18/11/2022, 08.49
GEORGIA
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Tbilisi, opposizione divisa tra lotta parlamentare e di piazza

di Vladimir Rozanskij

Il Movimento nazionale dell’ex presidente Saakašvili sceglie il suo nuovo presidente. Se eletto Georgij Mumladze promette politica dura contro i filorussi del Sogno georgiano, ora al potere. Saakašvili, in prigione e malato, si tiene in disparte. Per leader al governo il Movimento è a fine corsa.

Mosca (AsiaNews) – In vista del congresso anticipato per eleggere il nuovo presidente, la principale forza politica di opposizione in Georgia, il Movimento nazionale fondato dall’ex presidente Mikhail Saakašvili, si trova di fronte a un bivio. Una parte dei suoi membri vorrebbe agire soprattutto nell’agone parlamentare, puntando a sostituire il Sogno Georgiano al governo del Paese, altri preferiscono la via dell’opposizione dura al di fuori dei palazzi del potere.

Uno dei pretendenti alla guida del Movimento, Georgij Mumladze, ha promesso apertamente che se verrà scelto trasformerà il gruppo nella “avanguardia delle proteste di piazza, senza trastullarsi a scaldare sedie in Parlamento”. Per dare maggior forza al suo appello, Mumladze da giorni si reca con decine di suoi sostenitori sul centrale prospekt Rustaveli, dando inizio con questo alla campagna elettorale, chiedendo all’attuale capo del partito Nika Melia di cedere subito la carica e dare spazio al confronto interno.

L’ala radicale del Movimento accusa Melia e la sua cerchia “di aver abbandonato in galera Saakašvili, per lasciarlo morire come prigioniero di Putin”. Mumladze ha assicurato che se verrà scelto “l’unica nostra ideologia sarà il patriottismo, e non certo solo al chiuso delle mura del partito o del governo”. Con foga rivoluzionaria, il leader di piazza ribadisce che “ci preoccupa questo regime filorusso che penetra ovunque, orchestrato da Bidzina Ivanišvili [fondatore del Sogno Georgiano] e dalla sua banda”.

Prima di scendere in campo un paio d’anni fa, Mumladze era noto come ricercatore del Centro di studi costituzionali dell’Università di Stato “Ilia”, e criticava allo stesso tempo maggioranza e opposizione per il loro “populismo costituzionale”. Egli si è poi aggregato alla “Piattaforma 2020” di attivismo civico, per fondare un proprio movimento politico “Per la Georgia”, confluito nel Movimento Nazionale come sostenitore di Saakašvili.

Pur non essendo neppure iscritto al partito, oggi Mumladze si contrappone al presidente uscente Melia e al centrista Georgij Čaladze, capo del Laboratorio nazionale di genetica. Čaladze è amico personale della madre di Saakašvili, Gyuli Alasania, con la quale si reca spesso all’estero per ottenere appoggi dai partner internazionali.

Secondo il segretario dell’ufficio politico del Movimento, Koba Nakopija, questa “lotta selvaggia” interna al partito in realtà non piace all’ex presidente, che giace nell’ospedale del carcere con diverse malattie piuttosto serie. A suo dire “Saakašvili non si vuole immischiare, e pensa che non sia il momento di dividersi in questo modo… tutte le nostre energie si devono impegnare in altro, dobbiamo rovesciare il regime al potere, non rivoltare il Movimento nazionale”.

Melia si è dichiarato d’accordo col fondatore, con cui in passato non sono mancate varie tensioni. Le sue decisioni sulle dimissioni da presidente e i tempi della consultazione interna però non sono chiare, mentre egli si trova a Bruxelles per cercare appoggi europei alla linea antirussa e anti-oligarchica dell’opposizione.

Dagli esponenti di maggioranza del Sogno georgiano giungono previsioni di “esaurimento del Movimento nazionale”, come ha detto in questi giorni il presidente Iraklij Kobakhidze, perché “è l’esito logico del loro sistema politico”.

Anche la ministra della Cultura Teja Tsulukiani ha affermato che “il loro partito da anni è senza la spina dorsale, che era rappresentata dall’ex primo ministro Vano Merabišvili; non hanno un vero leader e il fondatore Saakašvili è stato riconosciuto colpevole di vari crimini, mentre il loro cervello, l’ex ministro della Giustizia Zurab Adejšvili, si trova all’estero… vedremo presto la loro fine”.

Di certo la crisi dell’opposizione non aiuta il Paese a trovare un equilibrio, e a individuare la via per essere accolta in Europa, come desidera la gran parte della popolazione della Georgia.

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