Tokyo, si rompe la coalizione di governo: in bilico la nomina di Sanae Takaichi a premier
La rottura tra il Partito liberaldemocratico (LDP) e il Komeito, alleati di governo quasi ininterrottamente dal 1999, apre una nuova fase di instabilità politica in Giappone. La leader conservatrice Sanae Takaichi, appena eletta alla guida dell’LDP, rischia ora di non ottenere la maggioranza necessaria per diventare la prima donna premier del Paese. Anche l'opposizione, guidata dal Partito costituzionale democratico, sta cercando di unire le forze per bloccarne l’elezione.
Tokyo (AsiaNews) – A meno di una settimana dalla sua elezione a leader del Partito liberaldemocratico (LDP), la conservatrice Sanae Takaichi vede già vacillare la prospettiva di diventare la prima donna premier del Giappone. La crisi è esplosa ieri 10 ottobre, quando il partito Komeito ha annunciato la fine della coalizione di governo, che è rimasta in piedi quasi ininterrottamente dal 1999. La decisione ha aperto una nuova fase di incertezza politica e messo in discussione la stabilità dell’esecutivo, aprendo la possibilità per l’opposizione di capitalizzare il momento.
La rottura è stata giustificata dal leader del Komeito, Tetsuo Saito, con la necessità di “porre fine alla commistione tra politica e denaro”. Il riferimento è allo scandalo dei fondi che lo scorso anno aveva travolto l’LDP portando allo scoperto una serie di pagamenti illeciti giustifcati come raccolte fondi. Lo scandalo aveva già costretto alle dimissioni l’ex premier Fumio Kishida e portato a un crollo della fiducia nei confronti dell’LDP.
L’elezione di Takaichi, nota per le sue posizioni ultraconservatrici, avrebbe dovuto rappresentare un tentativo di rilancio. Ma la scelta di nominare Koichi Hagiuda, coinvolto nello scandalo, a un ruolo di vertice nel partito ha suscitato indignazione tra gli alleati. Il Komeito, nato negli anni ‘50 come braccio politico dell’organizzazione buddhista Soka Gakkai, si fonda su principi di moderazione e trasparenza. Molti membri hanno espresso inquietudine per la figura di Takaichi, legata alla destra nazionalista e alle visite ripetute al santuario di Yasukuni, dove sono onorati anche criminali di guerra. L’ultima visita di un premier in carica risale al 2013, quando l’allora primo ministro Shinzo Abe (mentore della stessa Takaichi) scatenò le proteste di Cina e Corea del Sud.
Il principale partito di opposizione, il Partito costituzionale democratico del Giappone (CDP) guidato da Yoshihiko Noda, ha colto l’occasione per proporre una candidatura contro Takaichi. “È un’occasione che capita una volta ogni dieci anni per un cambio di governo”, ha dichiarato Noda, auspicando un’alleanza con il Partito democratico per il popolo (DPFP) di Yuichiro Tamaki.
Il CDP dispone di 148 seggi nella Camera bassa, l’LDP di 196 e il Komeito di 24. Anche un’eventuale intesa tra LDP e DPFP non basterebbe a raggiungere la maggioranza di 233 seggi necessari per l’elezione del premier. Se i tre principali partiti d’opposizione – CDP, DPFP e il Partito dell’innovazione – riuscissero a convergere su un candidato unico, avrebbero 210 voti, sufficienti a impedire a Takaichi di essere eletta. Restano, tuttavia, divergenze profonde su temi come la sicurezza, l’energia nucleare ed eventuali revisioni costituzionali volute dall’estrema destra.
Sul piano economico, l’elezione di Takaichi alla guida del LDP ha già avuto effetti immediati sui mercati finanziari. I rendimenti dei titoli di Stato a lunghissimo termine (JGB) sono saliti ai massimi dal 2008, superando il 3,3% sui trentennali, segno che gli investitori si attendono una politica fiscale espansiva sotto la sua leadership.
Con la Banca del Giappone impegnata a ridurre gli acquisti di obbligazioni e le banche nazionali limitate da regole più rigide sul rischio, il governo si trova ora a dover cercare nuovi acquirenti per il proprio debito. Gli investitori stranieri hanno comprato oltre 9,4 trilioni di yen in titoli a lungo termine nei primi otto mesi dell’anno, quasi triplicando il record precedente.
Ma questa dipendenza dai capitali esteri rende la stabilità politica ancora più importante per il Giappone. Al momento Takaichi resta la favorita per la prima votazione parlamentare. Il Komeito, che intende votare per il proprio leader al primo turno, non ha ancora chiarito quale posizione assumerà in un eventuale ballottaggio. Tuttavia se l’opposizione riuscisse a convergere su un unico nome, il Paese potrebbe assistere a un importante cambio di governo.
08/09/2021 08:50