02/04/2009, 00.00
THAILANDIA
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Volontari contro la mortalità infantile nelle campagne

di Weena Kowitwanij
Muore un neonato su 4. Il servizio sanitario è assente in molte zone. Ora il governo vuole avere 960mila operatori volontari per raggiungere e seguire famiglie e donne incinta.

Bangkok (AsiaNews) – Muore un neonato su 4 nelle zone rurali dell’intera Thailandia. Medici e strutture sanitarie pubbliche non riescono a fronteggiare l’emergenza e il governo rilancia il “volontariato”.

Il ministro della Sanità Vithaya Kaewparadai dice che nelle aree rurali, nonostante l’impegno delle strutture pubbliche, ci sono stati 200mila morti tra gli 800mila neonati registrati. Il premier Abhisit Vejjajiva ha approvato perciò un potenziamento delle attività di volontari, già sperimentate nel 2000 ma all’epoca accantonate.

Suree Hiranrat è una volontaria, che opera nel Mahasarakam, a circa 475 chilometri da Bangkok. Ella dice che il suo compito consiste nel “visitare la famiglie povere, specie le donne incinta, per spiegare come prendersi cura di loro stesse durante la gravidanza così che il bambino stia bene e abbia il giusto sviluppo. Li convinco ad andare presso una struttura sanitaria pubblica per ricevere adeguata assistenza”. Sembra un compito banale ma è essenziale, in quanto “la gente povera e ignorante -  continua Hiranrat – spesso ha timore a recarsi da sola da un medico. Preferiscono che qualcuno la accompagni. Non ci sono sufficienti medici nelle zone remote”.

Anche Rattana Saenamork afferma che il compito di volontaria è fare da tramite tra il servizio sanitario e i più poveri. Il compenso è modesto, solo 20 dollari al mese. Ma i volontari sono entusiasti perché portano aiuto a chi ne ha bisogno. Il governo vuole avere circa 960mila volontari entro un anno per raggiungere tutte le zone anche remote.

Kaewparadai spiega che l’azione dei volontari continua anche dopo la nascita dei bambini, ad esempio insistendo perché allattino il figlio per almeno 6 mesi.

Favorevoli i commenti anche del personale sanitario. Il dottor Somboon Watcharothai, nella provincia di Pisanuloak, spiega che lui stesso ha insegnato a gente del luogo le cure sanitarie di base. Ricorda che “all’inizio la gente ha pensato che volessi addestrare medici non autorizzati, o dei guaritori”. “Per svolgere questo compito – prosegue – occorre volontà di servizio, chiarezza, sapere conquistarsi fiducia. E’ utile far parte della comunità e avere un proprio reddito poiché non si è dipendenti del villaggio”.

A Petchaburi, circa 120 chilometri da Bangkok, il medico pubblico Wattana Rojvijitkul  spiega che “i volontari si sacrificano per il bene della gente e svolgono un compito importante. A Petchaburi ci sono 7.338 volontari”.

Visti i risultati positivi, ora il ministro progetta di estendere l’iniziativa  anche alla cura degli anziani.

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