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EGITTO - SUD AFRICA
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Sud Africa: uccisi tre monaci copti ortodossi, fermato un sospetto

L’assassinio è avvenuto ieri al monastero di San Marco e San Samuele il Confessore a Cullinan, 30 km a est di Pretoria. La persona arrestata sarebbe un membro egiziano della Chiesa. Il cordoglio delle autorità del Cairo, anche papa Tawadros “sta seguendo da vicino” la vicenda. Dolore e sgomento nella comunità copta egiziana.  

Il Cairo (AsiaNews) - Un nuovo fatto di sangue scuote la Chiesa ortodossa copta egiziana: ieri tre monaci sono stati “assassinati in modo brutale” in un monastero in Sud Africa. Le vittime sono p. Takla Moussa (responsabile della diocesi del Sud Africa), p. Minah ava Marcus e p Youstos ava Marcus, uccisi nella mattinata di ieri nel monastero di san Marco e san Samuele di Johannesburg in circostanze ancora misteriose. La polizia locale ha avviato le indagini ma, al momento, non è chiaro il movente dietro l’attacco all’istituzione religiosa cristiana in una nazione che possiede il poco invidiabile record per omicidi e violenze. 

In queste ore sul luogo si è recato anche l’ambasciatore egiziano a Johannesburg, per restare aggiornato sugli sviluppi dell’inchiesta e portare il sostegno delle istituzioni del Cairo alla comunità religiosa. Anche il leader della Chiesa copta papa Tawadros II, spiega una nota, “sta seguendo da vicino tutti i dettagli di questo incidente, in attesa di essere informato sulle sue cause”, mentre la comunità copta esprime “la sua profonda angoscia” per quanto accaduto.

Fonti vicino all’inchiesta, rilanciate dalla Bbc, riferiscono dell’arresto di un membro egiziano della Chiesa in qualità di “possibile sospetto”. 

L’omicidio ha provocato profonda tensione e shock in tutta la comunità copta-ortodossa in Sud Africa e non solo. “Il nostro dolore e la nostra tristezza - si legge nella nota - non possono essere espressi a parole, ma sappiamo che essi gioiscono in paradiso nel seno dei nostri padri Abramo, Isacco e Giacobbe”. L’arcivescovo Angaelos della Chiesa copta ortodossa di Londra ha definito gli omicidi “tristi e scioccanti”.

La morte è avvenuta ieri nel monastero di San Marco e San Samuele il Confessore, situato a Cullinan, una piccola città 30 km a est della capitale Pretoria. Il portavoce della polizia provinciale, Dimakatso Nevhuhulwi, ha dichiarato alla Reuters che tutti e tre i monaci assassinati sono stati trovati con ferite da taglio. Un sopravvissuto ha raccontato alla polizia di essere stato colpito da un bastone di ferro, ma di essere riuscito a fuggire e a nascondersi.

Gli investigatori stanno ancora cercando determinare il movente degli omicidi e gli autori, che “hanno abbandonato in tutta fretta la scena del delitto senza prendere alcun oggetto di valore” come afferma il colonnello Nevhuhulwi. Un particolare che sembrerebbe escludere la matrice della rapina finita nel sangue, in una nazione in cui i reati violenti sono elevati così come il tasso di omicidi. 

La comunità copta ortodossa egiziana non è nuova a fatti di sangue che ne hanno segnato la vita interna e scosso nel profondo l’istituzione stessa. Fra gli altri l’assassinio in circostanze oscure a fine luglio 2018 del vescovo Anba Epiphanios, abate del monastero di san Macario, per il quale un tribunale egiziano ha condannato a morte due ex monaci: si tratta di Wael Saad e Ramon Rasmi Mansour, meglio conosciuto col nome di Faltaous al-Makari, che avrebbero agito per “divergenze” con il loro superiore. 

La sera del 29 luglio il 64enne priore del monastero di San Macario a Wadi Natrun, circa 110 km a nord-ovest del Cairo, è stato rivenuto privo di vita e con profonde ferite alla testa all’interno dell’istituto che sorge in un’area desertica. In seguito alla morte, i vertici della Chiesa copta ortodossa egiziana hanno imposto il bando all’uso dei social per i monaci e il blocco di un anno a nuovi ingressi nei seminari. Fra le ragioni che hanno portato alla sentenza vi è anche il fatto che i due autori non avrebbero avuto “scrupoli” nel commettere il gesto e di “non aver tenuto in debito conto” l’eta avanzata e la statura spirituale della vittima. Questo ha di fatto escluso la possibilità di concedere le attenuanti generiche del caso.

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