11/09/2010, 00.00
INDIA
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Vescovo indiano: Non bruciamo il Corano, ma anche l’islam sia più tollerante

di Nirmala Carvalho
Intervistato da AsiaNews mons. Leo Cornelius, arcivescovo di Bophal, condanna la campagna “brucia il Corano” lanciata dal pastore americano Terry Jones. Il prelato invita cristiani e musulmani a isolare le frange estremiste che offendono le altre fedi: “Avere rispetto della religione implica rispettare l’umano”.

Mumbai (AsiaNews) – “La minaccia del pastore Jones ha creato forti reazioni tra i nostri amici musulmani che sono stati ingiustamente offesi. Allo stesso modo, quando gli estremisti islamici offendono altre religioni, i musulmani dovrebbero anche capire il dolore di queste persone”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Leo Cornelius, arcivescovo di Bhopal, (Madhya Pradesh), rispetto alla campagna “brucia il Corano” che in questi giorni ha messo in allerta tutto il mondo.

Intervistato da AsiaNews, il prelato sottolinea che è solo grazie alla reciprocità che si possono mettere le basi per la fiducia e la pacifica coesistenza.

Eccellenza, come hanno reagito le comunità cristiana e musulmana del Madhya Pradesh alle notizie di questi giorni?

L’annuncio del rogo del Corano è stato denunciato dai leader cristiani e musulmani nella nostra provincia, ma anche in ogni regione dell’India e del mondo. Esistono elementi di fanatismo in tutte le fedi religiose. Le persone di buona volontà non devono reagire a queste provocazioni e rifiutare qualsiasi tipo di fondamentalismo.

In Madhya Pradesh, cristiani e musulmani sono una minoranza. Quali sono gli elementi essenziali per la tolleranza e la reciproca convivenza?

Per le nostre comunità l’importante è lavorare insieme, non essere contro la comunità di maggioranza (indù) e soprattutto isolare le frange estremiste. Noi non viviamo come minoranza religiosa contro la maggioranza. Avere rispetto della religione implica rispettare l’umano.  In Madhya Pradesh, abbiamo buone relazioni con i leader musulmani, infatti molti musulmani hanno partecipato alle celebrazioni per il centenario di Madre Teresa. 

La vicinanza di questi giorni tra leader cattolici e musulmani potrebbe portare qualche vantaggio in vista del Sinodo del Medio oriente?

In tutto il mondo ci sono moschee, eppure in Medio Oriente le chiese non sono ammesse e il culto è limitato da rigide normative. I nostri amici musulmani devono essere consapevoli che lo spirito di reciprocità è il principio guida per la tolleranza religiosa.

E’solo grazie alla reciprocità che si possono mettere le basi di fiducia reciproca e pacifica coesistenza per un nuovo ordine mondiale.

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