24/07/2009, 00.00
KIRGHIZISTAN
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Vittoria plebiscitaria per il presidente uscente Kurmanbek Bakiyev

A metà spoglio ha quasi il 90% dei voti. Il principale oppositore parla di brogli e annuncia proteste. Esperti: il vero problema è operare cambiamenti in una situazione economica difficile e con una diffusa corruzione in ambiente politico.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – La Commisione elettorale centrale ha detto oggi che il presidente uscente Kurmanbek Bakiyev, a oltre la metà dello spoglio, ha ottenuto l’87,7% dei voti. Il principale oppositore Almazbek Atambayev, è fermo al 7% circa.

Atambayev già ieri ha contestato il voto che definisce “truccato”. Oggi, dopo i primi risultati, ha ripetuto che “Bakiyev ha perso le elezioni. Il Kirghizistan è privo di un presidente legittimo… Quest’elezione è un furto. Porteremo prove evidenti dei brogli”.

La Commissione elettorale ha escluso di avere prove di brogli. Nel Paese la situazione appare calma, dopo che ieri ci sono stati scontri a Balykchi tra circa 1.000 seguaci di Atambayev e la polizia, che li ha caricati sparando in aria. Atambayev ha annunciato manifestazioni di protesta. La votazione è stata anche controllata da inviati dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazioni in Europa (Ocse).

La conferma di Bakiyev è salutata da tutti come un segno di stabilità e non dispiace alle potenze internazionali, quali Stati Uniti e Russia, che qui hanno importanti basi militari. La base di Manas è l’unica che resta agli Usa nella regione ed è importante per le operazioni in Afghanistan.

Ma tutti rilevano che nel periodo medio occorrerà operare radicali cambiamenti, perché le istituzioni democratiche del Paese sono ancora deboli, la corruzione è endemica e il crimine organizzato è presente ai massimi livelli del governo. Tra gli esperti c’è una diffusa perplessità che Bakiyev possa e voglia operare simili cambiamenti e che sia in grado di risollevare la stagnante situazione economica. Circostanze che, insieme alle continue infiltrazioni di islamici radicali da Pakistan e Afghanistan, rendono elevato il rischio di sconvolgimenti anche violenti del Paese. Nelle ultime settimane nella Valle Ferghana, al confine con l’Afghanistan, ci sono stati scontri a fuoco tra l’esercito e gruppi armati, che molti indicano come estremisti islamici.

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