bloccato con una sedia e sedendovi sopra. Nonostante il dolore, la vittima ha continuato a negare di aver commesso il crimine, perché innocente. Secondo la testimonianza dell'uomo, a quel punto uno dei poliziotti ha detto "Questo metodo non funziona", e insieme ai colleghi lo hanno spogliato e versato il succo di peperoncino sui genitali. Solo l'arrivo provvidenziale di un suo conoscente - di nazionalità irlandese - che lo stava cercando, ha fatto sì che la polizia lo lasciasse andare.

La storia di Nilupul non è un caso isolato, e l'uso del peperoncino è sempre più comune come strumento di tortura.

A fronte di oltre 1500 casi accertati di tortura denunciati da organizzazioni per i diritti umani, negli ultimi 18 anni vi sono state solo cinque condanne. Secondo lo Sri Lanka Country Report on Human Rights Practices 2012 del Dipartimento di Stato Americano, le torture della polizia sono all'ordine del giorno e devono essere considerate un'importante violazione dei diritti umani. 

 

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