17/11/2025, 12.20
GAZA - ISRAELE
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Una rete legata alle autorità israeliane dietro al charter dei palestinesi in Sudafrica

Un'inchiesta del quotidiano Haaretz ha svelato il coinvolgimento di Al-Majd Europe, una ong con sede fittizia, incaricata dall’Ufficio israeliano per l’emigrazione volontaria e dal COGAT di organizzare le partenze da Gaza come parte di un più ampio schema di trasferimento dei palestinesi, che non conoscevano la destinazione finale. Voli precedenti erano arrivati anche in Indonesia e Malaysia grazie a compagnie aeree romene.

Johannesburg (AsiaNews/Agenzie) - Dopo che la settimana scorsa 153 palestinesi gazawi sono stati fatti sbarcare in Sudafrica da un misterioso volo charter giunto dal Kenya, sono emerse diverse indagini che hanno svelato il coinvolgimento nell’operazione di una ong legata al governo e all’esercito israeliano. Giovedì l’aereo è rimasto fermo per quasi 12 ore sulla pista dell’aeroporto di Johannesburg, mentre l’Agenzia sudafricana per le frontiere cercava di capire come fosse possibile che i passeggeri avessero lasciato Gaza senza alcun timbro di uscita sui loro passaporti.

Lo sbarco è stato concesso solo grazie alla disponibilità dell’organizzazione umanitaria “Gift of the Givers”, che si è offerta di farsi carico dei gazawi. Secondo il governo sudafricano, 23 dei 153 palestinesi hanno poi proseguito verso altri Paesi, ma non ha aggiunto ulteriori dettagli. Nigel Branken, un assistente sociale sudafricano che si è interessato del caso, ha dichiarato che i palestinesi di Gaza gli hanno raccontato di essere stati costretti dalle autorità israeliane a lasciare tutti i loro effetti personali prima di salire su un aereo senza contrassegni in una base dell’aeronautica israeliana.

Ieri il quotidiano israeliano Haaretz ha svelato che le partenze da Gaza sono state organizzate da una ong chiamata “Al-Majd Europe”, che avrebbe come obiettivo quello di effettuare “evacuazioni da zone di conflitto”. In realtà, è stato l’Ufficio per l’emigrazione volontaria, istituito presso il ministero della Difesa israeliano per facilitare l’emigrazione dei palestinesi fuori dalla Striscia, ad aver incaricato Al-Majd di coordinare le partenze dei cittadini di Gaza. Un’operazione realizzata insieme al COGAT, l’organismo dell’esercito israeliano che coordina le attività governative nei territori.

Nonostante Al-Majd sostenga di essere attiva dal 2010, il sito web è stato registrato solo nel febbraio 2025, contiene link che non portano ad altre pagine e indica come un indirizzo della propria sede un ufficio a Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est, che in realtà non esiste. Anche le foto utilizzate sul sito web per raccontare le storie dei palestinesi che hanno lasciato la Striscia provengono in realtà da altri media. Le persone di cui vengono raccontate le storie, inoltre, non risultano essere rintracciabili.

Diversi passeggeri, che non conoscevano la destinazione finale del loro viaggio, hanno riferito ad Al Jazeera di aver dovuto versare tra 1.400 e 2.000 dollari a persona su conti privati prima di partire. Non è la prima volta che si verifica un fatto del genere, come hanno confermato alcune fonti israeliane. Anche il 28 ottobre era atterrato in Sudafrica un aereo con 170 palestinesi a bordo, mentre il primo volo coordinato dall’organizzazione è stato effettuato il 27 maggio: 57 palestinesi da Gaza erano stati trasferiti in Israele per poi essere spediti in Indonesia e Malaysia (Paesi a maggioranza musulmana) dopo uno scalo a Budapest, in Ungheria, con un volo della compagnia romena Fly Lili. Un trasferimento in aperta conrtaddizione con il cosiddetto "piano di pace" proposto dal presidente statunitense Donald Trump che in questi giorni è in discussione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’Indonesia, in particolare, ha più volte proposto l’invio di soldati per la stabilizzazione della Striscia.

Sul sito di Al-Majd, i gazawi che desiderano lasciare la Striscia possono inserire i loro dati. Una volta effettuato il pagamento si viene inseriti in un gruppo WhatsApp in cui vengono condivisi i dettagli sulla partenza. Nel caso del volo arrivato a Johannesburg la settimana scorsa, i passeggeri hanno raccontato di essere stati trasportati in autobus da Rafah al valico di Kerem Shalom. Da lì sono stati trasferiti all’aeroporto di Ramon, imbarcati su un volo charter - anche in questo caso romeno - della compagnia Fly Yo che ha prima fatto scalo a Nairobi. Ziv Mayberg, il proprietario della compagnia aerea, ha confermato i dettagli ad Haaretz, ma ha precisato che Fly Yo non opera direttamente con alcuna ong. A sua detta è un agente di viaggio israeliano, di cui non ha voluto rivelare l'identità, a prenotare i voli per il trasferimento dei palestinesi.

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