24/02/2023, 12.07
CINA
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Ucraina: da Pechino niente ‘piano di pace’, solo ‘suggerimenti’

di Li Qiang

Presentato un documento con 12 principi per risolvere la “crisi” russo-ucraina. I cinesi chiedono il rispetto dell’integrità territoriale dei Paesi, ma non condannano l’occupazione russa. Nato e Ue: poco credibili. Compagnia cinese sarebbe pronta a vendere droni d’attacco a Mosca. Pechino si astiene all’Onu su voto contro aggressione putiniana dell’Ucraina.

Pechino (AsiaNews) – Solo “suggerimenti” per una soluzione politica del conflitto russo-ucraino, non un “piano di pace”. Come anticipato da AsiaNews, oggi a un anno dall’invasione putiniana dell’Ucraina il governo cinese non ha presentato nulla di concreto per fermare l’aggressione.

Un elenco in 12 punti dove non si parla mai di attacco militare da parte di un Paese a un altro, ma di “crisi”, che in sostanza mette in fila concetti ribaditi più volte da Xi Jinping e soci dal 24 febbraio 2022. Pechino non dice poi come portare avanti quanto proposto, ulteriore segno dell’indisponibilità ad assumere un ruolo proattivo da mediatrice.

Il documento parte con l’invito a “rispettare la sovranità di ogni nazione”, compresa le loro integrità territoriale. Osservatori fanno notare l’incongruenza tra l’enunciazione di questo principio e la mancata condanna cinese dell’azione armata del Cremlino contro gli ucraini.

Una tiepida reazione occidentale era inevitabile. Il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha detto senza indugi che Pechino non è credibile come mediatrice. La Commissione Ue ha precisato invece che quelli presentati dai cinesi sono principi che vanno letti nella cornice della sua relazione “senza limiti” con Mosca.

Solo il 22 febbraio, incontrando Putin a Mosca, l’alto inviato diplomatico cinese Wang Yi ha affermato che la cooperazione sino-russa è “importante per stabilizzare la situazione internazionale”: non certo una dichiarazione di neutralità.

“L’iniziativa cinese di pace” arriva dopo che gli Usa hanno accusato la Cina di essere pronta a fornire armamenti alla Russia. Pechino nega con forza, ma secondo Der Spiegel la compagnia cinese Xi’an Bingo Intelligent Aviation Technology starebbe negoziando con le Forze armate di Mosca la produzione in serie di droni d’attacco – 100 prototipi da consegnare entro aprile.

La Cina non vuole certo che il conflitto si aggravi: sarebbe un ulteriore minaccia alla già precaria stabilità globale, mentre il Paese è impegnato in una difficile ripresa economica.

Xi preferirebbe che Putin non perdesse, perché lo “zar” russo è una pedina da usare contro Stati Uniti e i suoi alleati in chiave di competizione geopolitica globale. La Cina continuerà però a mantenere lo spazio di manovra necessario per muoversi anche in uno scenario del genere. Non a caso ieri Pechino si è astenuta al voto dell’Assemblea Onu con il quale una schiacciante maggioranza di Paesi membri (141, contro 32 astensioni e 6 contrari) ha domandato il ritiro russo dall’Ucraina.

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