07/04/2004, 00.00
corea del sud
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Suicidi, povertà, disperazione fra i giovani

di Pino Cazzaniga, PIME

Seoul (AsiaNews) - "So che sto facendo un'azione terribile per la mia cara mamma. Ma senza di me avrà meno spese...Vorrei essere nata orfana, oppure come un filo d'erba sul ciglio della strada o come una manciata di sabbia in balia del vento". Sono queste le ultime righe che Jeong, una ragazza di 15 anni, ha scritto sul suo diario prima di togliersi la vita.

Dopo le lezioni non aveva il tempo per scambiare quattro chiacchiere con le compagne che pur la ricordano come un'amica dal cuore gentile. A casa, una misera abitazione, l'attendevano la madre inferma per un tumore al cervello e due fratellini ai quali dedicava tutto il tempo libero dalla scuola. Il padre è morto due anni fa.

La notizia della tragica fine di Jeong ha scosso l'opinione pubblica. Il quotidiano The Korean Herald le ha dedicato un editoriale vedendo nella piccola infelice il simbolo di molti bambini che vivono in abietta miseria.

L'anno scorso migliaia di genitori hanno abbandonato i loro bambini perché non li potevano mantenere. Alcuni li hanno uccisi prima di togliersi essi stessi la vita. In un'analisi apparsa sul quotidiano Joon Ang, il professor Cho Heun-shik, sociologo, osserva che nella Corea del Sud " il fossato tra ricchi e poveri è in aumento. La disintegrazione delle famiglie, causata dalla disoccupazione e altre difficoltà economiche, sta rendendo veramente penosa la vita di molti piccoli. Un milione di bambini, cioè circa il 9% della popolazione infantile, vive in estrema povertà e senza speranza. Se ad essi non si offre la possibilità di una buona istruzione non potranno mai uscire dalla povertà".

Purtroppo la spesa per l'istruzione dei bambini è diventata un problema anche per le famiglie di classe media. Secondo dati resi noti dalla Banca centrale coreana, nel 1997 - l'anno della grande crisi economica - la scuola di un bambino costava alla famiglia 302 mila won (220 euro); oggi costa 462 mila won (335 euro).

"È ora di accendere le candele in ogni angolo della nazione per trovare la via che conduca a liberare i bambini dalle catene della povertà", esorta il sociologo, forse alludendo alla famosa fiaccolata a favore del presidente Roh Moo-hyun. L'esortazione, pur essendo rivolta a tutti, ha come primi destinatari i politici che, nell'ultimo anno, invece di impegnarsi per risolvere i problemi della nazione, l'hanno lacerata con desolanti diatribe culminate nell'indegno spettacolo dell'impeachment del capo dello Stato.

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