18/03/2013, 00.00
CINA
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Stabilità sociale, unica ossessione anche per la nuova leadership di Xi Jinping

di Willy Lam
Chi pensava che la “Quinta generazione” potesse portare una ventata riformatrice in Cina deve ricredersi, almeno alla luce dell’ultima Assemblea nazionale del popolo. Bloccato ogni tentativo di cambiamento, glorificato solo il (trito) “socialismo con caratteristiche cinesi”. L’analisi del grande esperto per gentile concessione della Jamestown Foundation, traduzione in italiano a cura di AsiaNews.

Hong Kong (AsiaNews) - Gli intellettuali cinesi che riponevano le proprie aspettative sull'amministrazione di Xi Jinping e Li Keqiang, che avrebbe dovuto lanciare un nuovo ciclo di riforme, sono rimasti molto delusi fin dal primo giorno della Prima sessione della 12ma Assemblea nazionale del popolo, quando il premier uscente Wen Jiabao ha pronunciato il suo ultimo Rapporto sul lavoro del governo. Wen, l'unico funzionario di alto grado ad aver mai chiesto in maniera costante riforme politiche negli ultimi anni, non ha mai neanche menzionato queste due parole nel suo discorso durato 100 minuti, pronunciato all'interno della Grande Sala del popolo. Inoltre, persino le riforme meno controverse - come quelle che riguardano la forma delle strutture economiche e di governo - si sono rivelate molto più circoscritte di quanto non fosse stato anticipato dai media ufficiali.

Nel suo "canto del cigno" davanti al Parlamento cinese, il 70enne Wen ha sottolineato che Pechino "spingerà con forza verso la riforma e una politica di porte aperte, con ancora più saggezza e coraggio". A differenza delle ultime volte, tuttavia, Wen si riferiva non alla liberalizzazione politica ma "alla costruzione della democrazia socialista e al governo della legge". Non ci sono stati riferimenti ai "diritti elettorali" della popolazione o al diritto delle masse di avere un ruolo in politica. Assente anche il suo famoso detto, secondo il quale "senza una riforma politica commisurata, la riforma economica non può avere successo" [Xinhua e China News Service, 5 marzo].

Il tono conservatore del discorso di Wen riflette la priorità centrale adottata dalla Commissione permanente del Politburo durante il 18mo Congresso del Partito comunista cinese, lo scorso novembre, quando si è impegnato per preservare il monopolio del Partito sul potere ["The Unrepentant China Model," China Brief, 30 novembre 2012]. In un discorso interno pronunciato durante il viaggio nella provincia del Guangdong dello scorso dicembre, il Segretario generale del Pcc Xi Jinping ha messo in guardia i membri del Partito da una malattia chiamata "mancanza di calcio spirituale" che, ha detto, è stata responsabile del collasso del Partito comunista sovietico. Xi ha dichiarato "dobbiamo enfatizzare la nostra fiducia riguardo il sentiero del socialismo" e "dobbiamo avere fiducia nella teoria e nelle istituzioni marxiste" [Ta Kung Pao e Apple Daily, Hong Kong, 5 febbraio].

Le istruzioni del capo del Partito sono state ripetute da Liu Yunshan, membro della Commissione permanente del Politburo alla guida dei dipartimenti per l'ideologia e la propaganda. Parlando con i delegati della Mongolia interna, l'ex direttore del Dipartimento propaganda del Partito ha sottolineato: "Dobbiamo insistere ed essere risoluti sul sentiero socialista con le caratteristiche cinesi". "Dobbiamo - ha aggiunto - avere una vera fede nel sistema teoretico del socialismo con caratteristiche cinesi" [People's Daily e Wen Wei Po, 6 marzo]. Inoltre, nel suo ultimo Rapporto sul lavoro legislativo pronunciato all'Assemblea nazionale del popolo, l'ex presidente ed ex membro della Commissione permanente del Politburo Wu Bangguo ha spronato i deputati ad "aggrapparsi con forza all'orientamento politico del Partito" e a "essere risoluti nell'affrontare diversi tipi di pensieri e teorie sbagliati". Wu ha fatto eco all'imperativo pronunciato dal Segretario generale Xi sull'avere "confidenza nel sentiero, nella teoria e nel sistema del Partito". Wu ha detto ai delegati: "Noi non copieremo mai i sistemi politici e i modelli dell'Occidente" [Cctv News e Xinhua, 8 marzo].

