Taybeh, capi cristiani: più forti dell’occupazione dei coloni. Restiamo ‘nella nostra casa’
Questa mattina una delegazione guidata dal card. Pizzaballa e dal patriarca Teofilo III ha visitato la comunità simbolo delle violenze. Una denuncia della politica pro-occupazione sostenuta (anche) dal governo israeliano e che colpisce cristiani e musulmani senza distinzioni. Marie-Armelle Beaulieu, giornalista cristiana da 30 anni a Gerusalemme sottolinea il carattere “eccezionale” di un evento “ecumenico” fuori dalla Città Santa.
Milano (AsiaNews) - Le autorità israeliane hanno “facilitato” o quantomeno “favorito” la presenza sistematica e il crescendo di attacchi di coloni ebraici contro il villaggio cristiano palestinese di Taybeh, i cui abitanti hanno subito “gravi molestie, intimidazioni e danni ai terreni agricoli”. È il j’accuse lanciato questa mattina ai vertici dello Stato ebraico dai patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme in “visita di solidarietà” alla comunità simbolo delle violenze legate alla politica pro-occupazione del governo guidato dal premier Benjamin Netanyahu. In una nota diffusa a margine della visita il patriarca latino di Gerusalemme card. Pierbattista Pizzaballa e il patriarca della Chiesa ortodossa Teofilo III esprimono vicinanza ai fedeli vittime di “attacchi sistemici e mirati” che si vanno “intensificando”. Interpellato dai media israeliani, il primate latino ha aggiunto di essere in contatto con le autorità e che è stata aperta un’inchiesta. Ma alla domanda se crede che vi saranno riscontri concreti, il porporato ha detto che “dubito accada, ma lo spero”.
Nei giorni scorsi un’escalation di attacchi ha coinvolto il villaggio di Taybeh, in Cisgiordania, composto da circa 1500 abitanti e tre chiese, situato 30 km a nord di Gerusalemme e a est di Ramallah, il solo abitato per intero da cristiani. Il caso più emblematico è avvenuto il 7 luglio, quando fanatici pro-occupazione hanno appiccato un incendio nei pressi del cimitero e della storica chiesa di san Giorgio (Al-Khadr) del V secolo, uno dei più antichi siti religiosi della Palestina. Fra i residenti - oltre 600 sono latini, mentre i restanti greco-ortodossi e cattolici greco-melchiti - vi è preoccupazione per il futuro di una comunità nota sin dai tempi del Vangelo, in cui Gesù si è ritirato prima della Passione. L’escalation è iniziata ben prima del 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas a Israele e l’inizio del conflitto a Gaza. Tuttavia, la guerra nella Striscia e quella dei 12 giorni con l’Iran hanno lasciato campo libero a coloni ed estremisti che operano nella più totale impunità.
Questa mattina diversi leader cristiani della Terra Santa sono arrivati a Taybeh da Gerusalemme e, nella sede del comune, hanno incontrato una delegazione locale e rappresentanti dei vicini villaggi di Kufur Malek e Almazra’ Al-Sharqiyeh. A loro si sono uniti diplomatici e giornalisti. Dopo un breve saluto dei parroci è stato proiettato un video sul villaggio e la sua terra, quinti Teofilo III ha dato lettura del messaggio, seguito dalla processione verso la chiesa bizantina. Nell’area antistante i capi cristiani hanno tenuto una preghiera comune.
Di fronte alle violenze di questi mesi, coi coloni che portano gli animali a pascolare nei campi coltivati, distruggendoli o rendendoli inaccessibili, e danneggiando piante di ulivo, i capi cristiani chiedono “preghiere, attenzione e azione del mondo”. La miglior risposta alle “minacce persistenti” oltre che il “più grande atto di coraggio” concludono patriarchi e capi è “continuare a chiamare questa casa. Siamo al vostro fianco, sosteniamo la vostra resilienza e avete le nostre preghiere”.
Ad AsiaNews Marie-Armelle Beaulieu, caporedattore di Terre sainte magazine da oltre 30 anni a Gerusalemme e presente alla preghiera a Taybeh, sottolinea l’ampia partecipazione di leader cristiani di varie denominazioni: greco-ortodosso, latino, greco-cattolico, armeno, luterano e anglicano. “Già il fatto che siano venuti da Gerusalemme - spiega - è un grande evento”. Al tempo stesso “il numero di giornalisti presenti e i Paesi rappresentati dai diplomatici costituiscono una vittoria” per una iniziativa “di solidarietà” che ha avuto “ampio seguito”. L’obiettivo, prosegue, era quello di denunciare “la politica di occupazione”, perché colpisce senza distinzioni “cristiani e musulmani” come sottolineato dallo stesso Teofilo III.
Al tempo stesso ha voluto ricordare e ribadire come “il cristianesimo sia profondamente radicato” in questa terra, in cui è presente “da duemila anni”. Vi è poi da rimarcare il richiamo al “diritto internazionale” che dovrebbe sancire e legittimare la loro presenza a fronte di “attacchi violenti” che sono una minaccia vitale, ancor più di fronte al silenzio o alla connivenza “delle autorità israeliane”. Infine, oltre al “carattere eccezionale” di un evento “fuori da Gerusalemme”, Marie-Armelle Beaulieu descrive come particolarmente toccante e significativa la preghiera secondo la tradizione orientale ortodossa, in arabo e greco, che ne esalta il “carattere ecumenico”. “Pregare insieme - afferma - va oltre lo scrivere testi o pronunciare discorsi, ma è prendere questo tempo che è proprio dei cristiani, quello della preghiera, per rivolgersi con fiducia a Dio”.
Il parroco latino p. Bashar Fawadleh ha ricordato come la terra in cui si è ritirato Gesù negli ultimi giorni è “luogo in cui la sicurezza è negata e gli spazi sacri sono bruciati”. Eppure, insiste, “noi dichiariamo con fede incrollabile: restiamo. […] Non siamo passanti, né migranti, né stranieri. Questa terra non è solo una patria... è una chiamata, una missione e un’alleanza che non sarà infranta” sottolinea il sacerdote. Taybeh oggi, avverte, non è un caso isolato ma “un vero e proprio specchio di ciò che subiscono le città e i villaggi di tutta la Cisgiordania”. Una condanna arriva infine da re Abdullah II ibn Al Hussein di Giordania, che parla di “brutali attacchi” compiuti da “coloni estremisti” la cui “gravità” richiede una “ferma e immediata posizione internazionale”.
(Foto tratta dal sito del Patriarcato latino di Gerusalemme)
12/02/2024 10:14
27/12/2018 08:57