Uttar Pradesh: la battaglia legale della comunità Tharu per i diritti sulle foreste
Lo Stato dell'India settentrionale ha negato in maniera arbitraria i diritti alla terra previsti dal Forest Rights Act del 2006. Il processo giudiziario è arrivato a un momento di stallo, ma il caso del villaggio di Kajaria riaccende il dibattito sulla lenta attuazione delle normative e sulle promesse mancate verso le popolazioni indigene, per cui le foreste sono un elemento di sussistenza ma anche identitario.
Allahabad (AsiaNews) - La battaglia della comunità Tharu per il riconoscimento dei propri diritti sulle foreste dell’Uttar Pradesh è giunta a un nuovo punto di stallo. Dopo anni di ricorsi e rinvii, la petizione presentata dai leader del villaggio di Kajaria nel distretto di Lakhimpur Kheri, resta in sospeso davanti all’Alta Corte di Allahabad. L’udienza prevista per il 13 ottobre non si è tenuta a causa dell’anticipo della chiusura della seduta, e la prossima data verrà fissata solo dopo la festa indiana Diwali, il 20 ottobre.
Il ricorso contesta il rifiuto “arbitrario e meccanico” con cui lo Stato dell’Uttar Pradesh ha negato alla comunità i diritti previsti dal Forest Rights Act (FRA) del 2006, una legge che riconosce e tutela i diritti fondiari e di sussistenza delle popolazioni indigene adivasi e dei tradizionali abitanti delle foreste. I Tharu sono una popolazione indigena storicamente insediata nelle aree forestali al confine tra India e Nepal. Riconosciuti ufficialmente come Scheduled Tribe nel 1967, i Tharu dell’Uttar Pradesh vivono da generazioni in villaggi come Kajaria, dove la foresta rappresenta una risorsa vitale e un elemento identitario. Documenti governativi degli anni ’70 e’80 attestano che l’area è stata abitata stabilmente dalla comunità, e che il villaggio ha ottenuto lo status di revenue village (una piccola unità amministrativa in India, istituita storicamente per la valutazione e la riscossione delle imposte sui terreni agricoli) senza che ciò escludesse i diritti d’uso collettivi sui terreni forestali.
Il contenzioso ha origini nel 2013, quando la Gram Sabha di Kajaria (l’assemblea del villaggio prevista dal FRA) aveva approvato le rivendicazioni dei Tharu per il riconoscimento dei propri Community Forest Resource Rights, che includono la raccolta di legna da ardere, il pascolo del bestiame e la raccolta di materiali per uso domestico. La documentazione era stata inoltrata alla Sub-Divisional Level Committee (SDLC) e poi alla District Level Committee (DLC), incaricata di concedere formalmente i diritti comunitari sulle terre e sulle risorse forestali.
Tuttavia, per anni le autorità amministrative hanno rimandato la decisione, sollevando obiezioni di carattere tecnico e interpretazioni restrittive della legge. Solo nel dicembre 2020 la SDLC ha approvato le rivendicazioni, inoltrandole al livello distrettuale. Tre mesi dopo, nel marzo 2021, la DLC ha respinto l’intero fascicolo, con motivazioni identiche a quelle utilizzate per altri villaggi indigeni della zona.
Secondo i richiedenti, il rifiuto è stato deciso senza consultare la comunità locale, violando la procedura prevista dalla legge. La decisione, sostengono, si è basata su argomenti “estranei e irrilevanti”, come il fatto che il villaggio ricevesse benefici da programmi governativi o che avesse già uno status amministrativo riconosciuto, fattori che non incidono sul diritto all’uso delle foreste garantito dal FRA. La mancata concessione dei diritti non è solo un problema burocratico: i Tharu segnalano minacce e molestie continue da parte delle autorità forestali, e persino denunce penali false quando tentano di esercitare attività quotidiane come raccogliere legna o pascolare il bestiame.
La mancata risposta dello Stato, che non ha ancora depositato la propria memoria difensiva nonostante più di un mese di tempo dalla precedente udienza, evidenzia le difficoltà strutturali nell’attuazione del Forest Rights Act. A quasi vent’anni dalla sua entrata in vigore, la legge continua a scontrarsi con resistenze burocratiche e con la persistente tendenza delle amministrazioni forestali a considerare le comunità locali come “occupanti illegali” anziché come custodi dei territori.
Organizzazioni come la Citizens for Justice and Peace (CJP) e l’All India Union of Forest Working Peoples (AIUFWP) seguono da anni casi simili, denunciando un modello di esclusione che priva le comunità forestali di mezzi di sussistenza e autonomia. Il caso dei Tharu di Kajaria, in attesa di una nuova udienza, è diventato così un simbolo del divario tra il riconoscimento formale dei diritti e la loro effettiva attuazione. Per la comunità, la speranza è che la Corte ristabilisca non solo la legalità, ma anche la promessa di giustizia che il Parlamento indiano aveva sancito nel 2006, quando riconobbe per la prima volta che la foresta appartiene anche a chi la abita.
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