Ancora più sbalorditivo è stato il discorso conservatore pronunciato dal Segretario del Partito del Guangdong Wang Yang, che si era fatto una reputazione per aver promosso elezioni nei villaggi e aver aumentato l'influenza delle Ong nella provincia meridionale. Wang, che è stato appena nominato come uno dei quattro vicepremier del Consiglio di Stato, ai delegati presso l'Anp della sua provincia nativa dell'Anhui ha detto che il mondo occidentale è spaventato dalla sfida del modello cinese. Egli ha dichiarato che gli obiettivi raggiunti dalla Cina negli ultimi anni sono "una ulteriore manifestazione della superiorità delle istituzioni e del sistema nazionale". Riferendosi alla crisi finanziaria globale, Wang ha sottolineato che "le cose di cui il mondo occidentale è orgoglioso, come il sistema di libero mercato e la democrazia, hanno fallito". "L'esperienza della Cina socialista dimostra che esistono molti modelli di democrazia - ha aggiunto - e che la democrazia consultiva cinese è anch'essa praticabile" [Southern Daily e Ming Pao, 9 novembre].

Data la determinazione della leadership del Pcc nel sostenere l'ortodossia, non dovrebbe forse sorprendere il fatto che persino le agende meno controverse - come la ridefinizione dei compiti e delle strutture governative - siano state affrontate ottenendo solo successi limitati. Nonostante alcuni articoli dei primi giorni dicessero che i 27 ministeri e commissioni del governo centrale sarebbero stati ridotti a 20, solo 2 unità sono state tagliate. Inoltre il Consiglio di Stato continuerà ad avere 16 "amministrazioni generali" e uffici di livello ministeriale. Forse il cambiamento più evidente è quello che riguarda il Ministero delle Ferrovie (su cui si è malignato molto): il dicastero - che è stato definito "uno Stato dentro lo Stato", con debiti per 2,66 trilioni di yuan (427,7 miliardi di dollari) - sarà inglobato in quello dei Trasporti. La fusione dei due ministeri, proposta una prima volta nel 2003, non era avvenuta a causa della veemente opposizione dell'allora ministro delle Ferrovie Liu Zhijun. Liu al momento affronta una possibile pena di morte (sospesa) a causa delle accuse di enorme corruzione durante il suo mandato [Ming Pao e Wen Wei Po, 11 marzo].

Altre mosse includono la fusione del ministero della Salute e la Commissione nazionale per la pianificazione familiare, che dovrebbero formare la Commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare. L'Amministrazione generale per gli alimenti e i farmaci è stata creata dopo l'unione di unità pre-esistenti, che ora si occupano di controlli di qualità, supervisione e ispezione di prodotti commerciali legati al farmaceutico e l'alimentare.

L'Amministrazione generale per la stampa e le pubblicazioni e quella per la radio, i film e la televisione sono stati combinati per formare la nuova Amministrazione generale per stampa, pubblicazione, radio, film e televisione. Inoltre, la giurisdizione per l'Amministrazione nazionale oceanica sarà rinforzata. Da oggi avrà la sovrintendenza della guardia costiera, dei comandi per il settore ittico e per le unità navali anti-contrabbando: queste erano tutte sotto amministrazioni particolari. I primi suggerimenti riguardo la creazione di "super-ministeri" per gestire la politica monetaria, l'energia e le questioni ambientali non si sono tuttavia materializzati. E questo nonostante il fatto che gli altissimi livelli di inquinamento a Pechino e nelle città limitrofe sin da gennaio abbiano dimostrato il fallimento del governo nel gestire le compagnie inquinanti, comprese quelle petrolifere e carbonifere [China Review News e Ta Kung Pao, Hong Kong, 11 marzo].

Commentando i cambiamenti strutturali del Consiglio di Stato, il noto intellettuale e professore presso l'Università di Pechino Xia Yeliang ha sottolineato che i cambiamenti strutturali si sono scontrati con ostacoli nati dalla fiera resistenza di interessi velati. Inoltre mette in guardia: "Ci deve essere un controllo maggiore su quei ministeri che sono divenuti più grandi e più potenti. I ministri devono dare al pubblico spiegazioni trasparenti su come le risorse della Cina vengono distribuite. Deve esserci una salvaguardia migliore contro gli abusi di potere" [Cable News Hong Kong e Sina.com, 9 marzo].

Allo stesso modo è significativo l'apparente fallimento dell'amministrazione Xi-Li nella riforma dei gruppi che comprendono le 120 aziende a partecipazione statale (yangqi), di cui molte con status ministeriale. Dopo essersi accaparrate settori lucrativi che vanno dal petrolio al gas, dalle finanze alle telecomunicazioni, le yangqi sono viste come molossi non trasparenti che operano contro i precetti del libero mercato. Persino i media ufficiali si sono lamentati del fatto che conglomerate come le tre grandi del petrolio - China National Petroleum Corporation, Sinopec e China National Overseas Oil Corporation - hanno fatto così tanto denaro che "dovrebbero far tornare un poco di benessere alla popolazione" ["Chinese SOEs a Target of Hu-Wen's 'Inclusive Growth'?" China Brief, 14 gennaio 2011].

Nell'ultima tornata di riforme strutturali, l'Amministrazione nazionale per l'energia - che continuerà a essere sotto il controllo della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme - ha ottenuto una nuova autorità di regolamentazione per il settore elettrico. Tuttavia non ci sono indicazioni che questa Amministrazione potrà controllare gli eccessi dei tre giganti del petrolio e del gas [Apple Daily e Ta Kung Pao, 11 marzo].

