15/02/2010, 00.00
INDIA
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Vescovo di Pune: Il terrorismo ci divide; le religioni unite lo combattono

di Nirmala Carvalho
Nell’attacco a Pune, lo scorso 13 febbraio, sono morte 9 persone, fra cui un’italiana e un iraniano. Fra i 60 feriti vi sono 12 stranieri. I politici indiani si dividono e il Bjp vuole bloccare i dialoghi con il Pakistan. Mons. Dabre, vescovo della città colpita, sottolinea che la “vittima” del terrorismo è anzitutto la convivenza fra religioni e culture differenti e per questo è necessaria la collaborazione fra persone di diverse fedi e tradizioni.
Pune (AsiaNews) – Almeno 9 persone sono state uccise e circa 60 sono rimaste ferite in un attacco terrorista alla German Bakery, un noto ristorante nel Koregaon Park di Pune. Fra i morti vi sono un’italiana e un iraniano. Anche fra i feriti vi sono 12 stranieri, essendo Pune una città cosmopolita.
 
L’esplosione è uno dei maggiori incidenti dopo l’attacco terroristico a Mumbai nel novembre 2008.
La German Bakery è vicino a un centro di mistica indù, l’Osho Ashram e vicino al Centro Chabad, del movimento ebreo ortodosso Lubavitch. Alcuni membri del Lubavitch sono stati obbiettivo dell’attacco di Mumbai nel 2008.
 
Finora nessun gruppo ha rivendicato l’attacco. Ma il partito d’opposizione, il Bharatiya Janata Party (Bjp) ha incolpato in modo indiretto il Pakistan, esigendo che il governo di New Delhi blocchi ancora una volta i dialoghi con Islamabad. Il progresso dei difficili rapporti fra India e Pakistan hanno subito un arresto dopo l’attacco di Mumbai. Dovevano riprendere con un incontro programmato il prossimo 25 febbraio. Ma il Congress Party, che guida la coalizione di governo, ha escluso il rimando dei colloqui fra New Delhi e Islamabad.
 
Il primo ministro pakistano, Syed Yousuf Raza Gilani, ha condannato l’attacco e riaffermato il desiderio di migliorare le relazioni fra i due vicini.
 
In un commento per AsiaNews, mons. Thomas Dabre, vescovo di Pune, ha sottolineato che “il terrorismo attacca e ferisce gente di diverse religioni e culture. Per questo è ancora più necessario che tutti i credenti in Dio si uniscano e lavorino insieme per garantire una società libera dal terrorismo, in cui la gente possa vivere in pace, giustizia, dignità e felicità”. Mons. Dabre, che  è membro del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha anche espresso le sue condoglianze e preghiere alle famiglie delle vittime. Ecco quanto ci ha detto:
 
Nella diocesi di Pune siamo rimasti scioccati dall’esplosione che è avvenuta a soli 3 km dalla cattedrale e dall’episcopio di Pune.
 
Offro le mie più sentite condoglianze ai parenti e amici delle vittime di questo attacco che ha ucciso 9 persone e ferito circa 60, causando tanti danni anche agli edifici. Possa il Signore benedire i morti con la vita eterna, donando una presta guarigione ai feriti e conforto e forza ai parenti ed amici.
Le vittime erano tutti giovani, studenti promettenti e impiegati che si godevano un piccolo relax nel ristorante. La bomba ha distrutto le loro vite.
 
I leader religiosi devono collaborare insieme per mettere fine al terrorismo.
 
Il terrorismo si diffonde sempre più nel mondo e ora ha anche colpito queste vite innocenti in questa storica città, conosciuta per la sua armonia culturale e religiosa e per la sua integrazione.
Pune ha giocato un ruolo chiave nella storia del movimento per l’indipendenza indiana ed ha uno speciale significato anche oggi perché sta emergendo come uno dei centri di sviluppo per le tecnologie informatiche.
 
L’incidente di sabato ha colpito l’intera città, con la sua popolazione cosmopolita di 6 milioni di persone, proveniente da tutta l’India e da molte parti del mondo. Tale incidente è una nuova prova che il terrorismo non ha alcuna moralità, che gli esseri umani stanno perdendo il senso della giustizia perché vite innocenti vengono condannate alla morte e alla distruzione.
 
Lo spirito di perdono sta scomparendo, mentre vendetta, ritorsione, stolta affermazione dei propri diritti e pretese vengono imposte in modo cocciuto sugli altri, senza alcuna distinzione fra colpevoli e innocenti.
 
Il messaggio di Gesù Cristo di amore, perdono, giustizia e pace, insieme a uno spirito di sacrificio per l’altro diviene ancora più importante e urgente: di fronte al terrorismo non possiamo farci vincere dal pessimismo.
 
Il terrorismo sfida religioni e culture differenti a lavorare insieme per diffondere una moralità universale nelle menti e nei cuori. In particolare, i leader religiosi devono diffondere l’importanza della moralità, della giustizia e della pace come segno della fede in Dio e della vera spiritualità.
Il terrorismo attacca e ferisce gente di diverse religioni e culture. Per questo è ancora più necessario che tutti i credenti in Dio si uniscano e lavorino insieme per garantire una società libera dal terrorismo, in cui la gente possa vivere in pace, giustizia, dignità e felicità.
 
Io credo che le religioni del mondo insieme a politici, intellettuali, scienziati e personalità mondiali devono avere un ruolo effettivo per mettere fine a questo insensato, irresponsabile e immorale terrorismo.
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