13/04/2021, 09.04
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Tokyo decide di scaricare in mare le acque contaminate di Fukushima

Per il governo non rappresentano più un pericolo. Erano state usate per raffreddare i reattori danneggiati dallo tsunami del marzo 2011. Si oppongono pescatori locali, gruppi ambientalisti, Stati confinanti e la Chiesa cattolica. Usa e Agenzia internazionale per l’energia atomica appoggiano il piano di smaltimento.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il governo nipponico ha annunciato oggi l’intenzione di scaricare in mare le acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata 10 anni fa da uno tsunami. Le autorità sostengono che il milione di tonnellate di liquidi usato per raffreddare i reattori atomici andati in fusione (meltdown) non rappresenta più un pericolo per la sicurezza e la salute. La decisione incontra però la ferma opposizione dei pescatori locali, di gruppi ambientalisti, degli Stati confinanti e della Conferenza episcopale giapponese.

 L’11 marzo del 2011 il più potente terremoto mai registrato in Giappone ha devastato la costa nord-orientale del Paese. Il maremoto provocato dal sisma di magnitudo 9.0 ha ucciso 18mila persone e distrutto città intere. La catastrofe ha obbligato mezzo milione di residenti ad abbandonare le proprie case.

Il disastro di Fukushima è classificato al 7° livello di gravità dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, il più alto mai osservato insieme a quello di Chernobyl (Unione Sovietica) del 1986. Stime ufficiali dicono che ci vorranno 40 anni per la ricostruzione e la bonifica del territorio, al costo di migliaia di miliardi di yen.

Il processo di smaltimento inizierà tra due anni; le acque rilasciate saranno diluite in modo significativo attraverso un sistema avanzato chiamato Alps. Esso permette di rimuovere dai liquidi contaminati gli elementi più radioattivi, come lo stronzio e il cesio.

Il premier Yoshihide Suga ha dichiarato che l’operazione sarà condotta in modo da tutelare l’industria ittica locale. Tepco, la società che gestisce l’impianto di Fukushima, sarà obbligata a pagare un risarcimento se i pescatori nipponici subiranno danni.  Per la federazione nazionale di settore, lo smaltimento in mare è però “inaccettabile”.

Tokyo deve affrontare anche l’opposizione dei Paesi vicini. La Cina ha detto che la mossa di Suga è “irresponsabile”; Taiwan e Corea del Sud si dicono anch’essi contrari. L’esecutivo nipponico ha ricevuto il sostegno degli Usa e dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, secondo cui il piano di rilascio delle acque contaminate “ha basi scientifiche solide ed è in linea con le pratiche standard seguite dall’industria atomica in tutto il mondo”.

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