Nel suo Rapporto sul lavoro del governo, l'ex premier Wen si è impegnato a "rafforzare la riforma delle imprese statali". Ha reiterato il suo impegno mirato a fare sì che le imprese private possano operare sullo stesso livello dei giganti statali: "Dobbiamo dare senza sosta incoraggiamento, sostegno e guida allo sviluppo delle imprese del settore non statale". Lo scopo, sostiene, è "arrivare al momento in cui i sistemi di diversa proprietà possano usare fattori di produzione corretti e uguali, partecipando su basi giuste alla competizione orientata al mercato" [People's Daily e China News Service, 5 marzo]. Anche se circa 90 delegati dell'Anp sono industriali del settore privato, con asset che superano 1,8 miliardi di yuan, sembra improbabile che il trattamento governativo delle industrie private migliorerà in maniera significativa nel prossimo futuro [Financial Times, 7 marzo; Bloomberg, 6 marzo].

Le autorità hanno posto, persino più che nelle altre sessioni dell'Anp, la salvaguardia della stabilità socio-politica (weiwen) al di sopra delle riforme. I dissidenti e gli attivisti per i diritti umani come Hu Jia e la "madre di Tiananmen" Ding Zilin sono stati costretti a lasciare Pechino o a vivere sotto sorveglianza costante. Gli agenti di pubblica sicurezza e la polizia hanno picchiato una coppia di giornalisti di Hong Kong quando hanno cercato di raggiungere l'appartamento dove vive Liu Xia, la moglie del Nobel Liu Xiaobo che vive agli arresti domiciliari virtuali [Ming Pao, 9 marzo; Cable Tv News, 8 marzo].

Le statistiche rivelate all'Anp mostrano che per il terzo anno di fila le spese governative per la weiwen hanno superato quelle (dichiarate) per l'Esercito di liberazione popolare. Il governo centrale ha messo 769,1 miliardi di yuan (123,7 miliardi di dollari) a disposizione per la polizia, la polizia di internet, le spie e altri elementi del labirintico apparato di sicurezza interno. Per contro, il budget ufficiale per l'esercito nel 2013 è di 720,7 miliardi di yuan (115,9 miliardi di dollari(, che rappresenta un aumento del 10,7 per cento rispetto allo scorso anno [South China Morning Post e China Review News, 6 marzo].

Non molto tempo dopo la sua ascesa ai vertici del 18mo Congresso del Partito, il Segretario generale Xi si è impegnato a introdurre "un socialismo costituzionale con caratteristiche cinesi", che sarebbe un sistema socio-politico dove la Costituzione e la legge siano pienamente rispettati ["What Direction for Legal Reform under Xi Jinping," China Brief, 4 gennaio]. Ci sono indicazioni molto chiare che Xi, che ha il controllo diretto del sistema politico-legale del Paese - che comprende polizia, sicurezza statale, uffici dei pubblici ministeri e tribunali - sia adamantino nell'usare questo formidabile apparato di controllo per schiacciare il dissenso.

Va notato che nel suo discorso all'Anp, il presidente uscente della Corte Suprema del popolo Wang Shengjun abbia affermato la leadership incontrastata del Partito sul sistema giudiziario. Wang ha spronato i giudici e gli altri "lavoratori del settore" a professare "lealtà totale al Partito, alla nazione, al popolo, alla Costituzione e alla legge". In altre parole, l'obbedienza al Partito viene prima del rispetto per la Costituzione e la legge. E questo nonostante il fatto che Wang abbia voluto promuovere anche la "fiducia del pubblico nel giudiziario" così come nella "giustizia e nell'integrità del sistema" [Xinhua e Cctv News, 10 marzo].

Alla vigilia dell'Anp più di 100 fra accademici, scrittori e intellettuali cinesi hanno pubblicato una petizione su internet che chiede alle autorità legislative di ratificare la Convenzione internazionale sui diritti politici e civili delle Nazioni Unite. Questo gruppo ha sottolineato che, nonostante il governo abbia firmato la Convenzione all'inizio del 1998, essa non possa essere applicata in Cina fino a che non viene ratificata dall'Anp. I firmatari - fra cui spiccano i noti accademici Qin Hui e He Weifang - hanno sottolineato che la chiave per la modernizzazione della Cina "passa per l'applicazione delle norme globali sui diritti umani di base". La petizione, tuttavia, è stata rimossa con rapidità dalla cybersfera cinese e una parte dei firmatari ha ricevuto un ammonimento verbale dalle loro unità di lavoro [Yazhou Zhoukan, 10 marzo; Apple Daily, 1 marzo].

A questo punto sembra evidente che l'amministrazione Xi-Li dovrà fare molto di più per convincere la popolazione cinese e gli osservatori stranieri che la sua ossessione per la stabilità - e per il monopolio del Partito sul potere - non si scontrerà con molti aspetti della riforma.

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